L a "FLOTTA SARDA" non c'è più, ma in compenso gli emigrati sardi potranno presto andare su Marte.
Flotta sarda al capolinea. L’iniziativa della Regione, che
nell’estate del 2011 aveva cercato di ovviare all’indiscriminato aumento delle
tariffe sulle rotte marittime tra la Sardegna e il continente, quest’anno non
sarà quasi certamente ripetuta. E non si può certo dire che, almeno da noi,
lasci dietro di sé una lunga coda di rimpianti. Ma di polemiche, anche aspre,
certamente sì. Perché se è vero che il “cartello” creato nelle ultime estati da
Tirrenia e dalle altre compagnie è stato valutato da tutti (istituzioni,
sindacati e categorie produttive) come un’autentica “sciagura”, è anche vero
che la creazione della flotta con i 4 Mori, per come è stata gestita l’intera
faccenda, ha scontentato parecchi. Non solo, perché l’esperimento flotta sarda
è costato ai contribuenti sardi qualcosa come nove milioni di euro, cifra che si
riferisce soltanto alla perdita d’esercizio sui collegamenti fra Civitavecchia
e Porto Torres. Lo ha reso noto il vice commissario europeo Joaquin Almunia con
una lettera inviata al nostro ministro degli esteri Giulio Terzi di Sant’Agata.
Ma la Commissione Europea ha fatto anche di più, aprendo una procedura
d’inchiesta nella convinzione che i soldi che dalla Regione sono finiti alla
Saremar possano configurare la violazione delle norme comunitarie sulla libera
concorrenza e quindi essere considerati veri e propri “aiuti di Stato”. Nella
lettera Almunia ricorda “conformemente alle informazioni trasmesse dalle
autorità italiane, le perdite subite dalla Saremar ammontano (per l’esattezza)
a 9 milioni 30mila 690 euro e 75 centesimi. Per la prima volta, quindi, vengono
alla luce i veri conti dell’iniziativa varata dalla giunta Cappellacci, dopo
che nell’agosto scorso il Consiglio regionale approvò uno stanziamento di 10
milioni di euro, con un decreto che passò con i voti della maggioranza di
centrodestra e l’astensione Inchiesta della Commissione europea per “aiuti di
Stato” - La Saremar ha avuto perdite per oltre nove milioni di euro solo sulla
tratta per Civitavecchia - Cappellacci annuncia che quest’estate “Dimonios” e
“Scintu” non collegheranno l’Isola al continente delle opposizioni di
centrosinistra. Ecco, quindi, l’accusa nei confronti della Regione, per aver
messo in campo gli aiuti di Stato. Ma non è, questa, l’unica contestazione che
la Commissione Europea muove nei confronti dell’Amministrazione regionale
sarda. Perché la Regione, nell’intento di spezzare l’isolamento via mare creato
dall’accordo tra le compagnie e il conseguente aumento delle tariffe, non
affidò la gestione della Saremar con una regolare gara d’appalto, ma lo fece
con un affidamento diretto delle tratte, e questo contrasterebbe con la vigente
normativa in materia. E infine la Commissione di Almunia ha chiesto spiegazioni
anche in merito ad un’altra questione: e cioè i 3 milioni di euro che dalla
Regione sono transitati alla Saremar attraverso l’agenzia “Sardegna
promozione”. L’Esecutivo regionale guidato da Cappellacci ha detto che si
tratta di soldi stanziati nell’ambito delle attività promozionali
dell’Amministrazione regionale, ma l’organismo comunitario ha comunque deciso
di vederci più chiaro e approfondire l’indagine su questi fatti. In particolare
cercando di accertare se i servizi sono stati acquistati, oppure no, a prezzi
di mercato. Nel frattempo sono cambiati anche gli attori della vicenda. Perché
Cappellacci, sull’onda della batosta elettorale subita dal centrodestra sardo
alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, ha aperto la verifica in seno
alla coalizione che lo sostiene. Verifica che ha portato all’uscita dei
sardisti dalla maggioranza e al ritiro delle deleghe agli assessori, in vista
di un rimpasto. Rimpasto che, effettivamente, ha prodotto solo uno spostamento
di poltrone tra gli assessori, tranne che in un caso, perché l’assessore regionale
ai trasporti Christian Solinas (esponente sardista che più di altri si era battuto
per la flotta sarda) ha effettivamente lasciato l’incarico, assunto ad interim dallo
stesso Cappellacci. Una questione, quella dei collegamenti marittimi estivi fra
la Sardegna e il continente, che allarma in vista dell’inizio della stagione
delle vacanze e quindi del turismo, attività sulla quale la Sardegna punta in
modo deciso per uscire dalle secche della crisi e dal sottosviluppo. E che
preoccupa e non poco anche i nostri emigrati, alle prese con difficoltà
aumentate nel tentativo di raggiungere le proprie famiglie d’origine per
trascorrere un breve periodo di vacanza. E se la Regione è, almeno per il
momento, in stand-by (perché Cappellacci nel corso di una conferenza a Cagliari
ha detto ai giornalisti che “difficilmente si riuscirà a garantire il servizio
della flotta sarda, perché non ci sono i tempi necessari”), è vero che gli
altri attori dell’industria isolana delle vacanze si sono mossi, non avendo
alcuna intenzione di aspettare le decisioni di una Amministrazione regionale
che, negli ultimi mesi, è parsa paralizzata dalle logiche elettorali e di
schieramento. E così nel sud Sardegna le amministrazioni comunali di Cagliari,
Pula, Muravera, Villasimius e Domusdemaria hanno chiuso accordi separati per
“pacchetti” che comprendono collegamenti via mare con Tirrenia, e nel Nord Est
sta per vedere la luce un qualcosa che somiglia molto a una “flotta gallurese”.
È vero però che alle obiezioni mosse dalla Commissione Europea la Regione aveva
risposto con lo stesso assessore Solinas, prima che quest’ultimo lasciasse
l’incarico. In una intervista pubblicata su L’Unione Sarda del 5 marzo, Solinas
aveva parlato di “vecchie obiezioni alle quali abbiamo già dato risposta”.
Rispondendo alle domande del giornalista l’ex assessore aveva detto che “la
Saremar non si è avvantaggiata da questo o quell’aiuto di Stato, ma come
Regione abbiamo agito per garantire un servizio economico nell’interesse
generale”. E ancora sull’aspetto più generale dei rapporti fra istituzioni,
Solinas si è espresso in questo modo: “sarebbe molto meglio se tutti, e ripeto
tutti, smettessimo di considerare il rapporto fra Bruxelles, l’Italia e la Regione
come una sfida fra guardie e ladri. È stata aperta un’istruttoria e noi ci
siamo fatti parte attiva per l’invio di tutti quei documenti che, a nostro
parere, escludono l’ipotesi di infrazione”. Ma la Commissione Europea non è
l’unica istituzione ad aver messo nel mirino la cosiddetta “flotta sarda”.
Perché anche la Corte dei Conti lo ha fatto. Nella relazione introduttiva
all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario, il procuratore generale Salvatore Nottola
ha citato proprio la Saremar come esempio di cattiva amministrazione,
annoverandola anzi fra gli “esempi corruttivi”. Nottola, nella relazione, non
cita direttamente Saremar, ma scrive “tra i fenomeni corruttivi è compreso
anche l’affidamento a società interamente partecipata della Regione, di attività
imprenditoriale per l’espletamento di un servizio di trasporto, già oggetto di
assegnazione da parte dello Stato per assicurare la continuità territoriale,
con l’esborso di diverse somme a titolo di sponsorizzazione (circa tre milioni
di euro) con profili rilevanti anche per quanto concerne l’osservanza delle
norme europee in materia di aiuti di Stato”.
Andrea Frailis
Due brevetti
made in Sardinia per la colonizzazione di Marte
La Sardegna non è
solo crisi, posti di lavoro che evaporano, cassa integrazione e povertà
crescente. C’è anche un’isola che in silenzio si ritaglia, pur a fatica, un
posto in prima fila nel campo delle nuove tecnologie, che collabora con le più
prestigiose istituzioni scientifiche americane e russe, che lavora con l’ente
Spaziale Europeo e che in alcuni settori è in grado di proporre brevetti per le
future esplorazioni spaziali. Non stiamo parlando di grandi numeri, ma di poche
decine di persone, che con somme non immense, a dimostrazione che non servono i
capitali per far nascere le idee, sono state in grado di ricevere attenzione e
riconoscimenti internazionali. L’obiettivo è ambiziosissimo: costruire nuovi
materiali da usare su Marte durante le future esplorazioni spaziali: materiali
speciali con i quali realizzare moduli abitativi e protezioni dai meteoriti. Il
coordinatore di questi progetti è un ingegnere chimico dell’Università di Cagliari,
Giacomo Cao, che lavora da anni su questi temi. Il progetto in questione si
chiama “Cosmic”, finanziato dall’Agenzia spaziale italiana. “I due brevetti –
dice Giacomo Cao – che si possono chiamare mattoncini piuttosto che primi elementi
da costruzione l’ilmenite, costituita da ossido di ferro e titanio, e per Marte
degli ossidi di ferro, ben presente nel pianeta rosso”. Cao ricorda anche le
caratteristiche del secondo brevetto: la produzione, tramite una tecnologia
complessa, di una serie di sostanze necessarie alla vita, ossigeno, azoto e
fertilizzanti, visto che per le colonizzazioni, sia sulla luna che su Marte non
è pensabile portare grandi quantità di materiale dalla Terra, ma bisogna
realizzare “in loco” tutto ciò che serve. Non stiamo parlando di tempi rapidi,
per queste colonizzazioni, ma di decenni ancora a venire, anche se la Nasa,
l’ente spaziale americano ha programmato la prima missione su Marte per il
2030. È logico pensare che a questa ne seguiranno altre, ma difficilmente tutto
ciò si realizzerà prima del prossimo secolo. Nei giorni scorsi l’Ufficio
brevetti Europeo ha detto che il brevetto è accettabile. “Il nostro è un
brevetto made in Sardinia, e in ambito internazionale – spiega Cao – non capita
tutti i giorni, specie in un settore complicato e strategico qual è quello delle
scienze aerospaziali, di ricevere note positive con ricadute scientifiche,
accademiche e imprenditoriali di rilievo mondiale”. Il progetto “Cosmic” –
finanziato dal 2009 dall’Asi con 500mila euro – ha l’obiettivo di sviluppare
nuovi processi per l’esplorazione umana e robotica dello spazio. Al progetto,
oltre all’Università di Cagliari, collaborano Crs4, dipartimento Energia e
trasporti del Cnr e la Corem srl. g.cen
Fonte: Il Messaggero Sardo On Line