Una fusione 'a cera persa' appena estratta dalla matrice. |
Lo aveva visto fare a Mike-del-Mare prima e aveva seguito
momento per momento tutti i passi che aveva attentamente memorizzato. Attese
due giorni interi, per sicurezza.
Poi cominciò a scavare fuori lo stampo. Ne estrasse, lentamente, con estrema
meticolosità e circospezione, la statuetta. Sulle prime ne fu quasi deluso:
appariva nascosta e quasi completamente avvolta da una nuvola di tubi e
filamenti dello stesso materiale, che si era consolidato come tutto il resto ed
era tenacemente tutt’uno con la statua.
Provò a tagliarne qualcuno con le tenaglie, ma si piegarono
solo i manici delle tenaglie.
Provò a percuotere i filamenti con uno scalpello, ma nulla
accadde. O meglio: gli scalpelli più morbidi diventavano inutilizzabili e
quelli più duri provocavano incontrollabili rotture distanti dal punto
percosso, per cui, prima o poi, un colpo con quelli avrebbe danneggiato la
statuina stessa.
Infine, provò con raspe e seghe. Anche qui, dovette usare
quelle più dure, perché le più tenere si consumavano presto. Ma il lavoro era
lungo, lento ed estenuante. Dopo alcune ore, aveva solamente segato parte di un solo
piccolo tubicino, e da una estremità solamente. Non poteva andare.
Decise di andare da Mike e chiedere il suo aiuto: lo salutò cordialmente e gli fece la sua richiesta. Questo gli
rispose, con un tono di commiserazione indignata che gli vibrava nella sua
voce: “Mio caro amico, ti aiuterei volentieri, ma non posso, purtroppo”.
“Ma perché, no? Se ti dichiari amico, allora mi devi aiutare!” – Protestò
Newgore.
“Siediti, amico mio, che te lo spiego” – sospirò
pazientemente Mike, offrendogli una sardina salata.
Newgore accettò la sardina, ma conservò l’espressione
facciale preoccupata ed inquisitiva, masticando.
Mike-del Mare iniziò, imbarazzato, scegliendo accuratamente
le parole, prima di pronunciarle: “Vedi come stanno le cose… amico mio… Tu hai
molto tempo, per fare la tua statuina: puoi certamente prenderti tutto il tempo
che vuoi… Prima che qualcuno venga un giorno a scavarla, da dove tu la riporrai, ne
passerà tantissimo di tempo!” – e rise, per sdrammatizzare un po’ il suo rifiuto.
Poi riprese, più seriamente: “ Le mie cesoie e le mie
tenaglie sono di ferro: me le sono portate dietro dal mio paese d’origine.
Recidono molto efficacemente il bronzo, questo è vero. Ma tu non sai che è
stato deciso che tu appartieni al Bronzo Finale e non al Ferro”.
“Quindi? Che cosa cavolo vuoi dire questo?” – Newgore stava
perdendo la pazienza: quei termini non significavano nulla per lui.
“Vuol dire che tu non puoi avere strumenti di ferro:
solamente di bronzo! Bronzo morbido, bronzo duro, rame, piombo, anche argento, tutto: ma
assolutamente non ferro”.
“Ma io ne ho bisogno del ferro, per Baki! Non metterti a
fare il commerciante Miceneo con me, adesso, sai!”. Se Newgor evocava l'ombra di Baki, la cosa era grave...
“Non vorrai creare disagio ai ricercatori che – tra 3.000
anni – dovranno datare lo strato in cui tu lascerai la tua statuetta, vero?” - cercò di rabbonirlo, l'altro.
“Ma di loro – a me – non me ne può fregare di meno! E
neppure dei loro strati” – le vene del collo di Newgore si stavano gonfiando
visibilmente e questo non prometteva alcunché di buono – “Io ho una statuetta
dentro ad un bozzolo di tubetti di bronzo che devo levare via: e posso farlo
unicamente con i tuoi strumenti di ferro. Allora: me li dai o no?”.
Mike-del-Mare rise: “E’ chiaro che i sistemi sarebbero
invece due, anche se non lo vuoi ammettere. O usi gli strumenti di ferro
(metodo rapido, che tu preferisci) o adotti l’infinita pazienza ed il
lunghissimo tempo che gli strumenti di bronzo richiedono. Ma mi sembra di capire
che tu non disponi affatto d’infinita pazienza!”.
“Senti, Mike: a parte il fatto che quella che tu chiami
‘infinita pazienza’ a me sembra un eufemismo per ‘grande stupidità’, quei
ricercatori che tra 3.000 anni vorranno dimostrare che questa statuina io l’ho
fatta nel Bronzo Finale o nel Bronzo Recente (sì: l’ho letto anch’io
l’articolo: credi di saper leggere solo tu?), non lo sanno affatto come si fa
una statuetta di bronzo con la tecnica della ‘cera perduta’: non conoscono l'Archeologia Sperimentale e non si sono documentati... Se si fossero
informati, non avrebbero neppure osato scrivere le enormi fesserie impossibili che hanno scritto:
vorrei proprio vedere loro, alle prese con la fusione di un bronzetto sardo a cera persa. E quindi - ti comunico - il loro
articolo non vale neppure la carta su cui è scritto! Anche perché, avendolo scritto
loro, c’è il reale pericolo che alcune persone in buona fede (magari un po' pompose) gli credano, dato
che loro sono Universitari della Maremma Maiala!”
“Ma adesso hai cominciato a frastimare anche in lingue
straniere?”.
“Eh, che cosa vuoi: da quando sono arrivati quei maledetti
lucumoni toscani sull'isola, ho preso il vizio!”.
“Beh, senti: io gli strumenti te li do, perché abba e fogu non si negant. Però, mi raccomando:
dopo riportameli che me li devo riportare via, sennò quelli - se li trovano - poi devono cambiare tutte le
loro datazioni del Ferro e del Bronzo Finale e gli incasiniamo la vita”.
“Sta tranquillo che, tanto, appena gli viene il ghiribizzo
di farlo lo fanno comunque, con o senza i tuoi pezzi di ferro, alla faccia della stratigrafia sacra... Grazie,
comunque! Ah: mi dai anche la lima di ferro, così mi sbrigo prima?”.
I personaggi ed interpreti di questa favola drammatica sono naturalmente immaginari: in nuragico Newgore (Nugor) e il Miceneo Mike del Mare, intendo.
Gli altri sono invece purtroppo veri ed attuali, facilmente reperibili nella bibliografia accademica ufficiale, che si allega doverosamente in nota. Non sembrano avere esperienza della tecnica di fusione 'a cera persa' diretta, che è quella con cui furono realizzate le statuette che chiamiamo 'bronzetti'.
I creduloni pomposi che si affidano alle loro dotte disquisizioni esistono anch'essi e mi dispiace un po' per loro (ma solo un po'), perché si credono informati ed aggiornati correttamente, mentre non sanno distinguere la verità sperimentale provata e reale, dall'ano di un'anatra diarroica. Se la cosa riguardasse solamente loro, sarebbe anche divertente.
Nota bibliografica:
M.R. Manunza: "La stratigrafia del vano 'a' di Funtana Coberta (Ballao-Ca)"
F.Campus,V.Leonelli,F. Loschiavo: "La transizione culturale dall'età del Bronzo all'età del Ferro nella Sardegna Nuragica in relazione con l'Italia Tirrenica".
http://151.12.58.75/archeologia/bao_docume...6_LOSCHIAVO.pdf
Mi sembra giusto prendere posizione in merito alla questione dei bronzetti sardi.
*Innanzitutto penso si debbano definire 'sardi' e non 'nuragici', perché non credo affatto che abbiano alcunché a che vedere con i Costruttori di Nuraghi: non ne sono coevi, non rappresentano loro, né i loro tempi. D'altro canto è assurdo ammettere, come tutti sono costretti a fare, che i lingotti di bronzo siano di provenienza cipriota e poi pretendere che i bronzetti (che rappresentano un passo successivo all'apprendimento della fusione e ne rappresentano anzi un molto sofisticato sviluppo posteriore) siano Nuragici: è una contraddizione in termini cronologici e culturali.
*Inoltre, credo che siano stati fatti altrove e siano stati usati come mezzi di scambio con gli abitanti della Sardegna. Ma - naturalmente - non posso escludere in modo assoluto che siano stati fatti in Sardegna.
*Infine, credo fermamente che sarebbe opportuno che coloro che scrivono articoli scientifici (archeologici ed antropologici) si cimentassero almeno nell'osservazione della preparazione di un bronzetto sardo, dall'inizio alla fine: in tal modo acquisirebbero quelle fondamentali cognizioni di Archeologia sperimentale al riguardo, che gli impedirebbero di pensare che una statuetta di bronzo fuso a cera persa si possa realizzare senza strumenti di ferro.
* Confermo di credere nella stratigrafia archeologica, se condotta ed interpretata correttamente, ma al contempo dichiaro di essere al corrente di soggetti che manipolano i dati per propri motivi di prestigio.
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Mi sembra giusto prendere posizione in merito alla questione dei bronzetti sardi.
*Innanzitutto penso si debbano definire 'sardi' e non 'nuragici', perché non credo affatto che abbiano alcunché a che vedere con i Costruttori di Nuraghi: non ne sono coevi, non rappresentano loro, né i loro tempi. D'altro canto è assurdo ammettere, come tutti sono costretti a fare, che i lingotti di bronzo siano di provenienza cipriota e poi pretendere che i bronzetti (che rappresentano un passo successivo all'apprendimento della fusione e ne rappresentano anzi un molto sofisticato sviluppo posteriore) siano Nuragici: è una contraddizione in termini cronologici e culturali.
*Inoltre, credo che siano stati fatti altrove e siano stati usati come mezzi di scambio con gli abitanti della Sardegna. Ma - naturalmente - non posso escludere in modo assoluto che siano stati fatti in Sardegna.
*Infine, credo fermamente che sarebbe opportuno che coloro che scrivono articoli scientifici (archeologici ed antropologici) si cimentassero almeno nell'osservazione della preparazione di un bronzetto sardo, dall'inizio alla fine: in tal modo acquisirebbero quelle fondamentali cognizioni di Archeologia sperimentale al riguardo, che gli impedirebbero di pensare che una statuetta di bronzo fuso a cera persa si possa realizzare senza strumenti di ferro.
* Confermo di credere nella stratigrafia archeologica, se condotta ed interpretata correttamente, ma al contempo dichiaro di essere al corrente di soggetti che manipolano i dati per propri motivi di prestigio.