In un posto segreto.
Per dare maggiore credibilità alla ‘notizia’, egli ci fornisce una grande quantità di dettagli: la
tomba sarebbe segnata solo da una croce di legno, priva di date e di nome, sita
all’interno di un carcere, protetta da inferriate, chiavistelli e illuminata da riflettori.
Pertanto – ci rassicura – si trova al riparo sia da atti
vandalici di protesta, sia da cerimonie di rievocazione di nostalgici.
Per Mauro, si tratterebbe “insieme, di una sepoltura
dignitosa quale è quella che un Paese Civile deve garantire anche al proprio
peggiore nemico e della dimostrazione dell’esistenza perdurante di un conflitto
irriducibile”.
L'atto della sepoltura sarebbe stato muto, in un cimitero dimenticato
da anni, (per l’occasione sarebbe stato risistemato dai detenuti del carcere
stesso) tenendo all’oscuro del fatto sia i detenuti, sia i guardiani, sia il
sindaco della cittadina, sia gli abitanti, sia il Presidente della Regione.
Non avevamo bisogno di questa notizia.
Non è neppure una notizia: è una ‘non-notizia’. Qualcuno dovrebbe segnalare al giornalista la differenza enorme tra informazione di pubblica utilità e fastidiosa vanità giornalistica.
Se l’Italiano comune (non mi permetto di parlare per
parte dei parenti dei perseguitati e degli uccisi, ma non è possibile ignorare
che tutta questa maldestra vicenda riapre colpevolmente vecchie orribili ferite) non si sentisse già abbastanza offeso dall’avere pagato per tanti anni di
tasca propria i turni di guardia
h24 per sorvegliare il vecchio nazista mai pentito, ebbene: detto
Italiano – credo – non sarà affatto d’accordo con lo spreco di luce inutile dei
riflettori sulla tomba.
A parte il fatto che i detenuti saranno anche criminali e
rinchiusi, ma non sono certamente stupidi e sanno fare 2+2 in qualsiasi
latitudine: sanno persino leggere i giornali.
Per questo motivo, se ciò che Mauro ha scritto fosse vero (mi auguro di no), egli avrebbe
praticamente decretato con il proprio articolo la fuga di notizie circa il
punto preciso della sepoltura. Che sarebbe foriero di nuovi guai futuri.
Un vero giornale dovrebbe – piuttosto – dare notizie utili al
lettore, insieme ad informazioni possibilmente quanto più aggiornate e precise,
che possano realmente essere d’indicazione e di supporto nella faticosa vita
quotidiana e futura.
Questo dire e non dire, invece, adducendo i dettagli e ponendo la firma del
Direttore (che certamente non si è sottoposto di persona ad un appostamento di
giorni e giorni, per potere alla fine seguire il feretro fino alla sua
eventuale destinazione ‘segreta’) è oltremodo inutile a tutti, offensivo e
potenzialmente dannoso.
Confesso che io già non partivo con una buona opinione del
giornale “La Repubblica”, di cui mi pregio non essere un lettore. Oggi confermo che – dopo questo – se fossi un pesce morto da
dieci giorni, disdegnerei di farmi avvolgere in un foglio con quel nome.
(*) Vice comandante della Gestapo di Roma occupata, fu tra
gli organizzatori ed anche esecutore materiale dell’eccidio delle Fosse
Ardeatine. È morto ultracentenario a Roma, dove si trovava agli arresti
domiciliari in un appartamento di Via di Boccea (messogli a disposizione dal
suo avvocato difensore). La cittadina di Albano Laziale era stata messa
sottosopra dalle violentissime proteste scatenatesi contro il tentativo di
funerale organizzatovi dai Padri Lefebvriani. In seguito a ciò, la salma era
stata trasferita all’aeroporto militare di Pratica di Mare ed il suo successivo
destino messo sotto segreto.