giovedì 23 ottobre 2014

Libertà di parola.


Diritti. 



Tutti rivendichiamo il diritto di potere esprimere la nostra opinione, quando leggiamo – oppure ascoltiamo – una tesi che è una completa min(inesattezza scientifica)ata. 
Deve essere un diritto dirlo liberamente anche all’autore, in modo che 1) abbandoni la tesi errata con beneficio di tutti, oppure 2) fornisca valide prove dell’esattezza della sua tesi (e magari anche della mia posizione errata).
È una sfida – sì – ma solamente una sfida scientifica. Non deve condurre, come invece è successo (risulta ben documentato) ad aggressioni fisiche con denuncia per lesioni, oppure a continui e biliosi riferimenti personali a base di offese più o meno scurrili, soprannomi velenosi, ed in genere epiteti poco creativi (più spesso a base di materiale fecale ed altre sorprendenti sostanze di rifiuto).

Mi rendo conto che le conseguenze del nostro dirgli: “Stai sostenendo una str(inesattezza scientificamente scomunicata)ata” non ce ne renderà certo amico l’autore o gli autori. Ma essere avversari intellettuali non costituisce un problema insormontabile, tra gente civile e matura, in una democrazia.



Percezione e comportamento. 
Una persona civile e matura cercherebbe a questo punto di migliorare i propri enunciati, per convincere (tutti, non solo l’avversario) con la logica. Come farebbe? Intanto potrebbe iniziare documentandosi di più e meglio; apporterebbe un po’ di sana bibliografia al proprio lavoro, recente ed accettata, possibilmente internazionale; eliminerebbe (oppure porrebbe in forma solo ipotetica e possibilistica) quanto di non assolutamente provato esista nella propria produzione intellettuale.

Il problema sopraggiunge quando si diventa avversari con persone non civili e non mature, che non possiedono il concetto di democrazia...

Invece di migliorare le proprie tesi, completandole ed approfondendo le proprie ricerche al riguardo, questo tipo di imb(soggetti)illi prenderà molto personalmente l’intera questione e conseguentemente cercherà di dire ‘peste e corna’ dell’avversario intellettuale, che diventerà (nella sua mente) un avversario per la vita. La situazione, insomma diventerà una di quelle situazioni da film western: “Non c’è abbastanza spazio per tutti e due in città, Johnny: uno deve andarsene. E non sarò io”…



Insomma: nella mente (?) di queste tes(persone irrazionali)chia, offendere la controparte, inventarne atteggiamenti deprecabili, falsare le loro posizioni renderà scientificamente valide  e più accettabili a tutti le proprie caz(tesi sbagliate)te.

Essi interpretano i riferimenti ad una bibliografia scientifica aggiornata esistente non come il desiderio di dimostrare che si sta seguendo un percorso scientificamente accettato (oppure ipotizzato come valido e accettato dal Consenso), bensì come incapacità creativa dell’autore, che “non è capace di produrre lavori originali”.
 

Come si vede, si tratta di un evidente e grave caso di strabismo mentale. Esattamente (spiace un po’ dirlo) come nel caso paradigmatico in cui il dito indica la luna ed il soggetto in esame guarda il dito. 


Quando si dovrebbe porre l’attenzione sulla sostanza di argomenti condotti erroneamente e conclusi peggio, questi soggetti si concentrano su tutt’altro, svicolano, offendono, interpretano (di solito, erroneamente) le intenzioni, vanno a caccia dell'oca selvaggia, fanno insomma di tutto meno che restare in argomento. Perché – se lo facessero (e credo che lo sappiano!) – sarebbero costretti ad un certo punto ad ammettere: “Me lo sono inventato”.

Documentazione, creazione originale ed invenzione.
Ripeto: se lo facessero sarebbero costretti ad un certo punto ad ammettere: “Me lo sono inventato”. E - notoriamente - l'invenzione è una creazione originale, ma non necessariamente coincide con la verità Scientifica: esiste anche la fiaba, esiste anche la millanteria, esiste la frode. Tutti esempi di creazioni - talvolta brillanti - che non frequentano la Verità, anche se purtroppo le incontriamo spesso nella realtà che ci circonda...

Si fa un po’ fatica a non imitarne i modi rozzi e diretti (io ho volutamente fatto ricorso ad una forma di autocensura del tipo vedo/non vedo, che considero almeno divertente e che alleggerisce un po’ i termini del conflitto rendendolo semi serio), ma è necessario farlo: 1) anche perché – spesso, troppo spesso – tra i due contendenti gli astanti non riescono bene ad individuare chi sia il cog(soggetto senza metodo scientifico)one e 2) una piazzata in pubblico è proprio qualche cosa in cui il soggetto non civile e non maturo (per il quale esistono numerose alte definizioni più succose sulle quali volentieri sorvolo, al momento) riesce meglio, in quanto trattasi di soggetto del tutto privo di intuizione scientifica, di capacità intellettuale superiore, spesso anche di normale percezione della realtà (vedasi il suo grave problema di ambliopia).
Non m’illudo di avere detto tutto, né di essere stato assolutamente convincente per tutti - figurarsi - e comunque mi astengo dalla puerile ed inutile elencazione alla lavagna delle due liste dei “buoni” e “cattivi” per quando arrivi la maestra...
Ma è evidente che - se un cortese magistrato me lo chiederà - sarò puntuale e preciso, nell'elencazione dei fatti, degli atti  e di chi abbia offeso prima e di più e più persone.