domenica 19 ottobre 2014

Genealogia


Genetica e Genealogia.

Nel libro dell’Esodo si dice che Dio conferì il titolo di Kohen ad Aronne – gran sacerdote, fratello di Mosé – e questa ‘carica eterna’ sarebbe poi stata trasmessa a tuti i suoi eredi lungo la linea maschile… Per questo motivo nella comunità ebraica – anche se l’apparenenza è determinata per via materna – un’importanza di particolare riguardo è data a quel gruppo detto Kohanim.
Insomma: ogni Kohen attuale sarebbe un discendente diretto per via patrilineare di Aronne, mebro di diritto della casta sacerdotale, cui competono particolari responsabilità durante i riti del culto.

Questo fatto della tradizione religiosa ebraica, passò – a metà degli anni ’90 – ad interessare anche coloro che non appartengono al gruppo religioso degli israeliti.

Accadde che un medico canadese, certo Karl Skorecki, un kohen,  dedusse che tutti i kohanim debbano avere davvero un antenato in comune (anche se risalente a 3000 anni prima). Essi dovrebbero tutti avere caratteristiche  genetiche simili per via patrilineare. In pratica: il cromosoma Y di Aronne poteva essersi conservato nei Kohanim attuali.

Gli studi furono condotti dall’Università dell’Arizona, da un genetista – Michael Hammer – che aveva già esperienza di studi sul cromosoma Y.
Furono reclutati quasi 200 maschi ebrei che donarono un campione del proprio DNA e la propria storia di ascendenza ebraica.
I risultati, allora, furono sconvolgenti: dei 106 che rivendicavano per sé il ruolo di Kohanim ben 97 condividevano lo stesso gruppo di 6 marker genetici sul cromosoma Y. Questo significava che la maggior parte di essi condivideva un medesimo antenato comune in un lontano passato.

All’atto pratico: una semplice tradizione orale genealogica era stata confermata dalla genetica molecolare.

Da quel momento la genealogia genetica divenne un grande affare economico. Ma iniziò a rivestire anche un grande interesse scientifico, che era stato risvegliato per via della precisione di conferma scientifica del risultato.

Come i cognomi (e in realtà molto meglio, perché c’è una conferma biologica), Y passa lungo la linea maschile, più o meno invariato ed intatto.
Conoscendo ed osservando il suo tasso di mutazione, gli scienziati possono collocare i maschi in gruppi (‘aplogruppi’), che condividono il medesimo antenato, ormai deceduto da tempo.

Ora, esistono 18 aplogruppi nel Y-DNA, a ciascuno dei quali è stato possibile attribuire una regione geografica particolare.
-       A e B sono esclusivamente africani.
-       H s’origina nel subcontinente indiano.
-       K è tipico degli aborigeni australiani e della Nuova Guinea.
Esistono anche sottogruppi più ristretti.
-       R1b è il più frequente tra i mschi europei.
-       I Kohanim appartengono agli aplogruppi J1 e J2: sembra infatti che – dal tempo di Aronne – sia trascorso abbastanza tempo da permettere alla loro linea maschile di dividersi in due aplogruppi.

Le donne non possiedono un cromosoma Y, ma è certamente possibile alberi genealogici femminili, usando il mtDNA (o DNA mitocondriale) che ambedue – maschi e femmine – ereditano dalle loro madri e che sfugge alla ricombinazione del materiale genetico (proprio come il Y-DNA).
A mezzo del mtDNA gli individui possono essere raggruppati in quasi 40 aplogruppi matrilineari, anch’essi associati a diverse regioni geografiche.

Se andiamo a ritroso di anche solo 20 generazioni, ognuno di noi ha più di un milione di antenati diretti. Lo studio genetico può dimostrare che uno di quel gruppo è certamente stato nostro antenato, ma non può ‘puntare l’indice’ su di un individuo soltanto.

Malgrado ciò:

-       1991: il mtDNA permette d’identificare i corpi della famiglia dello Zar Nicola II.
-       1997: identificazione del DNA del Kohen.
-       2001: Brian Sykes pubblica “Le sette figlie di Eva: le comuni origini genetiche dell’umanità”. Un testo molto frainteso.
-       2005: inizia il ‘Progetto Genografico’ di Spencer Wells. Questo è la più grande operazione di Genetica genealogica, finanziato da National Geographic e dall’IBM con 40 milioni di dollari. Il suo scopo dichiarato è quello di raccogliere almeno 100.000 campioni di DNA da popolazioni indigene di tutto il globo, al fine di ricostruire (prima che il processo di amalgama mondiale cancelli ogni traccia) la Storia delle migrazioni umane e di studiare le relazioni genetiche esistenti tra i differenti gruppi etnici.
I Kit venduti sono stati già più di 250.000, il che garantisce una maggiore precisione di risultati ed un maggiore finanziamento (ogni kit costa 100 dollari e permette di ottenere ad ogni individuo notizie sulla provenienza geografico-cronologica dei propri antenati).