Locandina dell'esposizione dei Falsi Bronzetti presso il Museo Pau/Antiquarium Arborense. |
Gli idoletti "fenici" del museo di Cagliari.
Vi giunsero durante
l'Ottocento, un periodo in cui era in atto (proprio come oggi!) un’intensa ricerca dell'identità sarda, anche
attraverso falsi (proprio come oggi!) come le carte
di Arborea,[1] con le quali si mirava a far credere che in
Sardegna ci fosse stato un uso letterario dell'italiano prima che altrove (non
diversamente da come oggi si cerca di far credere che ci fosse stato l’uso
della scrittura prima che altrove!),
con personaggi (inventati) come Torbeno Falliti, il "Petrarca sardo".
Altro motivo d’orgoglio
identitario erano appunto gli idoletti attribuiti a Fenici stanziatisi in
Sardegna (oggi si sa bene che furono ideati e realizzati dai Sardi del Tardo
Bronzo/Ferro allora abitanti nell’isola).
I Falsi Bronzetti Sardi presso il Museo di Cagliari (foto: Montalbano) |
Gaetano Cara, allora direttore del museo, ne acquistò un gran
numero. (Gaetano Cara, 1803 – 1877, fu un archeologo italiano e principalmente un naturalista interessato in ornitologia. Noto falsario e trafficante di reperti sotto il falso nome di mister Olivetti). Per i falsari
che realizzavano questi presunti manufatti fenici, la motivazione era
ovviamente il guadagno che ne traevano (oggi, le motivazioni si espandono ad
un molto più vasto ventaglio d’ambizioni!)[2].
Possiamo pensare che Gaetano Cara fosse genuinamente in errore: egli credeva
realmente che quei bronzetti fossero autentici.[3]
“Un’autentica
sagra del falso”:
così nel 1975 Lilliu definì i bronzi rimossi dalle vetrine del Museo Archeologico
Nazionale di Cagliari. Il fenomeno dei falsi idoli sardo-fenici prese corpo in
Sardegna nei primi decenni del XIX secolo, e in occasione di questa mostra ne
sono stati esposti 141 esemplari. L’esposizione ha rappresentato un momento
suggestivo nella storia dell’archeologia sarda, testimonianza di un episodio di
falsificazione capace di suscitare clamore a livello nazionale. Questi idoli,
quasi demoniaci, raccontano la loro nascita e fortuna attraverso la Sardegna e
i viaggiatori che la percorsero nel 1800.
Esistono, infatti, solo
due possibilità: o era davvero caduto in un grossolano errore, oppure (ipotesi in cui non vorremmo credere) era
colluso con i falsari ed un falsario anch’esso.
Ci fu chi fece notare che
si trattava certamente di contraffazioni, ma la produzione dei falsi e il loro
acquisto da parte del museo proseguirono fino al 1883 quando un nuovo direttore
del museo, Ettore Pais, tolse
dall'esposizione al pubblico questi idoli da lui definiti "falsi e
bugiardi".
Permettimi ora una
domanda, tu – proprio tu! –
elettore sardo: voteresti, oggi, come presidente della Regione Sarda, una delle
persone responsabili di un falso?
Se questa domanda ti
sembra un po’ troppo provocatoria ed aggressiva, te ne pongo una di riserva:
oggi voteresti per Gaetano Cara
o per Ettore Pais?
[1] Si rimanda
per brevità il lettore agli articoli specifici sui Falsi d'Arborea.
http://www.attiliomastino.it/phocadownload/articoli_interventi/articoli/Mastino_A_Falsi_epigrafici_romani_delle_Carte_di_Arborea.pdf
[2] Notorietà, riconoscimenti, fama di combattente per l’identità sarda (utile per l’accesso in politica) e soldi.
http://www.attiliomastino.it/phocadownload/articoli_interventi/articoli/Mastino_A_Falsi_epigrafici_romani_delle_Carte_di_Arborea.pdf
[2] Notorietà, riconoscimenti, fama di combattente per l’identità sarda (utile per l’accesso in politica) e soldi.
[3] Idoletti
"fenici" del museo di Cagliari: Gaetano Cara, Sulla genuinità
degli idoli sardo-fenici esistenti nel museo archeologico della regia
università di Cagliari, Cagliari :
Tipografia Cattolica, 1875 (qui nella Sardegna Digital Library);
Fabrizio Frongia, Le torri di Atlantide, Nuoro : il Maestrale, 2012,
pp.109-117. Vedi anche: http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2009/03/30/news/a-caccia-di-bronzetti-su-internet-1.3312263