domenica 23 febbraio 2014

Contro ogni falso


1915 - da dietro, a partire da sinistra: O. Barlow, Elliot Smith, Charles Dawson (considerato oggi l'autore del falso), Arthur Smith Woodward. Davanti: A.S. Underwood, Arthur Keith, William Plane Pycraft e Sir Ray Lankester.

(reblogged from: 'L'Uomo di Piltdown')

di Maurizio Feo


Perché si devono combattere i falsi?

- Un buon esempio del motivo è dato dal cosiddetto “Uomo di Piltdown”. 



Il 'cranio dell'Uomo di Piltdown' e la derivante ricostruzione ipotetetica del volto.

Nel 1912 l’archeologo dilettante Charles Dawson riferì alla Geological Society di avere trovato parecchi frammenti cranici molto spessi ed una mandibola incompleta in uno strato che conteneva ossa d’animali estinti, presso Piltdown Commons, nel Sussex. 


Lapide commemorativa sul luogo del ritrovamento, coerentemente di forma fallica.

Il Curatore del reparto di Storia Naturale del British Museum (l’anatomista Smith Woodward) lo appoggiò: secondo lui si trattava dell’anello mancante, come si diceva allora, cioè di un uomo estremamente antico e primitivo (anzi, il più antico), con un cranio voluminoso simile in tutto all’uomo moderno[12], e con una mandibola ancora scimmiesca i cui canini (mancanti nel reperto) avrebbero dovuto essere a forma di zanne sporgenti ed acute (secondo un’errata teoria in voga allora e derivata da Darwin) e propose il nome di Eoanthropus Dawsoni (uomo primitivo di Dawson)[13]

Un sacerdote cattolico francese (Teilhard de Chardin) appassionato d’archeologia, trovò proprio quei canini nel sito: erano perfettamente uguali a quelli di una scimmia. Niente di strano: qualcuno – rimasto ancora oggi ignoto – aveva costruito un abile falso. Si era procurato un cranio moderno insolitamente spesso, lo aveva spezzato in frammenti, aveva dipinto le ossa di marrone con materiale terroso fossile, aveva aggiunto una mandibola d’orango spezzata all’estremità articolare (altrimenti si sarebbe capito che non apparteneva al cranio umano), e ne aveva limato i molari per simulare il consumo dato dalla masticazione umana. Completò il tutto mettendo nel sito (solo in un secondo tempo, in un posto dove sarebbero state trovate dal sacerdote) zanne di scimpanzè, anch’esse limate e trattate ad arte per renderle “fossili”.

L’uomo di Piltdown fu chiuso sotto chiave, in una bacheca del Museo di Storia Naturale, gioiello della corona britannica. Gli studiosi non avevano accesso altro che a calchi in gesso: ecco perché il falso durò così tanto. 
Solo nel 1953, nel corso di un programma di verifica generale, si esaminò il reperto con l’allora nuovo metodo di datazione al fluoro, che denunciò il falso. Poi bastò il microscopio per riconoscere i segni della lima (J.S. Weiner, antropologo, Oxford). Infine si trapanò l’osso e si scoprì che l’interno era chiaro e moderno. 

 Una beffa umiliante!

Ma questo era stato considerato per 41 anni l’uomo più antico del Mondo intero. Aveva distolto ogni attenzione accademico-scientifica dagli studi faticosi e seri che da anni erano condotti in Sudafrica sull’Australopithecus Africanus (scimmia meridionale dell’Africa) da Raymond Dart dell’Università di Witwatersrand. 

Nel 1950 Robert Broom aveva rinvenuto, oltre ad altri esemplari d’Africanus, anche un’altra australopitecina che chiamò, per le sue caratteristiche Australopitecus Robustus

Con la dimostrazione del falso di Piltdown, gli studi s’incentrarono finalmente sull’Africa: oggi sappiamo con certezza che la Rift Valley fu abitata da almeno due tipi di scimmie antropomorfe, in un periodo compreso tra 3 milioni e un milione e trecentomila anni fa[14]

Nel 1973 D. Johanson scoprì, nel Triangolo di Afar, un’australopitecina ancora più antica, (Australopitecus Afarensis, 3.250.000 aa fa),  che divenne più nota con il nome di Lucy, essendo di sesso femminile[15]

Da allora, una vasta messe di nuove ricerche (Mary Leakey, Steven Ward e Andrew Hill)  dimostrarono che l’età degli ominidi era ancora più antica: fino a 5 milioni di anni fa.
E rivelarono che questi ominidi lasciarono per 25 metri le impronte solamente dei piedi, su uno strato di cenere proveniente dal vulcano Sadiman, che ci è stato gentilmente conservato dalla natura: camminavano come noi. 

Altre, numerose e più recenti scoperte ci parlano dell’antichità dell’Ardipithecus Ramidus (e dell’Ard. Kadabba, suo predecessore, risalente ad epoche anche precedenti), scoperto nel 1993 e pubblicato nel 2009.

Tutte queste rigorose ed affascinanti ricerche sull’origine vera dell’Uomo sono state terribilmente ritardate ed ostacolate da un falso, che adesso – forse – ci può far sorridere, ma che ha indubbiamente prodotto danni gravi alla scienza e mietuto numerose vittime innocenti tra i ricercatori seri. 

La sola considerazione finale dei danni creati dal falsario e dalla sua opera è sufficiente per convincersi che questo fenomeno va combattuto in ogni modo, sempre.

N.B. Le Note sono numerate a partire dalla [12] perché questo è solo la parte finale dell'articolo originale: 'L'Uomo di Piltdown è vivo'(che compare in questo stesso blog).





[12] Esisteva, infatti, il preconcetto che l’anello mancante dovesse avere un cervello molto sviluppato. Pertanto, il Pitecanthropus Erectus trovato a Giava da Eugene Dubois nel 1890 fu considerato insignificante, come progenitore dell’uomo (in seguito, fu riqualificato come Homo Erectus, ma Dubois morì sconfitto, convinto di avere trovato ‘solo una specie estinta di gibbone’, come ammise egli stesso). 

[13] Darwin, in realtà,  pensava ad un antico progenitore comune alle scimmie e all’uomo, non ancora umano.

[14] Datazione con decadimento del potassio radioattivo in argon radioattivo ed inversione del campo magnetico terrestre.

[15] Dalla canzone allora notissima e di moda: “Lucy in the Sky With Diamonds”, dei Beatles.


Martin Hinton è da alcuni considerato il vero autore del falso di Piltdown, vedi anche:
http://www.clarku.edu/~piltdown/map_prim_suspects/hinton/hinton_prosecution/pilthoax_whodunnit.html

Cronologia:
1856 -- Neanderthal man discovered
1856 -- Dryopithecus discovered
1859 -- Origin of Species published
1863 -- Moulin Quignon forgeries exposed
1869 -- Cro Magnon man discovered
1871 -- The Descent of Man published
1890 -- Java Man discovered
1898 -- Galley hill "man" discovered [modern, misinterpreted]
1903 -- First molar of Peking man found
1907 -- Heidelberg man discovered
1908 -- Dawson (1908-1911) discovers first Piltdown fragments
1909 -- Dawson and Teilhard de Chardin meet
1912 -- February: Dawson contacts Woodward about first skull fragments
1912 -- June: Dawson, Woodward, and Teilhard form digging team
1912 -- June: Team finds elephant molar, skull fragment
1912 -- June: Right parietal skull bones and the jaw bone discovered
1912 -- Summer: Barlow, Pycraft, G.E. Smith, and Lankester join team.
1912 -- November: News breaks in the popular press
1912 -- December: Official presentation of Piltdown man
1913 -- August: the canine tooth is found by Teilhard
1914 -- Tool made from fossil elephant thigh bone found
1914 -- Talgai (Australia) man found, considered confirming of Piltdown
1915 -- Piltdown II found by Dawson (according to Woodward)
1916 -- Dawson dies.
1917 -- Woodward announces discovery of Piltdown II.
1921 -- Osborn and Gregory "converted" by Piltdown II.
1921 -- Rhodesian man discovered
1923 -- Teilhard arrives in China.
1924 -- Dart makes first Australopithecus discovery.
1925 -- Edmonds reports Piltdown geology error. Report ignored.
1929 -- First skull of Peking man found.
1934 -- Ramapithecus discovered
1935 -- Many (38 individuals) Peking man fossils have been found.
1935 -- Swanscombe man [genuine] discovered.
1937 -- Marston attacks Piltdown age estimate, cites Edmonds.
1941 -- Peking man fossils lost in military action.
1943 -- Fluorine content test is first proposed.
1948 -- Woodward publishes The Earliest Englishman
1949 -- Fluorine content test establishes Piltdown man as relatively recent. 1951 -- Edmonds report no geological source for Piltdown animal fossils.
1953 -- Weiner, Le Gros Clark, and Oakley expose the hoax.