sabato 2 novembre 2013

Residui sardi di Antiche lingue mediterranee

NOMI  PROTOSARDI DI PIANTE

di M. Pittau

Gran parte della fitonimia greca e latina, cioè dei nomi delle piante greci e latini, non è di origine indoeuropea, ossia non appartiene al patrimonio lessicale delle lingue indoeuropee, di cui anche il greco antico e il latino facevano parte. 
La spiegazione di questo importante fenomeno linguistico è abbastanza facile: quando gli antenati indoeuropei dei popoli greco e latino si trasferirono, tra l’IV e il II millennio avanti Cristo, dall’area geografica situata fra gli Urali e il Mar Caspio nel bacino del Mediterraneo, vi trovarono numerose piante “mediterranee” - tra cui l’olivo e la vite - che essi non conoscevano affatto, ragion per cui furono costretti a chiamarle coi medesimi vocaboli con cui le chiamavano le popolazioni mediterranee che li avevano preceduti sia in Grecia che in Italia. E per questa precisa ragione i linguisti hanno preso a chiamare quei fitonimi pregreci e prelatini, cioè non indoeuropei, “fitonimi mediterranei”.
Ebbene, anche su questo importante campo della linguistica storica, la Sardegna gioca un ruolo assai importante: essa infatti è come un grande deposito di materiale fitonimico “mediterraneo”, che conserva nel lessico della sua lingua sia come appellativi prelatini sia come relitti toponomastici pur essi prelatini.
L’importanza della documentazione lessicale che la Sardegna è in grado di presentare, deriva anche dal fatto che tale documentazione spesso offre una forte conferma alla ipotesi che un certo fitonimo greco oppure latino sia effettivamente “mediterraneo”. Ed è per l’appunto per questo motivo che la fitonimia e la toponimia prelatine della Sardegna rivestono una notevole importanza nel quadro degli studi linguistici del Mediterraneo antico: l’Isola conserva la più ricca testimonianza della lingua o delle lingue di quelle popolazioni mediterranee.
C’è da precisare in linea generale che la toponimia di una regione, ossia il patrimonio dei suoi nomi di luogo, è nella sua grande maggioranza costituita da fitonimi. La ragione di questa circostanza sta nel fatto che, nello strettissimo rapporto che legava l’uomo antico – molto più di quello delle civiltà cittadine moderne – col territorio in cui viveva, le piante erano l’elemento primo e principale che egli notava e da cui egli dipendeva in maniera vitale. Molto più degli animali, sia perché questi erano molto meno numerosi delle piante, sia perché essi si muovevano ed anche scappavano, cosa che invece le piante non potevano fare.
In tutte le parti abitate del mondo pertanto si deve dare per scontato che la maggioranza dei toponimi o nomi di luogo indicano altrettanti fitonimi o nomi di piante. Subito dopo viene l’elemento «acqua», nelle sue modalità di sorgenti, pozzi, pozze d’acqua, paludi, ruscelli e fiumi.
Ovviamente quasi tutti questi fitonimi e toponimi sardi o, meglio, “protosardi”, sono attestati nelle zone più conservative della Sardegna, la Barbagia e l’Ogliastra.
Presento adesso il caso di alcuni fitonimi protosardi – da me individuati di recente - i quali mostrano non soltanto di essere prelatini e “mediterranei”, ma si connettono con altrettanti fitonimi greci o latini.


arbisa (Lula), arvisa (Galtellì), frissa, frisa, frísia «inula vischiosa, ceppita» (Cupularia viscosaL., Inula viscosa Ait.); (Dorgali) vrissa «tasso barbasso» (Verbascum thapsus L.); "forse preromano" per il Wagner (DES I 547), per noi relitto protosardo da confrontare col grecoáphrissa «dracontea, serpentaria» (Arum dracunculus L.) (finora privo di etimologia; GEW, DELG, NPRA 7). Forse è da chiamare in causa anche il toponimo Arbistia (Seulo). Per il vero il fitonimo sardo era già conosciuto nella sua forma di frissa, ma le varianti arbisa, arvisa, da me individuate, sono chiaramente più vicine alla base originaria (OPSE 101, DILS, LISPR;diversamente dal NPS 89).


fruscru, fruscu, frúschiu, frúsciu, vrúsqinu, grúspiugruspisgrúspinu «pungitopo» (Ruscus aculeatus L.); mela 'e frúschiu (Nùoro), meledda gríspina (Dorgali) «bacca del pungitopo»;fúscuru «frutto della rosa selvatica» (Santu Lussurgiu); relitto protosardo, da confrontare - non derivare - col lat. ruscus, bruscus, pruscus, finora privo di etimologia (DELL, NPRA 209, 221).Le forme del fitonimo con la f- potrebbero derivare dal fitonimo latino, le altre (barbaricine) no assolutamente (errano DES I 553, 595; NPS 223).

isteli (Orgosolo), isteli, ispeli (Dorgali), ispéliu, ispellu (Bitti, Nùoro, Siniscola) «piombaggine»(Plumbago europaea L.; pianta che per le sue proprietà caustiche era usata contro i porri, le verruche, i vermi delle piaghe degli animali e inoltre per stordire i pesci nei fiumi e catturarli); toponimi Istelà (Pattada), Istelái (Bitti), Istellái (Nule), Istel(l)ái (Orani), Istelathi (Lodine),Istelias (Ussassai), Istellatzè(i) (Gavoi); (I)Stelennoro, Istellenore (Orani), Istelothe (Dorgali),Isteddoli (Pattada); relitto protosardo, da confrontare col greco stelís «vischio» (Viscum albumL.) (finora di etimo ignoto; NPRA 249). Le due piante convergono nel fatto che venivano adoperate per catturare prede.
siore «muschio delle pietre» (Fonni); toponimi Bruncu Sioreo (Fonni), Sioru (Turri), Siorus(Gonnosnò/Sini): probabilmente relitto protosardo, per il quale però non ho trovato alcun riscontro in altre lingue conosciute.


Golori, GoloriqovoGolorispái (Ollolai), Goloriche (Orani), Golóriqa (Oliena), Golóriqe(Ovodda); GolorigheGoloritzè (Baunei) (suffissi, suffissoidi e ossitonia): relitti protosardi, da confrontare – non derivare – col lat. colorus (CGL 3, 557, 29), cholorus (621, 47), a sua volta col greco kollourís «malva selvatica» di diverse varietà (NPRA 71) (di etimo incerto; DELI2 s. v.collirio).


Tortolì [pronunzia locale e della zona Tortoil(l)í, Tortollíe, Tortoelíe, Tortuelí(e), Turtulía](Comune di T.). Già per via della sua vocale finale accentata (ossitonia), con la vocale paragogica mobile, si può asserire con buona sicurezza che il toponimo è protosardo (cfr. Alá, Azzanì, Barì, Belvì, Bidonì, Buddusò, Gonnosnò, Lodè, Oviddè, Senorbì, Soddì, Tiriddò, Torpè, ecc.); esso è da confrontare con gli altri toponimi Tertíl(l)o (Nùoro), Trottoíl(l)e (Busachi). Ciò premesso dico che è probabile che i toponimi Tortolí, Tertíl(l)oTrottoíl(l)e siano da connettere col fitonimo greco tórdylon «tordil(i)o» (Tordylium officinale et apulum L.) (NPS 168), finora privo di etimologia (NPRA 262) (corrige NPC, DILS II).

Quest’altro fitonimo si caratterizza non come “mediterraneo” in generale, bensì come “tirrenico” in particolare:
arthizone «crisantemo coronario» (Chrysanthemum coronarium L.) (Gavoi): relitto protosardo, da confrontare col lat. caltha coronaria, che deriva dall'etrusco kautám «maggiorana, antemide», glossa greco-etrusca (ThLE 418) = lat. oculum solis, da confrontare coi fitonimi toscani calta «occhio di sole», còta «antemide» (margheritone assomigliato, in molte lingue, per la sua forma e colore, appunto al sole) (tutti già prospettati come di origine etrusca; DEI) ed inoltre da confrontare con l’etrusco Cautha, Kavtha «Cata», dea del Sole. Per la connessione fra il fitonimo protosardo e quello etrusco è da supporre una forma originaria *qalth+-izone (con un suffisso diminutivo protosardo) (manca nei NPS, DES, DILS).
Bibliografica essenziale con le relative sigle adoperate:
DEI
 Battisti C.- Alessio G., Dizionario Etimologico Italiano, I-V, Firenze 1950-1957.
DELG Chantraine P., Dictionnaire Étymologique de la Langue Grecque - Histoire des mots, I-II, Paris 1968-1980, edit. Klincksieck.
DELI Cortelazzo M.- Zolli P., Dizionario Etimologico della Lingua Italiana, Bologna, I-V, 1979-1988; DELI2 II ediz. a cura di M. Cortelazzo e M. A. Cortelazzo, col soprattitolo Il nuovo etimologico, 1999.
DELL Ernout A. - Meillet A., Dictionnaire Étymologique de la Langue Latine, IV édit., IV tirage, Paris 1985.
DES Wagner M. L., Dizionario Etimologico Sardo, I-III, Heidelberg 1960-1964 (la ristampa fatta in seguito a Cagliari è da usarsi con grande cautela a causa dei numerosi refusi tipografici).
DILS Pittau M., Dizionario della Lingua Sarda - fraseologico ed etimologico, I vol., Cagliari 2000, II vol. 2003, E. Gasperini Editore.
GEW Frisk H., Griechisches Etymologisches Wörterbuch, I-III, II ediz., Heidelberg 1973, Carl Winter Universitätsverlag.
LISPR Pittau M., La Lingua Sardiana o dei Protosardi, Cagliari 2001, E. Gasperini Editore.
NPC Pittau M., I nomi di paesi città regioni monti fiumi della Sardegna - significato e origine, Cagliari 1997, ristampa 2004, E. Gasperini Editore.
NPRA
 André J., Les nomes de plantes dans la Rome antique, Paris 1985.
NPS Paulis G., I nomi popolari delle piante in Sardegna, Sassari 1992.
OPSE Pittau, M., Origine e parentela dei Sardi e degli Etruschi - saggio storico-linguistico, Sassari 1996, C. Delfino Editore.
ThLE Thesaurus Linguae Etruscae, I Indice lessicale, Roma 1978; I Supplemento, 1984; Ordinamento inverso dei lemmi, 1985; II Supplemento, 1991; III Supplemento, 1998, Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Massimo Pittau