mercoledì 30 ottobre 2013

INGANNARE. E' FACILE.



Sulla Rete c'è tutto.
Tutte le fesserie che si desidera scrivere. Tutto il copia-incolla incontrollato. Tutte le informazione tendenziose, strumentali, malevole o inventate.
Tutto: talvolta, persino la verità...
C'è qualcuno che - ormai da tempo - è salito sullo sgabello, si è messo il cappio al collo ed ha già dato la prima stretta alla corda, per quanto riguarda la propria credibilità scientifica.
Non c'è più bisogno di prenderlo in giro, insomma: ormai si prende in giro da sé.

Ma è fastidiosamente facile scrivere fesserie ed essere creduti.

Per dimostrare questo ho pubblicato su questo blog un post su un misterioso 'manufatto' d'argento mostratomi da un presunto tombarolo sardo.
Non c'era niente di vero!
La foto del 'manufatto' è presa dalla voce 'Palladio' su WIKIPEDIA e si tratta - appunto - di un campione di palladio.
Le altre due foto sono reali reperti archeologici, per dare maggior credito e dignità alla panzana. 
E' questo il metodo usato da tutti i falsari: mescolare abilmente 'palladio' e verità. 

Speravo di non essere creduto, o - almeno - di ricevere qualche risposta perplessa e dubbiosa. Non è stato così.
Ingannare è facile.



Il lato peggiore del manufatto:  una creatura mostruosa (metà 'cavallo' e metà pesce o serpente di mare), cavalcata da un personaggio minuscolo indecifrabile e condotta da un 'auriga' chinato sul suo dorso, tutti trainano un carro alato che accoglie un personaggio di aspetto regale, probabilmente una divinità. 

È stato rinvenuto, in una regione non meglio specificata della Sardegna centrale, un manufatto d’argento plumbeo raffigurante una divinità su un carro alato in corsa. Il fatto è avvenuto per caso – dopo un abbondante acquazzone di una settimana fa – in un campo presso una zona archeologica non transennata.
So che la galena era ed è tuttora presente in discreta quantità in Sardegna.
Un mio conoscente mi ha mostrato frettolosamente varie fotografie del reperto, che – mi assicura – non è in mano sua, bensì custodito dalla persona che lo avrebbe scavato nottetempo e con grande rischio personale “in una zona archeologica sicuramente nuragica” ben nota da anni anche agli archeologi, che però non avrebbero completato i propri scavi ufficiali, né i lavori di consolidamento del nuraghe del sito.
Al mio conoscente –  iniziali V. C., persona non colta, ma di vivace curiosità – è noto solamente il soprannome di questo personaggio  – che non esito a definire ‘tombarolo’ – che si farebbe chiamare ‘Murena’ da alcuni, ma che sarebbe noto anche con molti altri soprannomi , sempre pronti all’occorrenza.
Gli ho chiesto di lasciarmi pubblicare tutte le fotografie che mi aveva mostrato (circa 20), ma si è subito molto inquietato ed infine, solo dopo molte mie insistenze e preghiere,  si è deciso a lasciarmene pubblicare solamente una: quella senza riferimenti centimetrici e senza sfondi, o altri elementi utili (le mani di chi tiene l’oggetto, per esempio) dai quali si possa risalire in qualche modo allo scavatore, o alla zona.
L’oggetto – di circa 7- 8 cm di lunghezza – rappresenta un personaggio di rango, incoronato, che siede al centro di un cocchio alato, rappresentato in modo molto sintetico. Davanti a lui sono un cavallo mostruoso con coda di pesce che traina il cocchio fatato, il cocchiere , in posa contratta come un fantino ed un più piccolo personaggio seduto sulla groppa del ‘cavallo’.
Ora, è noto che sono state riprodotte varie rappresentazioni di Yahweh (transillterato come Giove), per esempio su monete orientali. 
Dracma persiana detta YHD, risalente al IV secolo a.C. e probabilmente coniata per una regione Giudaica. In particolare è da segnalarsi il cocchio alato, quasi solo simbolico, oltre a tutti gli altri attributi della divinità, che circondano l'effige del dio.

Esistono varie dracme d’argento yhd , probabilmente come quella che mostro in figura: una moneta d’argento  coniata dalla amministrazione Persiana  (risalente al IV secolo a.C.) in una zona Giudaica. Tali raffigurazioni – seppure tardive – rappresentano per l’appunto questo medesimo personaggio divino, su cocchio alato. Per tale motivo trovo molto curioso e suggestivo che una rappresentazione del tutto sovrapponibile sia stata trovata da un ‘Murena’ qualunque – descrittomi come mai uscito fisicamente dalla Sardegna e del tutto illetterato – in una zona della Sardegna centrale.
La moneta mostra una divinità seduta su di un carro alato con ruote, qualche volta interpretato come Yahweh (Yahu).

Il rendimento fonetico poteva essere tanto “YHD” (Giudea) quanto “YHW” (Yahu).

La fotografia che mi è stato permesso pubblicare, purtroppo, è quella meno significativa di tutte. Infatti, sul lato che la ‘mia’ foto non permette di vedere, c’è anche quella che sembrerebbe proprio essere una scritta.
Questa 'manina' è sita sotto alla scritta: "Benedetto da Yahweh e dalla sua asherah” e si trova sulla parete di una tomba dell'età del ferro presso Hebron (Khirbet el-Kohm). 

Ho cercato affannosamente nell’iconografia in mio possesso ed in quella reperibile in Rete, ma la cosa più simile che ho trovato è quella che posto (non è quella del manufatto, sia ben chiaro, ma le assomiglia molto: una specie di ‘manina’ incassata nel metallo, schematica e rigida, con cinque dita).

Non so azzardare ipotesi né riferire di altri eventuali segni, perché la cosa si è svolta tutta nell’arco di solo 7-10 minuti disordinati e confusi e non ho avuto il tempo di riordinare le mie poche idee.
Temo, però,  che il pezzo andrà smarrito nei meandri nascosti e complicati del mercato clandestino di reperti.  Il mio conoscente, per la verità, non ha affatto parlato di prezzi.


Alla fine di tutto, mi sono anche domandato perché mai mi abbia messo a parte della faccenda. Credo che potrebbe essere un meccanismo per ‘farsi pubblicità’ in qualche modo, in modo da creare attesa tra i possibili compratori.