Caro Pasuco:
tu sei una mia invenzione - lo so - ma in qualche strano modo mi sto gradatamente affezionando a te, come se tu esistessi davvero, invece di essere solamente l'Acronimo di PArole SUono COlore, che poi costituisce solamente il soprannome del personaggio immaginario che ho creato (sembro totalmente folle, non credi anche tu, Pasuco?), che in realtà si chiamerebbe Uviguta Olf (altro acronimo, per Udito, Vista, Gusto, Tatto, Olfatto).
Il che, oltre a dimostrarmi totalmente disorientato nel tempo e nello spazio e pronto per lo 'Spizio, mi permette di scrivere di qualsiasi argomento nel quale vaghezza mi punga d'inoltrarmi, impunemente.
Hah, il senso di libertà! (pur essendo uccello in gabbia, che non canta per amor, bensì per rabbia! Infatti sto lavorando, ancora per un bel po')...
L'unica cosa che cerco d'impormi è di non essere mai scientifico, anzi, mi beo dell'essere deliberatamente (e anche involontariamente) 'gnorante come un salmone, perché me ne piacciono assà il colore, la forma ed il sapore...
Ho aggiunto il Tempo, ai cinque sensi classici dell'essere umano.
Arbitrariamente, dirai tu, Pasuco?
Bene, sì: arbitrariamente.
D'altro canto, altri (ricercatori scientifici, credo) si sono permessi di aggiungere così tanto ai cinque sensi (guarda lo scempio che hanno fatto al senso del gusto, aggiungendo una lista infinita di sapori a quelli classici, che tra l'altro non me li ricordo mai tutti insieme: e dire che sono meno numerosi dei sette nani o dei sette re di Roma!), che - almeno nel mio Weblog - potrò aggiungerne uno io, no?
Tra l'altro: è sempre stato un mio pallino interpretare il Tempo Cronologico come un modo di vedere la realtà, proprio solo dell'uomo (un po' meno per la donna, che spesso si fa attendere - è una battutaccia maschilista, prendila alla leggera, Pasuco: tu non hai sesso!).
- Per una roccia il tempo non esiste (va bene - dirai tu - non esiste proprio nulla per una roccia).
- Per una pianta il Tempo è molto relativo: essa certamente è attrezzata per accorgersi del tempo atmosferico (luce, umidità, caldo, freddo etc). Ma non si avvede del passaggio del tempo, salvo morire, quando il suo tempo biologico ed i suoi cicli si sono conclusi.
- Per un animale, il Tempo esiste in modo pressocché istintivo. C'è un tempo per accoppiarsi, un tempo per migrare, per andare in letargo, per dormire, per cacciare, per fuggire. C'è la luce e c'è il buio. C'è il caldo che mi fa cambiare il pelo o le penne o le squame, poi c'è il freddo, che mi fa cercare posti caldi. Ma non so quanto tempo è passato, non ne tengo conto. Un giorno non sono più il capo branco, perché arriva uno che fino a qualche tempo fa era solo un pischello e adesso è più ganzo e più forte di me. L'animale subisce il tempo, senza neanche accorgersi che c'è.
- L'essere umano, invece, cerca di capirlo (anche se molto, quasi tutto, ancora gli sfugge) e cerca di esorcizzarlo, perché ne teme fortemente il trascorrere, perché sa che se il Tempo con la T maiuscola è l'Infinito, il suo tempo biologico invece ha un termine preciso e prima o poi (speriamo poi!) finirà...
E allora cerca di misurarlo, di incasellarlo, di inquadrarlo in schemi che gli descrivono in modo rassicurante tutta la Storia dell'Uomo, come se ogni singolo uomo - imparando le date e le ricorrenze - potesse padroneggiare il trascorrere di tutte le epoche.
Cerca di chiuderlo dentro agli orologi, credendo d'imprigionarlo, di asservirlo.
Cerca di spezzettarlo in Anni, Stagioni, Mesi, Settimane, Giorni, Secondi e Decimi e Centesimi: vivendo sempre il presente, sperando di diventare un po' meno mortale.
Naturalmente s'illude e ne è insoddisfatto...
L'uomo possiede una vista a colori. Alcuni rapaci vedono solamente in bianco e nero, ma hanno un occhio sensibilissimo al più impercettibile movimento.
L'uomo, sempre insoddisfatto, sempre curioso, ha inventato strumenti per vedere anche le radiazioni infrarosse del calore, come i serpenti a sonagli.
Ha inventato il radar, per vedere ancora più lontano del falco.
Continua, quindi, a cercare di inventare qualche cosa riguardo al Tempo, anche se non ne comprende per intero l'essenza: le ricerche quantistiche tendono almeno in parte anche a questo: il cosiddetto "viaggio" nel Tempo. Con il quale l'uomo spera, un giorno, di beffare l'Antica Signora in Nero e lasciarla con un palmo di naso, al momento del suo arrivo.
Quando ha capito che è sull'invecchiamento biologico che si deve lavorare, ha cominciato a ricercare sul Genoma Umano, identificando i geni dell'invecchiamento e tentandone la delezione selettiva, prima che ciascuno di essi si attivi automaticamente (quelli dell'arteriosclerosi si attivano già a 10 anni!).
Prima o poi, caro Pasuco, ci riuscirà: allora avremo soggetti che sembreranno cinquantenni o poco più, ma avranno 130/150 anni.
Ma dovremo anche avere un piedaterre in qualche altro pianeta ospitale, certamente molto lontano, per contenerci tutti...
Adesso ti lascio, signor Uviguta Olf, amico mio Pasuco: anche oggi mi sei servito per evadere un po'; a presto!
L'uomo percepisce l'ambiente attraverso i cinque sensi. Inoltre, possiede una percezione particolare - che è quella del tempo - che non è solamente un adattamento automatico al clima, all'irradiazione solare ed alla stagione (come in alcuni altri animali) bensì è la capacità critica di percepire il trascorrere del proprio tempo biologico, nell'ambiente.Di tutto questo vorrei parlare, per i primi 150 anni: poi, forse patteggeremo su quale prossimo argomento discorrere insieme