giovedì 21 marzo 2013

Fusaiola con iscrizione "Fenicia"






Fuso, da Katal Hyuk, con iscrizione 'Fenicia'.


Name: Inscribed Spindle Whorl
Material: Gray stone
Size:
Height: 13 mm (0.51 in)
Diameter: 23.5 mm (0.925 in)
Date: 10th century BCE (?), Iron Age I
Place of Origin: Amuq Valley, Chatal Höyük, Turkey
Location: Oriental Institute Museum, Chicago
Source and Registration#: Oriental Institute Museum A12765 (see S. Gevirtz, “A Spindle Whorl with Phoenician Inscription,” Journal of Near Eastern Studies 26 [1967]: 13-16

Un fuso con iscrizione Fenicia.

Stanley Gevitz, Università di Chicago.
Prima presentazione a Philadelfia, meeting della Società di Studi Orientali, aprile 1966.

Nel 1934, il 17 Aprile, fu adocchiato per caso un fuso di telaio, su una carriola che portava via terra di scavo da una profonda trincea a Chatal Huyuk, nella valle di Amuq. Fu portato all’attenzione da Alfred J. Hoerth, assistente dell’Istituto  di Ricerche Orientali, che s’impegna nella pubblicazione di un volume dedicato ai reperti minori del sito. Il fuso presenta diverse peculiarità uniche e curiose. È graffiato profondamente da incisioni che appaiono essere alfabetiche fenicie.
Dagli appunti, la sede ove sarebbe stato rinvenuto il fuso sembrerebbe farlo appartenere al livello 6 dello scavo, provvisoriamente assegnato al decimo secolo a.C. e quindi al Ferro I C. Ma nella realtà, non si può essere precisi – dal punto di vista stratigrafico – considerate le modalità casuali e non scientifiche del ritrovamento.
Il fuso è fatto di pietra calcarea grigia, possiede la forma di un cono tronco e misura 13 mm in altezza, 23.5 mm in diametro, mentre il foro che lo attraversa ha un diametro di 4 mm all’apice e di 4.5 alla base. Presenta striature concentriche, come se fosse stato ruotato su un tornio. La base del fuso è incisa da rozze linee centrifughe, dal foro centrale fino all’esterno. Un cerchio irregolare le taglia circa a metà.

L’iscrizione fenicia incisa sulla superficie conica del fuso ne lascia scoperta una buona porzione, che certamente separa l’inisio della scritta dalla sua fine. Un breve tratto rettilineo verticale è attaccato al fianco destro del segno iniziale. Con ogni probabilità indica l’inizio della scritta. Si tratta di una caratteristica unica, mai riscontrata prima d’ora.
Uno spazio divide ogni lettera, mentre sembra essere stato usato un punto a separare la terza dalla quarta (potrebbe anche trattarsi di una depressione irregolare non voluta). Invece un punto chiaro e preciso compare a dividere  gli ultimi due segni dai precedenti.
L’iscrizione sul fuso è scritta in segni Fenici, che nella sua fase matura si leggeva da destra a sinistra. Tentandone la lettura, per l'autore sembrerebbe descrivere la funzione del fuso stesso: “Questo produce filati ritorti”.

















Applicando i consigli prudenziali degli epigrafisti e un po' di senso comune, forse possiamo arrivare a trarre qualche considerazione:

1) Rollston consiglia di assegnare per metodo l'ultimo posto nella considerazione ai reperti decontestualizzati e questo lo è.

2) Pittau sconsiglia di prendere in considerazione scritte eventualmente presenti sulle fusaiole (rapporto tra supporto e contenuto della scritta: vedi la 'fusaiola d'Alghero').

3) Zucca sconsiglia di prenderla più seriamente di un semplice 'lusus' posteriore (prank, in Inglese, 'presa in giro' in Italiano).

4) Gevitz ammette che le caratteristiche di questa scritta sono  uniche, tanto da ingenerare sospetto, come per qualunque 'unicum'.

5) Il senso comune ci dice che le fusaiole furono elementi onnipresenti, comunissimi e di poco pregio (seppure decorati per ingentilirli: andavano nelle mani delle donne); ed erano ben noti nella loro funzione e nelle loro caratteristiche sia a chi li usava sia a chi non li usava: si consumavano e si rompevano e finivano nella spazzatura, sostituite da una fusaiola nuova. Talvolta, la fusaiola diveniva parte del corredo funebre: il meccanismo è da mettere forse in relazione con la magia creativa dell'atto del tessere, in contrasto con la distruzione della morte. La fusaiola ruota durante l'uso: è più probabile che le decorazioni fossero fatte per avere un effetto ottico interessante o divertente, per alleviare il lavoro di tessitura.

6) Nessuno ha usato una fusaiola per scriverci romanzi o pensieri profondi, certo, ma anche l'idea di scrivere a che cosa servisse è più probabilmente un'idea contemporanea, che non un idea dell'epoca in cui si usavano.

7) La fusaiola è vera; la scritta è un falso.

8) Chi sostiene l'autenticità di un falso o è gravemente in errore o è un falsario. Oppure possiede un fine umorismo Anglosassone, che noi Mediterranei non siamo in grado di apprezzare (vedi commenti, di seguito*).


* Tra i commenti, che non figurano più, c'era quello di Sisaia che m'informava del fatto che in Inglese esiste un colloquialismo, datato, per cui "filare il filo"  equivarrebbe a 'dare corda', 'dare a bere' etc.. In questo caso il 'falsario' sarebbe stato un burlone di lingua inglese...