Il tempo, mio caro Pasuco, è sempre lo stesso, ma la sua pericolosità varia continuamente...
È un fatto molto noto a tutti che il primo fine settimana di bel tempo, dopo un lungo periodo di brutto tempo, sia molto a rischio per traumi stradali, perché proprio tutti vogliono finalmente godersi un bel week-end.
Le cifre dei traumatismi si fanno immensamente più drammatiche se la data segue il 27 del mese, cioè coincide con il periodo in cui tutti hanno un po’ più soldi in tasca…
È molto meno noto che i primi 5 minuti di pioggia
sono i più pericolosi per la viabilità: i grassi e le polveri
depositate sulla strada formano con l’acqua microsferule
pericolosissime, che riducendo gli attriti allungano in modo
imprevedibile gli spazi di frenata e l’aderenza in curva: si parla di "acquaplaning" e di altre cose oscure, come se non fossero affatto prevedibili…
Ormai
si stilano calendari che riportano il rischi ingorgo stradale, per
evitare gli assembramenti dovuti a troppe partenze in contemporanea
(“esodo” e “controesodo”, bollini di vario colore e facezie varie)…
È fuori discussione che il cervello umano
sia responsabile di comportamenti diffusi, detti “di massa”, che vedono
gli esseri umani comportarsi come un gregge di erbivori, o anche peggio, come
una folla di lemming impazziti, che si buttano giù per la scogliera…
Di fatto, sembra esserci di più di quello che parrebbe a prima vista.
Le funzioni corporee
di tutti gli organismi sono regolate da meccanismi più spesso ormonali,
che ne determinano la cadenza (giornaliera, mensile, annuale o
pluriennale) con
notevole ed inimmaginabile precisione. Così si spiegano ad esempio, la secrezione
circadiana degli ormoni che regolano il sonno e la veglia, il ciclo
fertile delle femmine dei mammiferi, le migrazioni di varie specie
animali ed il curioso fenomeno del letargo.
Ma
oltre a questi fenomeni già diffusamente noti, n’esistono altri, meno
conosciuti, che dimostrano come l’ora del giorno sia importante e possa
essere fatale…
L’infarto cardiaco colpisce con una frequenza maggiore del 30% nelle prime tre ore dal risveglio, rispetto al resto della giornata.
Il 30/35% degli ictus (accidenti vasculocerebrali ischemico emorragici), si realizza tra le sei di mattina e mezzogiorno
(per aumento in questo periodo dei fattori VII e VIII della
coagulazione e contemporanea diminuzione della pressione arteriosa, che
favoriscono la formazione di coaguli in alcune sedi, che poi migrano nei
vasi cerebrali e determinano il danno).
Anche le coliche reno-ureterali si esprimono più frequentemente in queste ore: la funzione renale diminuisce, di notte. La notte è
anche il più lungo periodo di mancata assunzione di acqua nelle 24 ore.
Il risultato è che le urine divengono più concentrate, sali
si depositano a formare il calcolo oppure ad ingrandirlo. Il peso del
calcolo lo fa staccare e muovere dalla sede di formazione, dando i
sintomi noti e dolorosi.
Tanto che gli Inglesi parlano di "sindrome di
Maiorca": dopo un periodo estivo d’intensa (anche se breve) esposizione a sole, vento e caldo e di
insufficiente assunzione idrica, la colica è molto più frequente, quasi attesa…
Questo non significa che il pomeriggio non presenti le sue urgenze: è statisticamente provato che a questo periodo appartiene la maggiore percentuale di traumi, avvelenamenti ed intossicazioni acute. Di fatto, è ormai noto che - nel proprio ambiente familiare - ciascuno si sente al sicuro dai rischi dell'ambiente eterno ed abbassa le proprie difese ed il livello di attenzione: ecco il perché dell'enorme quantità e varietà di traumi domestici.
Curiosa è la distribuzione statistica delle emergenze psichiatriche: sembrano prediligere la pausa pranzo (forse in rapporto ad un calo della serotonina postprandiale), tra mezzogiorno e le due del pomeriggio.
Insomma, Pasuco: il Tempo - nel corso del suo trascorrere ineluttabile - conserva intatto tutto il proprio mistero e la sua ineffabilità aumenta, semmai, piuttosto che diminuire quando ne esaminiamo i vari e più reconditi aspetti.