giovedì 21 febbraio 2013

Che strada fai?



Lombard Street, San Francisco, la via più curva del mondo

Wall Street, la via che seguiva il muro di cinta ligneo di Nuova Holland ora New York



Il viaggio delle parole.

Le strade latine si dividevano in tre tipi:

-le terrenae (fatte di terra battuta),
-le glareatae (ricoperte di breccia o ghiaia) e
-le stratae (lasticate).

Quando dici ‘Street’, in Inglese (pron: striit) o anche ‘Strasse’ in Tedesco, stai usando una parola di origine latina: ‘strata’. E lo stesso avviene quando usi la parola Francese ed Inglese ‘Route’ (raut, o anche rut), oppure ‘Road’ (rood) che derivano da ‘rupta’
Abbey Road, Londra

un termine che in Italiano è diventato prevalentemente marinaro: ‘rotta’.

Rupta era chiamato il primo scavo (terra rupta) in un campo vergine, eseguito sulla scorta delle indicazioni di architecti, mensores,  libratores e gromatici, allo scopo di realizzare una strada quanto più possibile rettilinea e di livello uniforme, tutte doti che l’avrebbero resa più facilmente percorribile. Il che non escludeva la necessaria realizzazione di strade inclinate (via clivosa o clivus).

Tecnica realizzativa delle strade romane
La strada romana era costituita da quattro strati sovrapposti; dallo strato inferiore allo strato superiore sono:
Statumen:
Lo strato inferiore di circa 30 centimetri costituito da grosso pietrame legato da malta di calce
Rudus:
Un secondo strato di circa 15 centimetri caratterizzato da pietrame più fino sempre legato a malta di calce
Nucleus:
Uno strato di circa 10 centimetri di sabbia e ghiaietta, senza alcun utilizzo di calce.
Summa Crusta:
Blocchi di lava (selce) o arenaria di forma poligonale dello spessore di circa 35 centimetri che venivano affondati nella sabbia del nucleus appena steso.

una strada di Ostia Antica.



Lo spessore complessivo degli strati poteva raggiungere il metro e la larghezza della carreggiata era di circa 4 metri per le consolari (14 piedi), misura idonea a consentire il contemporaneo transito dei carri in entrambe le direzioni, e di 1,50 - 2,40 metri per le altre strade. Ma vi sono numerose eccezioni.
La carreggiata era limitata su entrambi i lati da una fila di selci sopraelevati sul piano della strada (umbones) che fungevano da paracarri ed anche usati per rinserrare i massi del piano stradale; i selci laterali erano intervallati da un masso più alto ogni ogni 6 metri (gomphi); al di la' dei paracarri correvano delle strette banchine pedonali. Talvolta, come nel caso della Via Flaminia presso il Tevere, si rendevano necessarie opere aggiuntive – a metà fra il marciapiedi e la diga – per evitare o limitare gli allagamenti in corso di piena. Non sempre riuscivano: per varie settimane all’anno, la Flaminia non era percorribile e si sfruttava il percorso fluviale.

Pietra miliare
Una caratteristica invenzione dei Romani, sempre inerente le strade,  ancora presente ai nostri giorni, fu la Pietra Miliare, (miliarum) mille passi, o meglio conosciuta come CIPPO MILIARE, che segnava la distanza da un punto di partenza ad un punto di arrivo delle strade.
Era una colonna circolare in pietra,  con forma rettangolare alla base,   infissa nel terreno per 60 cm. circa, alta 1,50 m., 50 cm di diametro, e dal peso di circa due tonnellate, alla cui base era scritto il numero del miglio, della strada su cui si trovava. 
Le legioni in marcia non avevano bisogno di un punto di sosta poiché portava con  se tutto il necessario in un convoglio di bagagli chiamato IMPEDIMENTUM, e costruivano il proprio campo (CASTRUM), ogni sera a bordo della strada; ma per i viaggiatori giornalieri e i dignitari, non avendo appresso una propria legione, furono create le   MANSIONES, ville distanziate l’una dall’altra circa 18 miglia, in cui vi era la possibilità trovare riposo per la notte, consegnando i passaporti, come riconoscimento. 
Per i nobili, invece, fu fatto obbligo ai proprietari delle case che si trovavano lungo il tragitto della legione  di mettere a disposizione le proprie abitazioni, da ciò nacque il termine “TABERNAE”, (che non significava taverna, bensì ostello). 
Un altro tipo di stazione di servizio che funzionava par veicoli ed animali era la MUTATIONES (stazione di cambio), ove si potevano comprare i servizi di carrettieri, maniscalchi e veterinari specializzati per i cavalli, (EQUARII MEDICI).
I ponti erano costruiti in legno o in pietra secondo la necessità tenendo conto anche delle risorse economiche a loro disposizione; quelli in legno venivano fissati su piloni infissi nel letto del fiume o usando dei basamenti in pietra.
Il ponte interamente in pietra richiedeva la costruzione ad arcate, tecnica che i Romani conoscevano, in quanto ereditata dagli Etruschi, ed erano così resistenti e ben costruiti che ancora oggi molti di essi sono percorribili. 'Pons' ha un'etimologia controversa.
In realtà, la derivazione di 'road' citata dall’Enciclopedia Britannica: da rat o dal Medio Inglese rode e rade (passeggiata a cavallo) sembrano essere solo stazioni intermedie – con significati diversi – dell’etimologia della parola, che originariamente fu Latina.

Anche Via (latino, un percorso aperto, vasto) si trasforma in Way (inglese), ma sembra a sua volta derivare dal verbo latino Veho, (vehere), trasportare, convogliare, che a sua volta deriverebbe dal Sanscrito vah. Ma potrebbero trovare tutte una spiegazione più facile nell’Accadico biu (via, passaggio, apertura).

Iter è il percorso, il cammino, in genere effettuato a piedi. Quando questo si faceva angusto, ed era percorribile solo ai pedoni e non ai carri, si chiamava semiiter (semi-passaggio), o semita o semitarius (da cui deriva il nostro ‘sentiero’).

Callis era un sentiero adatto per le pecore, forse da ‘sentiero nascosto’, in qualche rapporto con la voce kalu.


Da: Estratto parziale di un articolo sui nomi viari e di comunicazione, 
M. Feo.