lunedì 4 novembre 2013

Abelmoschus esculentus

Un baccello verde di nome okra





Il gombo, conosciuto sotto molti altri nomi (ocra, okra, bamia) è assai usato nella cucina cajun.(*) È presente anche nella cucina greca (bamies), bosniaca (bamije), in quella albanese (bamje), nella cucina brasiliana (quiabo), nella turca (bamya) , nella cucina giapponese ed in quella rumena (bame). Attualmente viene coltivato anche in Italia (per es. nella Provincia di Latina) e venduto nei mercati delle grandi città italiane, data la domanda di questo prodotto da parte delle varie comunità di immigrati che ne fanno uso nella propria cucina.
In Egitto (bamiya) ha il medesimo nome dell'ibisco, a cui il fiore assomiglia.

La Sicilia è la regione italiana maggiore produttrice di questo un ortaggio della famiglia delle malvacee, originario dell'Africa nord-occidentale, con il 90% di superficie coltivata. Nel nostro Paese il consumo non è considerevole, ma recentemente è in crescita a causa della richiesta degli immigrati.

L'okra o gombo è coltivato in altri paesi europei, soprattutto in Grecia e in Turchia, ma dal Messico viene importata la parte più consistente destinata all'Europa. E' diffuso anche nella fascia tropicale dell'Africa, dell'America e dell'Asia.

E' un baccello verde di circa otto centimetri, costoluto, tenero. Il sapore è simile a quello degli asparagi. E' un ortaggio dai notevoli benefici nutrizionali (contiene, infatti, vitamina A e C).
E' spesso abbinato alla carne, intero o affettato, dopo una non breve cottura. I cuochi lo usano nelle minestre e negli stufati: l'okra, infatti, produce un liquido appiccicoso che funziona come coagulante naturale. Il gombo può inoltre essere servito grezzo oppure marinato nelle insalate oppure impanato e fritto.


(*) cajun (in francese acadiens) sono un gruppo etnico costituito dai discendenti dei canadesi francofoni originari dell'Acadia e deportati in Louisiana a seguito dell'espulsione avvenuta nella seconda metà del XVIII secolo, e cui si sono aggiunti nel corso dell'Ottocento un certo numero di immigrati (in massima parte di origine spagnola e tedesca) che hanno adottato la cultura e la lingua francese ampiamente diffuse nello Stato. Tale popolazione parla una particolare varietà di francese, denominata appunto francese cajun.