Che cos’è la Vera Archeologia.
Non scrivo queste righe per gli archeologi, naturalmente: esse sono
dedicate a tutte quelle persone che – in buona o meno buona fede – sono appassionati
orecchianti della materia.
L’archeologia è una materia
splendida e proteiforme.
Ci si presenta con ricercatori sempre differenti: dal
classico tecnico del campo che affonda nel fango di un inverno iperboreo fino
quasi al ginocchio durante uno scavo, allo specialista di tecniche, colori e materiali che studia
il modo migliore per salvare un affresco di Pompei. Ma ci può anche sorprendere
con il genetista che insegue un’antica linea genetica di bovini per trarne
considerazioni parallele sugli antichi relativi proprietari umani. Oppure con un
filologo che tenta di chiarire le nostre incerte conoscenze su un’antica lingua morta
dei nostri predecessori.
La gamma di specialità ancillari
che ruotano intorno all’Archeologia è insomma enorme e può confondere.
Ma esiste un potente fattore unificante, unico comune denominatore a tutte, che le riunisce tutte
per quanto differenti e distanti tra
loro esse possano essere: si chiama ‘metodo scientifico’.
I confini dell’Archeologia,
così vasti e solo apparentemente indefiniti, si spiegano prima e meglio con il
definire ciò che non è Archeologia.
Chiunque faccia uso di
spiegazioni che coinvolgono civiltà e popoli sconosciuti, oppure contatti con
extraterrestri, che ricorre alla perfezione ineffabile di testi religiosi, o all’ intervento di
poteri paranormali, di cataclismi globali
mai avvenuti, semplicemente non appartiene alla linea di pensiero ortodossa
dell’Archeologia Ufficiale: si tratta di soggetti che – possiamo dire
benevolmente – appartengono ad una linea intellettuale molto differente, che
non li vincola alle regole precise del ‘metodo scientifico’.
L’ortodossia – sia ben chiaro
questo dall’inizio – non è il partito di coloro che si ritengono depositari autorizzati
della Verità. E non è solamente 'un'opinione differente'. Anzi, tutto il contrario: l’ortodossia è essa stessa una massa multiforme di tesi ed
argomenti spesso in contrasto tra loro, in competizione anche accesa, e
presenta essa stessa argomenti che possono essere considerati astrusi. L'ortodossia procede per tentativo ed errore.
L’atteggiamento dell’ortodossia
accademica nei confronti di quegli ‘investigatori
autonomi’ è – in tutto il mondo – quello di relegarli ai margini, di non
considerarli seriamente, di trattarli come gruppi di culto: cioè non li
considera affatto avversari scientifici. Questo rende conto del motivo per il
quale le loro proposte, pretese e teorie non vengono criticate, né affrontate
da quelle ‘ufficiali’ nell’agone accademico.
Scientificamente, non contano
alcunché: e si offendono, a sentirselo dire.