martedì 21 agosto 2012

STAMPA DECEREBRATA

Fuoco!

Non sparate sul pianista, si diceva un tempo. Oggi, correggerei il tiro. Mirate al giornalista, direi (metaforicamente, naturalmente, non vorrei certamente fare del male ai giornalisti): almeno farete qualche cosa di utile.

Riuscirà mai qualche benemerito a far comprendere ai giornalisti che per fare informazione devono essere informati loro per primi?

Qualunque professionista non faccia il proprio dovere per intero, viene in genere crocifisso, dal Codice Civile se non da quello Penale: in più, il suo Ordine Professionale lo sanziona o lo censura in qualche modo, se non ritiene addirittura di cancellarlo dall'Albo.  Ed in genere proprio loro - i giornalisti - concorrono sempre volentieri a produrre il maggior danno con la loro gogna, come piragnas in frenesia alimentare...

Ma quando loro forniscono un'informazione zoppa, oppure fuorviante o anche del tutto errata, non subiscono alcuna pena disciplinare. 

Come mai?

Così, in questi giorni c'informano dell'entità  e dell'estensione dei danni degli incendi.  Enumerano i mezzi della Prevenzione Civile e dei VVFF che sono stoicamente intervenuti. Snocciolano con pietà i nomi delle vittime animali o umane...

Alla fine, immancabilmente, formulano l'ipotesi.  Sempre e solamente quella: le Autorità pensano si tratti, forse, di un incendio doloso. (forse!)

Tra le cause: il gran caldo, Oppure, sublime: il gran vento.(a che cosa pensano? alla combustione spontanea per il gran caldo? Forse il loro cervello ha sofferto per il gran caldo. Dopo essere evaporato, ora non soffre più, certamente. Oppure hanno ancora il mononeurone occupato dalla farfallina di Belen...).
Qualche altro sproloquio ed ecco l'altro termine meraviglioso: finalmente parlano di "piromani". A volte azzardano qualche riferimento oscuro, ma coraggioso, alle "Ecomafie", non meglio specificate.

Qualche benemerito, dicevo, dovrebbe informarli del fatto che:

1)  L'incendio spontaneo non esiste, praticamente. O meglio: esiste, esiste. Ma richiede: a) grandi quantità di materiale organico, possibilmente fresco e in grado di andare incontro ad una vigorosa fermentazione b) una notevole quantità di acqua, che permetta appunto la fermentazione del materiale organico, fino a raggiungimento di temperature elevate (talvolta 80°C) tali da provocare l'autoaccensione. E' il motivo per cui i letamai "fumano". E' un' evenienza rarissima, che non può verificarsi in estate.

2) Chi provoca un incendio può - talvolta, forse - essere anche dimostrato un malato di mente, dopo appositi ed approfonditi accertamenti. In quel caso, si può etichettarlo come "piromane". Ma prima di tali accertamenti - che nessun cronista è in grado di anticipare - chi appicca il fuoco è certamente un "criminale" e un "potenziale assassino plurimo": un farabutto, da impeciare, impiumare e poi - con rammarico - consegnare ad una Giustizia equa... perché oggi non impicchiamo più nessuno.

Infine: dato che la maggior parte degli incendi in questa stagione secca è provocato dai mozziconi di sigaretta che i fumatori gettano fuori dall'auto (perché mai sporcare il mio portacenere, quando lì fuori ci sono ettari ed ettari di verde da bruciare?), forse il giornalista attento potrebbe anche proporre che in Italia si proibisca il fumo in automobile.
Magari munendo obbligatoriamente l'automobile di di un sensore per il fumo che blocca l'auto, appena a contatto con il carcinogeno volatile in ambiente chiuso.
Oppure, potrebbe spremersi le meningi per trovare qualche altra proposta...

Riassumiamo: allora (e speriamo che almeno un giornalista sappia anche leggere): gli incendi in questa stagione sono tutti provocati. Pertanto o sono colposi o sono dolosi. Il che vuol dire che o c'è stato un imbecille irresponsabile che lo ha causato non volendo, ma facendo qualche cosa di scervellato, oppure è stato un criminale (non un malato di mente, caro giornalista: malato di mente sei tu, se continui a dire piromane). Perché in estate l'incendio spontaneo, cioé quello naturale, non esiste.