Come si può vedere, la
cultura, la serietà, l’affidabilità, le riconosciute e già provate capacità
professionali ed il ben riposto credito alla fine ‘pagano’. Non basta
semplicemente un ‘ottimo curriculum’ o un bel faccino.
Per contro, l’arroganza, la
fraudolenza, la scarsa serietà, l’immagine ‘costruita’ artificialmente, le
velleità futili e la mancanza di capacità manageriale ed organizzativa, alla
fine sono scoperte e negano l’ambito traguardo ai non meritevoli. Si tratta di
tentativi che sono sempre avvenuti ed avverranno ancora.
Fa veramente piacere osservare che
l’elettorato sardo – pur assenteista, disaffezionato e disgustato – pur scarso
e distratto da troppi simboli, programmi, dichiarazioni d’intenti, pur
rappresentando fedelmente una popolazione che è ancora (sembra una perdurante
maledizione!) fatta di ‘Pocos, Locos, y Mal Unidos’, ha espresso il giudizio in fondo più giusto.
È una scommessa con il futuro:
con essa, l’elettorato sardo investe in una persona capace, che ha tutta l’intenzione
di agire correttamente, parlando solo quanto necessario. Non è – come alcuni
dei suoi irritanti ex concorrenti – uno che vende fumo per le strade e le
piazze, né uno che usi toni arroganti o offensivi, né uno che vende libri di
favole, o che frequenta le birrerie. Non è un personaggio in cerca di soldi o
di fama: sarebbe stato destinato alla posizione di Rettore dell’Università di Cagliari,
se non avesse dovuto imbarcarsi in quest’altra utile missione pubblica.
Buona fortuna, Prof. Pìgliaru.
E buona fortuna, Sardegna, di
tutto cuore!