domenica 10 marzo 2013

Incultura Rampante, ma rispettabile, diamine!


In questo blog ho portato (e continuerò a riportare) vari scritti di validi esperti su materie ed argomenti diversi.

Capisco forse di annoiare qualcuno (non me ne importa poi gran che: basta andare altrove, l’Internet è un mare navigabile e vasto) e di fare arrabbiare qualcun altro (e davvero non me ne cale proprio nulla, così imparano a fare i pataccari).

Mi sembra che ormai sia tempo di tracciare un chiaro e netto confine, tra le pseudoscientificherie dei fantarcheologhi e la scienza (che già ha tanti problemi anche da sola e non ne abbisogna d’altri).

Ora, certe belle persone sono arrivate a cercare di carpire l’approvazione accademica, magari  anche attraverso matrimoni multinazionali: i pataccari Inglesi (e di altre nazionalità, sia chiaro) invitano quelli Italiani a parlare e viceversa. La rete di sostegno è sempre più complessa.
Si vuole affermare il principio per cui, se lo dicono gli Inglesi che questa pataccata è vera, allora deve essere vera! Perché gli Inglesi sono gente seria (paragonati a chi? si potrebbe chiedere).
In genere sì: più seri lo sono. Ma anche lì esistono i pataccari, con le precise, identiche motivazioni dei pataccari latini, solo che loro sono biondi ed hanno gli occhi chiari, che sembrano più onesti.
Anche per questo motivo ho descritto i movimenti di terra di cemento e di gru che hanno interessato Stonehenge per anni: quando si patacca – amici miei – si patacca e non si può, né si deve negarlo. Infatti oggi, nei pamphlets illustrativi del sito di Stonehenge, quella ormai vecchia azione di pataccaggio è doverosamente ammessa e riportata.
Chi fece il falso di Piltdown era, appunto, inglese anche lui. Non è stato scoperto se non dopo molti anni. Ma ha prodotto danni sensibili, come riporto nel post: per decine d’anni ha distolto attenzione, forza, finanziamenti, interesse pubblico ed individuale alle ricerche vere e giuste, che erano condotte in Africa e che portarono alla scoperta epocale dell’Australopitecus e del Ramipitecus.

Ogni falso causa questo tipo di danno. Per questo va sempre combattuto.
Quindi, le notizie strepitose vanno sempre vagliate attentamente.

I ricercatori che non sbagliano mai sono solamente tristissimi buffoni.
Gli “autori” che scrivono solamente nei blog e mai nelle riviste scientifiche, sono falsi scienziati e veri cialtroni: si offendano pure e poi vadano al diavolo, con la loro ideologia malata.

Anche per questo scrissi l’articolo su come chiunque possa identificare un falso: un’affermazione un po’ ottimistica, forse, ma non troppo lontana dal vero. Il ciarlatano è un imbonitore, che scrive cose piacevoli per l’uditorio, lo deve affascinare, ne deve rapire la fantasia. In Spagna, egli deve postulare l’assoluta superiorità degli Spagnoli antichi, in Germania deve scoprire la superiorità dei Germani...

Deve produrre, poverino, sempre nuovi e più convincenti argomenti: non è un caso che ormai il 25% dei vasi etruschi esistenti sia oggi considerato composto da falsi.

Una volta il falsario non desiderava anche essere considerato un erudito: vendeva di nascosto la sua merce clandestina (un misto di roba vera da tombarolo e di roba da pataccaro) e si contentava di costruirsi una bella casa e di avere di che campare: era sempre meglio che lavorare.
Oggi no: oggi vuole anche essere considerato un esperto, un ricercatore, persino – incredibile! – una persona degna di rispetto.

Oggi, d'altronde, le cose sono differenti: anche perché oggi c’è la crisi, e nessuno compra più le patacche. Oggi – poi – c’è molto maggiore rischio a produrre le patacche, perché ci sono mezzi sofisticati veramente diabolici per smascherarli con assoluta sicurezza. Quindi, si mostrano solo le foto, oppure i calchi. Il materiale concreto non lo si espone più al pericolo di un esame diretto.
Ma allora – si chiederà – come si fanno i soldi?
È un procedimento un po’ più lungo, certamente, ma è molto più sicuro e non espone alla denuncia o alla galera. Ci vuole solamente un po’ di pazienza. (E furbizia: il falsario, spesso, non è affatto un cretino. È un istrione, un attore, un abile comunicatore: ma resta un miserabile imbroglione).

Si inventa qualche cosa di concettuale, di astratto, che però abbia grande rilevanza culturale: la luce che passa attraverso la bocca di un pozzo antico, ad esempio, va benissimo.
Poco importa se quel pozzo antico è stato ritoccato nel corso degli anni, con maggiore o minore perizia, molte volte, per cui le sue misure e caratteristiche sono certamente molto modificate da come erano in origine. Tra l’altro – guarda un po’! – i primi lavori di restauro del pozzo non sono mai stati pubblicati! Esiste solamente un filmato – dell’allora Istituto Luce – che mostra bene in quale stato di rovina versasse quel pozzo e come non potesse assolutamente avere le caratteristiche che sono osservabili adesso…
Oppure, ci si accontenta della luce che passa attraverso una finestrella a caso di un muro antichissimo. Se i Cinesi hanno avuto tanto successo con le ombre, noi possiamo averlo con le luci, o no?
Oppure ancora si trovano strane incisioni graffite, segni che sono sicuramente lettere di una lingua morta: nessuno si farà male, in fondo!
La lingua tanto, è già morta da tempo. E nessuno è mai andato in galera per averla voluta resuscitare… O per avere inventato di sana pianta una lingua morta: ce ne sono già tante!

Il secondo passo è quello di crearsi intorno un ambiente favorevole di seguaci e credenti nel movimento: questo richiede un paziente lavoro di anni di relazioni amichevoli e d’inviti, contatti, dissertazioni, abboccamenti etc etc . E' un lavoro politico, appunto. Ed è forse il vero motivo dell’indignazione dei soggetti di fronte all’accusa di falso: “Dopo tanti anni di duro lavoro!”.

Comunque sia, le idee sono astratte e purtroppo non si possono monetizzare subito, vendendole. Esse richiedono, pertanto, di essere comunicate ad Enti, Comuni, Circoli, Giornali locali e no,  etc. Queste comunicazioni sono possibili solo presso Circoli Privati, Sagre paesane, Feste regionali, Incontri Programmati, Interviste, Seminari, Dibattiti, Conferenze etc...

Finalmente, quando la patacca iniziale – lievitando a fuoco lento – si è trasformata in rispettabile fama, allora si può finalmente cominciare a monetizzare.
Come? Pubblicando libri e vendendoli a carissimo prezzo: attenzione! Il prezzo deve essere altissimo, così è più difficile che si pensi ad un’invenzione a base di fuffa: se costa molto, il libro riporta per forza i risultati di lunghissimi e serissimi studi. Non può essere ciarpame inventato dopo una cattiva digestione di casseula lombarda.

Questo è appunto diventato il metodo maggiormente usato in questi anni: la produzione di una ‘letteratura ciarpame’. In questo tipo di ‘letteratura ciarpame’ vanno incluse molte pappecotte che riguardano l'Italia e le sue regioni, ma anche molte regioni estere...
Dalle teorie ‘Din, Don Dan’ sui Shardana, fino all’inesistenza dei Fenici, all’esistenza di Atlantide e alla scrittura Nuragica, Ulisse nel Baltico ed i Vichinghi con gli elmi cornuti, alle piramidi extraterrestri, alluomo di Similaun sardo ed agli antenati Illirici, alla talassovrazia per mezzo di una navigazione inesistente da parte di una popolazione sparuta e poco numerosa, ma egualmente superiore a tutti. E così via, in un lunghissimo elenco.
Ed altro ancora verrà prodotto, naturalmente, perché il falsario deve inventare sempre qualche cosa di nuovo, accattivante, strepitoso. E al peggio non c’è davvero fine.

Ma v’è molto d’altro: si è in genere preso a modello la ricerca effettuata all’estero, per trasportarla di peso in Italia: i monumenti megalitici Inglesi possiedono un orientamento astronomico? Cerchiamolo immediatamente nei monumenti megalitici nostrani, baldanzosamente incuranti di due fatti fondamentali:
1)    l’uomo ha sempre orientato astronomicamente le proprie costruzioni, anche se solo per banalissimi motivi ambientali e pratici.
2)    Solamente una popolazione di cretini costruisce allineamenti astronomici attraverso monumenti complessi ed impegnativi, invece che con semplici pali o pietre, tirate su in un attimo...

Il fatto che l’Archeoastronomia esista come 'scienza' e che gli astrofantasmagorici esistano anche all’estero, non dovrebbe autorizzarci a tradurli in italiano. Ma rende: e produce libri che si vendono. Anche alle Case Editrici.

Che si neghi aprioristicamente il grandissimo movimento migratorio che condusse il Progresso inarrestabile lungo le sue millenarie direttive Est-Ovest, conducendo con sé tutte le sue componenti (l’agricoltura, le piante coltivate, gli strumenti e le tecniche ancillari, l’allevamento, gli animali addomesticati, la ceramica, la ruota, la scrittura, la fusione dei metalli etc. etc.), solamente perché non ci piace la semi-poetica frase  Ex Oriente Lux”, con cui questa realtà fu simboleggiata è una posizione da ottusi esseri asfittici con una sola piccola idea piantata nell’angusto cranio, vuoto. Ed è – naturalmente – un’idea venata di pericolosissimo razzismo: tanto più pericoloso quanto con maggiore forza lo si nega, da parte di chi crede di ‘fare cultura’, con questo atteggiamento.

Basta, dicevo, avere una vaga infarinatura di una lingua straniera ed “importare” le idee più strane di moda oggi tra i venditori di fuffa stranieri.
Ed ecco comparire l’Archeoacustica (sia ben chiaro: una parte dell’Archeoacustica è davvero scienza riconosciuta; mi riferisco alla parte di essa che è solo ciarlataneria) con alcuni studi che definire coraggiosi è un atto di pietà.
Ed ecco sbocciare la Neuroarcheologia: vedremo quale risultati concreti riuscirà a produrre, prima di evaporare sotto il sole.
Esistono molte altre “Nuove Scienze” già pronte a rivelarci attraverso i rispettivi profeti, la vera storia del mondo che fino ad oggi abbiamo tutti colpevolmente male interpretato.
Le previsioni Maya avevano una scadenza: è bastato semplicemente attenderla, per sbugiardarla anche presso i più creduloni.
Perciò, naturalmente, i sostenitori delle nuove scienze oggi reclamano la necessità di lunghi anni (almeno un cinquantennio), prima di potere avere qualche risultato pratico ed utile dalle nuove metodiche.

Per fortuna tra cinquant’anni saremo tutti morti e non ci toccherà sentirgli dire – con l’usuale arroganza – che, per colpa del nostro atteggiamento negativista che li ha osteggiati, ce ne vorranno altri cinquanta.