martedì 26 marzo 2013

HeLa, l'Immortale









Sfortunata Immortale: Henrietta Lacks

Non molti la conoscono.
Henrietta, infatti è morta da molti anni, più precisamente dal 1951: aveva solo 31 anni.
Molti di noi non erano neppure ancora nati.
Perché parlarne?
-       Perché Henrietta apparteneva a molte minoranze reiette, sfortunate, private dei loro diritti: infatti era una donna, era orfana, era povera, era ignorante, era una contadina in una piantagione di tabacco, era afro-americana, era malata di una forma estremamente aggressiva di cancro della cervice.
-       Perché – malgrado tutto questo – Henrietta è davvero immortale e le dobbiamo molto.

La storia vera.
Henrietta Lacks non è neppure il suo vero nome originale.
Nacque con il nome Loretta Pleasant a Roanoke, in Virginia. Neppure la famiglia conosce i motivi e le modalità del cambio di nome da Loretta a Henrietta.
La madre – Eliza – morì di parto al decimo figlio. Il padre John Randall Pleasant, non essendo in grado di curarsene, distribuì i figli tra i parenti a Clover, Virginia.
Henrietta finì con il nonno, Tommy Lacks.
Sposò David Lacks, suo cugino, dopo avere avuto due figli da lui: il primo a soli 14 anni. In tutto, ebbe 5 figli: l’ultimo circa cinque mesi prima che le fosse diagnosticato il cancro.


Johns Hopkins Hospital.
Il 29 gennaio 1951, Henrietta andò in ospedale, perché sentiva una tumefazione addominale ed aveva un sanguinamento abnorme e abbondante. Pensava di essere nuovamente incinta. Il suo medico le fece un esame per la sifilide (negativo) e la mandò nell’ospedale più vicino che trattasse anche i negri.
Le fecero una biopsia della cervice uterina e scoprirono che aveva un carcinoma epidermoide allo Stadio I. Henrietta subì l’inserzione di tubi di radio (che allora si usava cucire in sede), poi fu dimessa con il programma di successive radiografie e controlli. Intanto avevano fatto due prelievi: uno della cervice sana ed uno della cervice cancerosa, senza il suo preventivo permesso. Questi prelievi finirono in mano al dottor Gorge Otto Gey e sono proprio quelle cellule che sarebbero diventate una linea di coltura cellulare immortale.
Henrietta ritornò in ospedale per un successivo trattamento il giorno 8 Agosto 1951, ricevette trasfusioni e trattamenti, ma le sue condizioni peggiorarono, fino all’insufficienza renale, all'uremia terminale e alla morte.
L’autopsia mostrò che il cancro aveva metastatizzato tutto il corpo.
Henrietta fu sepolta in una tomba senza lapide, per cui non è certa l’identificazione che i suoi familiari ne fanno in una tomba presso quella della madre.

La coltura.
G. Otto Gey scoprì che le cellule di Henrietta avevano una particolarità, che nessuna coltura cellulare, fino allora, aveva mai presentato: potevano restare vive indefinitamente in una coltura artificiale e crescere  (tutte le altre colture morivano dopo alcuni giorni e la fatica per tenerle vive impediva qualsiasi sperimentazione su di esse).  Le chiamò HeLa, dal nome della paziente: erano le prime cellule umane immortali, utilissime per la sperimentazione. Negli anni 50 non esistevano i protocolli d'informazione obbligatoria del paziente che rientrano sotto il nome di "consenso informato". Probabilmente, nulla fu chiesto alla paziente e non molto le venne spiegato, Le sue condizioni di scolarità non le permettevano comunque di capire gran che.

Estrema utilità.
Il ceppo HeLa fu usato per 'testare' l’efficacia del vaccino anti Polio di Jonas Salk nel 1954. La richiesta di cellule HeLa crebbe rapidamente da parte di tutti i laboratori di ricerca nel Mondo intero.
Da allora, le cellule HeLa sono state usate:
-       per ricerca sul cancro,
-       per l’AIDS,
-       per gli effetti delle radiazioni ionizzanti,
-       per gli effetti delle sostanze tossiche,
-       per la mappatura genetica,
-       per gli studi sulla clonazione,
-       per la reattività delle cellule nello spazio, a gravità zero,
-       per la reattività in varie condizioni limite  ambientali,
-       per la sensibilità ad un’infinità di sostanze (colla, cosmetici, coloranti alimentari e no, cerotti adesivi, sostanze volatili, etc)
-       per gli studi di infettivologia e di virologia.
Fino ad oggi, si calcola che siano state riprodotte più di 20 tonnellate di cellule. Esistono almeno 11.000 licenze che coinvolgono il ceppo HeLa.


La famiglia.
Il segreto di Henrietta era stato mantenuto, facendo circolare il nome di Helen Lane, oppure di Helen Larsen. Ma questo funzionò solo per circa 24 anni.
Anche i familiari di Henrietta Lacks erano sempre stati all’oscuro di tutto ciò: lo seppero finalmente solo perché negli anni 70 cominciarono a ricevere richieste da ricercatori che li interrogavano sulle loro qualità genetiche (colore degli occhi e dei capelli, grado di parentela) e che chiedevano loro di potere eseguire prelievi di sangue.
I familiari erano ignoranti e alcuni di loro non sapevano neppure che cosa fosse una cellula. Ma la figlia Deborah si interessò intensamente della questione materna: non aveva mai conosciuto la madre e desiderava sapere se – attraverso quegli studi genetici – fosse possibile capire qualche cosa di più su di lei. Quali fossero i suoi gusti, che colori le piacessero, se le piacesse ballare. Aveva sofferto quando le avevano fatto le biopsie? E – una domanda disperatamente umana, ma ovviamente senza risposta positiva – se per caso fosse mai possibile clonarla e riaverla indietro.
I fratelli di Deborah, invece, si interessarono della questione solo quando capirono che essa aveva risvolti economici: dopotutto le HeLa erano oggetto di molteplici azioni di compravendita in tutto il mondo. I motivi economici erano giustificati dal fatto che la famiglia Lacks era sempre stata molto povera: nessuno di loro si poteva permettere un’assicurazione sanitaria ed uno di loro viveva addirittura per strada.
La reattività della famiglia condusse alla fine ad una serie di riconoscimenti postumi alla figura di Henrietta Lacks. Nel 1996 la Moorehouse School of Medicine di Atlanta e lo Stato della Georgia riconobbero alla famiglia Lacks il contributo postumo della paziente alla Medicina ed alla Ricerca sulla Salute.  Nel 2011 la Morgan State University  le consegnò una Laurea onoraria. Una scuola di bioscienze  fu aperta col suo nome.
In seguito le sono stati dedicati libri, film, telefilm e persino canzoni.
La lapide sulla tomba è stata considerata una dovuta opera al merito, a spese della comunità.
È stata creata una Fondazione Onlus per assistere finanziariamente soggetti indigenti che abbiano avuto la ventura di fornire preziosi contributi alla scienza a propria insaputa.





Che cosa sono le HeLa.
Sono cellule estremamente maligne ed aggressive. Con orrore, in molti laboratori ci si rese presto conto che esse potevano infettare e colonizzare anche le altre colture cellulari presenti nel laboratorio: pertanto la loro presenza richiede misure particolari di isolamento e sterilità.
Le HeLa sono cellule umane, ma non sono affatto normali: possiedono 82 cromosomi invece dei normali 46, nei loro nuclei (quattro copie del 12, tre del 5, dell’8 e del 17). Se una cellula HeLa potesse produrre un gamete, non sarebbe in grado di fertilizzare un gamete umano, per via della differenza in cromosomi. Questo significa  che le cellule HeLa sono una specie differente e nuova: Helaction Gartleri, per usare il nome che è stato loro assegnato. Sembrerebbe che attraverso una serie di mutazioni casuali, le HeLa abbiano trovato un vantaggio selettivo che permette loro di vivere indefinitamente. Sembra che le HeLa possiedano una forma estremamente attiva di enzima Telomerasi, (che non è presente nelle cellule normali, ma è presente nelle cellule cancerose). La Telomerasi è attiva durante la divisione cellulare e previene l’accorciamento dei telomeri (un meccanismo che sembra associato all’invecchiamento ed in ultima analisi alla morte cellulare).
Si tratta, in fondo, di una forma di ‘evoluzione cellulare’ che  costituisce una strana forma di selezione naturale (o innaturale?) costituendo un nuovo ramo dell’albero evolutivo.
Essa è – allo stesso tempo – un incubo Etico ed una benedizione medica, un’evoluzione post-umana. Tecnicamente, le cellule non sono umane.


Il caso di Henrietta Lacks e della sua famiglia costituisce un caso estremamente complesso e difficile da analizzare da molti punti di vista, per cui non se ne può e non se ne deve parlare alla leggera, senza nozioni approfondite.
Dal punto di vista umano è una storia estremamente pietosa che non può non lasciare dentro ciascuno di noi un segno profondo, invitandoci a oneste riflessioni sulla nostra natura umana, così fragile e passeggera.