giovedì 28 marzo 2013

Isola Sarda, in un Mare di Contraddizioni


L a "FLOTTA SARDA" non c'è più, ma in compenso gli emigrati sardi potranno presto andare su Marte.

Flotta sarda al capolinea. L’iniziativa della Regione, che nell’estate del 2011 aveva cercato di ovviare all’indiscriminato aumento delle tariffe sulle rotte marittime tra la Sardegna e il continente, quest’anno non sarà quasi certamente ripetuta. E non si può certo dire che, almeno da noi, lasci dietro di sé una lunga coda di rimpianti. Ma di polemiche, anche aspre, certamente sì. Perché se è vero che il “cartello” creato nelle ultime estati da Tirrenia e dalle altre compagnie è stato valutato da tutti (istituzioni, sindacati e categorie produttive) come un’autentica “sciagura”, è anche vero che la creazione della flotta con i 4 Mori, per come è stata gestita l’intera faccenda, ha scontentato parecchi. Non solo, perché l’esperimento flotta sarda è costato ai contribuenti sardi qualcosa come nove milioni di euro, cifra che si riferisce soltanto alla perdita d’esercizio sui collegamenti fra Civitavecchia e Porto Torres. Lo ha reso noto il vice commissario europeo Joaquin Almunia con una lettera inviata al nostro ministro degli esteri Giulio Terzi di Sant’Agata. Ma la Commissione Europea ha fatto anche di più, aprendo una procedura d’inchiesta nella convinzione che i soldi che dalla Regione sono finiti alla Saremar possano configurare la violazione delle norme comunitarie sulla libera concorrenza e quindi essere considerati veri e propri “aiuti di Stato”. Nella lettera Almunia ricorda “conformemente alle informazioni trasmesse dalle autorità italiane, le perdite subite dalla Saremar ammontano (per l’esattezza) a 9 milioni 30mila 690 euro e 75 centesimi. Per la prima volta, quindi, vengono alla luce i veri conti dell’iniziativa varata dalla giunta Cappellacci, dopo che nell’agosto scorso il Consiglio regionale approvò uno stanziamento di 10 milioni di euro, con un decreto che passò con i voti della maggioranza di centrodestra e l’astensione Inchiesta della Commissione europea per “aiuti di Stato” - La Saremar ha avuto perdite per oltre nove milioni di euro solo sulla tratta per Civitavecchia - Cappellacci annuncia che quest’estate “Dimonios” e “Scintu” non collegheranno l’Isola al continente delle opposizioni di centrosinistra. Ecco, quindi, l’accusa nei confronti della Regione, per aver messo in campo gli aiuti di Stato. Ma non è, questa, l’unica contestazione che la Commissione Europea muove nei confronti dell’Amministrazione regionale sarda. Perché la Regione, nell’intento di spezzare l’isolamento via mare creato dall’accordo tra le compagnie e il conseguente aumento delle tariffe, non affidò la gestione della Saremar con una regolare gara d’appalto, ma lo fece con un affidamento diretto delle tratte, e questo contrasterebbe con la vigente normativa in materia. E infine la Commissione di Almunia ha chiesto spiegazioni anche in merito ad un’altra questione: e cioè i 3 milioni di euro che dalla Regione sono transitati alla Saremar attraverso l’agenzia “Sardegna promozione”. L’Esecutivo regionale guidato da Cappellacci ha detto che si tratta di soldi stanziati nell’ambito delle attività promozionali dell’Amministrazione regionale, ma l’organismo comunitario ha comunque deciso di vederci più chiaro e approfondire l’indagine su questi fatti. In particolare cercando di accertare se i servizi sono stati acquistati, oppure no, a prezzi di mercato. Nel frattempo sono cambiati anche gli attori della vicenda. Perché Cappellacci, sull’onda della batosta elettorale subita dal centrodestra sardo alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, ha aperto la verifica in seno alla coalizione che lo sostiene. Verifica che ha portato all’uscita dei sardisti dalla maggioranza e al ritiro delle deleghe agli assessori, in vista di un rimpasto. Rimpasto che, effettivamente, ha prodotto solo uno spostamento di poltrone tra gli assessori, tranne che in un caso, perché l’assessore regionale ai trasporti Christian Solinas (esponente sardista che più di altri si era battuto per la flotta sarda) ha effettivamente lasciato l’incarico, assunto ad interim dallo stesso Cappellacci. Una questione, quella dei collegamenti marittimi estivi fra la Sardegna e il continente, che allarma in vista dell’inizio della stagione delle vacanze e quindi del turismo, attività sulla quale la Sardegna punta in modo deciso per uscire dalle secche della crisi e dal sottosviluppo. E che preoccupa e non poco anche i nostri emigrati, alle prese con difficoltà aumentate nel tentativo di raggiungere le proprie famiglie d’origine per trascorrere un breve periodo di vacanza. E se la Regione è, almeno per il momento, in stand-by (perché Cappellacci nel corso di una conferenza a Cagliari ha detto ai giornalisti che “difficilmente si riuscirà a garantire il servizio della flotta sarda, perché non ci sono i tempi necessari”), è vero che gli altri attori dell’industria isolana delle vacanze si sono mossi, non avendo alcuna intenzione di aspettare le decisioni di una Amministrazione regionale che, negli ultimi mesi, è parsa paralizzata dalle logiche elettorali e di schieramento. E così nel sud Sardegna le amministrazioni comunali di Cagliari, Pula, Muravera, Villasimius e Domusdemaria hanno chiuso accordi separati per “pacchetti” che comprendono collegamenti via mare con Tirrenia, e nel Nord Est sta per vedere la luce un qualcosa che somiglia molto a una “flotta gallurese”. È vero però che alle obiezioni mosse dalla Commissione Europea la Regione aveva risposto con lo stesso assessore Solinas, prima che quest’ultimo lasciasse l’incarico. In una intervista pubblicata su L’Unione Sarda del 5 marzo, Solinas aveva parlato di “vecchie obiezioni alle quali abbiamo già dato risposta”. Rispondendo alle domande del giornalista l’ex assessore aveva detto che “la Saremar non si è avvantaggiata da questo o quell’aiuto di Stato, ma come Regione abbiamo agito per garantire un servizio economico nell’interesse generale”. E ancora sull’aspetto più generale dei rapporti fra istituzioni, Solinas si è espresso in questo modo: “sarebbe molto meglio se tutti, e ripeto tutti, smettessimo di considerare il rapporto fra Bruxelles, l’Italia e la Regione come una sfida fra guardie e ladri. È stata aperta un’istruttoria e noi ci siamo fatti parte attiva per l’invio di tutti quei documenti che, a nostro parere, escludono l’ipotesi di infrazione”. Ma la Commissione Europea non è l’unica istituzione ad aver messo nel mirino la cosiddetta “flotta sarda”. Perché anche la Corte dei Conti lo ha fatto. Nella relazione introduttiva all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, il procuratore generale Salvatore Nottola ha citato proprio la Saremar come esempio di cattiva amministrazione, annoverandola anzi fra gli “esempi corruttivi”. Nottola, nella relazione, non cita direttamente Saremar, ma scrive “tra i fenomeni corruttivi è compreso anche l’affidamento a società interamente partecipata della Regione, di attività imprenditoriale per l’espletamento di un servizio di trasporto, già oggetto di assegnazione da parte dello Stato per assicurare la continuità territoriale, con l’esborso di diverse somme a titolo di sponsorizzazione (circa tre milioni di euro) con profili rilevanti anche per quanto concerne l’osservanza delle norme europee in materia di aiuti di Stato”.
Andrea Frailis 

Due brevetti made in Sardinia per la colonizzazione di Marte

 La Sardegna non è solo crisi, posti di lavoro che evaporano, cassa integrazione e povertà crescente. C’è anche un’isola che in silenzio si ritaglia, pur a fatica, un posto in prima fila nel campo delle nuove tecnologie, che collabora con le più prestigiose istituzioni scientifiche americane e russe, che lavora con l’ente Spaziale Europeo e che in alcuni settori è in grado di proporre brevetti per le future esplorazioni spaziali. Non stiamo parlando di grandi numeri, ma di poche decine di persone, che con somme non immense, a dimostrazione che non servono i capitali per far nascere le idee, sono state in grado di ricevere attenzione e riconoscimenti internazionali. L’obiettivo è ambiziosissimo: costruire nuovi materiali da usare su Marte durante le future esplorazioni spaziali: materiali speciali con i quali realizzare moduli abitativi e protezioni dai meteoriti. Il coordinatore di questi progetti è un ingegnere chimico dell’Università di Cagliari, Giacomo Cao, che lavora da anni su questi temi. Il progetto in questione si chiama “Cosmic”, finanziato dall’Agenzia spaziale italiana. “I due brevetti – dice Giacomo Cao – che si possono chiamare mattoncini piuttosto che primi elementi da costruzione l’ilmenite, costituita da ossido di ferro e titanio, e per Marte degli ossidi di ferro, ben presente nel pianeta rosso”. Cao ricorda anche le caratteristiche del secondo brevetto: la produzione, tramite una tecnologia complessa, di una serie di sostanze necessarie alla vita, ossigeno, azoto e fertilizzanti, visto che per le colonizzazioni, sia sulla luna che su Marte non è pensabile portare grandi quantità di materiale dalla Terra, ma bisogna realizzare “in loco” tutto ciò che serve. Non stiamo parlando di tempi rapidi, per queste colonizzazioni, ma di decenni ancora a venire, anche se la Nasa, l’ente spaziale americano ha programmato la prima missione su Marte per il 2030. È logico pensare che a questa ne seguiranno altre, ma difficilmente tutto ciò si realizzerà prima del prossimo secolo. Nei giorni scorsi l’Ufficio brevetti Europeo ha detto che il brevetto è accettabile. “Il nostro è un brevetto made in Sardinia, e in ambito internazionale – spiega Cao – non capita tutti i giorni, specie in un settore complicato e strategico qual è quello delle scienze aerospaziali, di ricevere note positive con ricadute scientifiche, accademiche e imprenditoriali di rilievo mondiale”. Il progetto “Cosmic” – finanziato dal 2009 dall’Asi con 500mila euro – ha l’obiettivo di sviluppare nuovi processi per l’esplorazione umana e robotica dello spazio. Al progetto, oltre all’Università di Cagliari, collaborano Crs4, dipartimento Energia e trasporti del Cnr e la Corem srl.    g.cen

Fonte: Il Messaggero Sardo On Line