domenica 19 ottobre 2014

La perenne disputa tra genio e ciarlatano.

Charles Darwin





Ho scritto vari articoli sull’argomento, evidenziando come l’intuizione del ciarlatano sia solamente fuffa priva di fondamento. Ho postato numerosi esempi di falsi storico-archeologici, alcuni dei quali sono stati prodotti da soggetti dotati di cultura (commettere un ‘falso erudito’ è una doppia colpa, a mio vedere: c’è la medesima differenza che passa tra il furto occasionale di una mela ed il furto con destrezza).
 

Oggi, per cambiare, desidero fare un esempio di genio: ho scelto Charles Darwin, nientemeno, per rimanere in argomento genetico e biologico.


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Si deve tenere conto del fatto che Darwin a suo tempo non poteva conoscere (come invece noi, ciascuno in misura diversa, conosciamo oggi) geni o cromosomi.
Nondimeno, formulò la sua brillante e convincentissima teoria dell’evoluzione naturale, sostenendo che i singoli organismi ereditano – sì – le loro caratteristiche dai genitori, ma con piccole imprevedibili alterazioni (ne scrisse le linee generali in una lettera  a Charles Lyell, già nel 1842: sarebbero trascorsi ancora 17 anni, prima della sua pubblicazione, perché Darwin conosceva bene le grandi ostilità ideologiche presenti negli ambienti 'intellettuali' del suo tempo). Quelle alterazioni che giocano a favore della sopravvivenza e della procreazione si moltiplicheranno e si affermeranno nel tempo in una data popolazione, mentre scompariranno gradualmente le alterazioni con effetto negativo.

[Chi avesse letto il precedente ‘post’ sulla Mutazione, comprenderà benissimo che proprio questo fenomeno biologico molecolare fondamentale stava anticipando Charles Darwin].



Charles Darwin presentò la Teoria della Selezione Naturale alla Royal Society, insieme ad Alfred Russel Wallace (un naturalista più giovane di lui, che ne condivideva appieno le idee), nel 1858. Un anno dopo, Darwin pubblicò il famoso “Origine delle Specie”.

Il grande biologo Thomas Henry Huxley – quando ne venne a conoscenza – ebbe a dichiarare: “Che stupidaggine, non averci pensato!”. Era stato dapprima un po’ scettico, ma in seguito divenne uno dei più forti difensori della teoria di Darwin (la sua tenacia gli valse il soprannome di ‘Darwin’s Bulldog’). In questa sua opera di difesa (non un proprio lavoro originale) Huxley non si sminuisce affatto, anzi, possiede precisi meriti.

E la teoria dell’Evoluzione è – come tutte le grandi idee – così semplice che, non appena venga compresa, immediatamente convince.

Naturalmente, l’opposizione alla teoria fu varia e pervicace: tanto che ancora oggi esistono persone le quali dichiarano di ‘non avere mai visto una scimmia trasformarsi in uomo’.

Uno dei grandi oppositori – dotato d’indiscutibili capacità logiche – fu William Paley, reverendo inglese, il quale (già dal 1802) usava l’argomento ‘teleologico’ per confutare l’evoluzione: “Se si rinviene tra gli sterpi di un ambiente selvaggio un orologio (simbolo della complessità biologica della vita di tutti gli organismi), ebbene quest’oggetto deve presupporre l’esistenza di un orologiaio (simbolo del Creatore Superiore, cui ogni forma di vita è dovuta)”.

Anche prima di Darwin esistevano teorie dell’evoluzione: uno dei sostenitori della prima teoria evolutiva fu Jean Baptiste Lamark. Egli sosteneva che ciascun organismo ereditava dal precedente piccole modifiche anatomiche dovute all’ambiente e le trasmetteva a sua volte alla prole, insieme a quelle che l’ambiente avrebbe prodotto su di lui (es.: le giraffe, costrette ad allungarsi verso i rami più alti, trasmetterebbero alla prole il collo e le zampe più lunghe, e così via). La sua era un’intuizione geniale, ma erano purtroppo errate le modalità di trasmissione delle caratteristiche biologiche: è una teoria dileggiata ancora oggi dai creazionisti, in quanto fu ripresa negli anni ’30 da T. Lysenko, un biologo di Stalin che sosteneva che il grano ‘potesse imparare a resistere al freddo’ (ed in questo modo fece morire di fame milioni d’abitanti dell’Unione sovietica).

Le osservazioni di Darwin partivano da lontano: già all’inizio degli anni ’30 era stato, come naturalista, sulla nave da rilevamento marino HMS Beagle.
Ebbe allora modo di fare molte osservazioni preziose sulla fauna e sulla flora del Sud America. Particolarmente ispiratrici furono le isole Galapagos.
Applicò alla biologia le teorie economiche di T. R. Malthus: ‘L’incremento numerico di una popolazione avrebbe provocato una competizione per le risorse disponibili’.

Egli considerò che variazioni casuali in grado di aiutare un organismo a competere per il cibo e per la riproduzione lo avrebbero aiutato a sopravvivere  e a trasmettere alla prole quelle precise caratteristiche.
Al contrario,variazioni con effetti negativi si perderebbero comunque nel tempo, perché i loro portatori soccomberebbero nella lotta con altri organismi meglio adattati all’ambiente circostante…

Pertanto, le variazioni non sono prodotte dall’ambiente, bensì sono da esso selezionate

Le conseguenze di questa ‘Selezione Naturale’ sono semplicemente brutali: essa funziona senza alcuna finalità e non possiede alcuna considerazione per la vita umana in particolare. Alla fine si deve concludere – nelle stesse parole di H. Spencer che il risultato consiste nella ‘sopravvivenza del più adatto’.

Gli attacchi non mancarono, naturalmente (se si considera che ce ne sono anche adesso!).
Gli stessi insegnanti di Darwin (i naturalisti clericali Adam Sedgwick e John Stevens Hensolw) e persino il capitano del HMS Beagle Robert FitzRoy (che si considerava tradito da un vecchio amico, dopo che lui aveva avuto la gentilezza di ospitarlo), ostile alle teorie in favore dell’ateismo.

La storia – in seguito – è più nota: Darwin perfezionò la sua Teoria, pubblicò ‘L’origine dell’uomo’ nel 1871, sostenne che anche l’accoppiamento – oltre all’ambiente – può dirigere l’evoluzione (aggiungendo al lessico scientifico il termine ‘selezione sessuale’).

Ma quel che conta – in tutta questa storia – è che il principio fondamentale secondo il quale tutte le specie sono correlate e originano una dall’altra per mezzo di variazioni casuali che sono trasmesse solo se utili alla sopravvivenza e alla procreazione è la chiave di volta della Biologia. E della Genetica.

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Nota: I creazionisti trattano l'Evoluzione come 'una semplice teoria'. In questo modo credono di porsi, con le proprie teorie, ad un livello di 'parità scientifica'. E' un modo di comportarsi che ho incontrato molto spesso, che riflette l'enorme incomprensione del concetto di Scienza.
La Scienza non usa il termine 'teoria' alla leggera e - soprattutto -mai nel significato di opinione: la Teoria non è opinabile.

Una teoria, anzi è un'iniziale ipotesi confermata da tutti i dati disponibili.
L'evoluzione soddisfa pienamente  la definizione di 'teoria'. A favore della sua veridicità sono prove di tipo genetico, paleontologico, anatomico, zoologico, botanico, geologico, embriologico e molte altre prove ancora, che si esprimono cumulativamente con il termine 'mutidisciplinarietà'.
in fondo è esattamente come la Teoria della Gravità: non si tratta di un opinione da condividere oppure no. E' invece la migliore spiegazione attualmente possibile (secondo le nostre osservazioni) dei precisi fenomeni fisici cui siamo soggetti di fatto ogni momento.