martedì 18 febbraio 2014

LIBRI LETTI: LA VENDETTA BARBARICINA.


Antonio Pìgliaru, nato ad Orune in Barbagia, nel 1922 e deceduto a Sassari nel 1969 è stato anche definito ‘il più grande pensatore che la Sardegna abbia mai avuto dopo Gramsci.

Un pensiero complesso, mosso da una vocazione pedagogica, orientata da un forte senso civico, volto alla trasformazione della società sarda, in modo che l’espressione: “Sardo e orgoglioso di esserlo” potesse avere un senso compiuto e reale, invece che velleitario ed insulso.

Creatore della rivista ‘Ichnusa’, fattrice di tendenze tra il '49 ed il '65. Animatore di dibattiti, dal suo studio in via Manno, fucina d’idee e osservatorio di gente.
Antonio Pìgliaru scrisse molte opere.

Ma il ‘suo’ libro è: “La Vendetta Barbaricina come ordinamento giuridico”, un capolavoro di antropologia giuridica.

La prima edizione è del 1959, ma vi lavorò e lo revisionò ancora fino alla fine: l’edizione postuma del 1970 ne è il risultato. In essa, la sofferta visione del reale, appassionata ma lucida, tenta di dare risposte al più angosciante problema della sua Barbagia. Dando – per universale ammissione – risposte ai problemi di tutte le comunità agropastorali del bacino del Mediterraneo. E – per estensione – presenta temi e problemi d’interesse per le scienze sociali, che non riguardano solamente la Sardegna, bensì tutte le comunità periferiche nella travagliata trasformazione del secondo dopoguerra.
Non è facile descrivere il contenuto del libro. Anche perché si tratta di un argomento tanto complesso (e per alcuni, anche noioso: riguarda il codice giuridico) quanto anche affascinante.

L’antropologia, d'altronde, non è un argomento semplice: quando tutta una comunità umana (quella barbaricina) si dà un insieme di leggi che implica l’uso della vendetta (cioè un metodo definito criminale dalla società in generale), non è agevole dimostrarne le profonde differenze con i metodi mafiosi, camorristici o criminali comuni.

Una delle differenze risiede nel fatto che la vendetta barbaricina non difende interessi individuali, bensì interessi comuni. Il libro lo spiega con dovizia di esempi e di logica.

Ma il discorso è lungo e lo lascio volentieri a chi vorrà leggere questo interessante saggio, scritto con razionalità e passione da uno studioso di filosofia, insegnante di Dottrina dello Stato all’Università di Sassari, che – tra le tante acquisizioni – ha anche trovato un senso più profondo e più vero all’orgoglio identitario. 
Sardo, in questo caso.

Per inciso, il prof. Antonio Pìgliaru è il padre del prof. Francesco Pìgliaru, presidente neo eletto della Regione Sardegna.