venerdì 24 maggio 2013

Crisi del turismo sardo


Situazione del turismo in Sardegna 

dati statistici sull’attività turistica nel 2012, resi noti di recente, consentono di fare un esame della situazione. La raccolta dei dati è stata razionalizzata e si conta in futuro di avere i dati con maggior rapidità e precisione che in passato. È sperabile che questo serva per gli interventi da assumere per migliorare la situazione, cosa che peraltro si può dire non sia mai avvenuta.

Conoscere la situazione è molto importante se si prendono concrete iniziative, ma non serve a nulla se si resta immobili o quasi com’è avvenuto finora. Qui verrà esteso il confronto non solo all’anno precedente ma anche agli ultimi anni, dal 2007, risalendo fino al 1996-7 (ultimi anni di cui si dispone di un’ampia serie di dati). Si tratta di un periodo di circa 15 anni che può consentire un esame approfondito. I dati basilari sono gli arrivi e le presenze, ma l’esame riguarda le presenze che sono il dato più attendibile (quello degli arrivi non è molto significativo: dovrebbe rappresentare
il numero delle persone – e cioè dei turisti – ma non è veritiero perché se un turista si ferma una settimana e cambia albergo tutti i giorni viene considerato come se si trattasse di sette persone diverse e non sempre della stessa). 
Le presenze indicano i giorni di soggiorno e si può ritenerlo valido per individuare sostanzialmente l’attività turistica. Peraltro sia le presenze che gli arrivi comprendono sia i turisti sia coloro che viaggiano per lavoro ma è quasi impossibile distinguere meglio. 
Nel 2012 rispetto al 2011 si è avuto un decremento delle presenze del 16% che fa seguito ad altri decrementi negli anni precedenti.
Negli anni dal 2007 al 2010 si era arrivati ad oltre 12 milioni di presenze, poi nel 2011 si era scesi a 11.800.000, adesso si è arrivati a 9.600.000. In due anni la perdita è stata di 2,5 milioni di presenze, pari al 20%. Nel 1997 le presenze complessive erano state 8.234.000. Non si conoscono ancora i dati finali in Italia del 2012 ma il rapporto è stato nel 2011 del 3,04%, nel 2010 del 3,24%, mentre nel 1997 si era al 2,82%.

Da notare che la maggior perdita si è avuta in Gallura, la regione più avanzata nel settore: nel 2007 e 2008 si erano superati i 5 milioni di presenze che sono scese a poco più di 3.800.000 con una perdita di oltre il 26%. Ma di questo si riparlerà più ampiamente in seguito. 
La diminuzione riguarda soprattutto gli italiani, con un -21,6% ed un -33% rispetto al 2010.
Le presenze di stranieri sono diminuite del 7% rispetto al 2011 mentre sono aumentate del 3% rispetto al 2010.
È importante rilevare che le presenze di stranieri (4.147.000) sono state allo stesso livello degli anni dal 2007 al 2010 (attorno ai 4 milioni), mentre nel 2011 furono quasi 4,5 milioni. Nel 1997 gli stranieri erano stati 1.736.000.

Pertanto è diminuita la quota di italiani: in passato costituivano i due terzi mentre ora sono scesi a poco più della metà ed è aumentata in proporzione la quota di stranieri. Il numero degli esercizi ricettivi e dei posti letto per quanto riguarda gli alberghi è rimasto pressoché invariato negli ultimi anni (attualmente sono circa 105 mila), per cui con il decremento delle presenze è diminuita l’attività e soprattutto la redditività.
Nel 1996 vi erano 64.500 posti letto alberghieri. Si può avere un’idea della situazione facendo un rapporto tra il numero delle presenze ed i posti letto: nel 2012 il rapporto tra 7.000.000 di presenze alberghiere rispetto a 105.000 posti letto è 66.6, nel 2010 è stato 79, nel 1996 era 81.
Negli esercizi complementari, che comprendono le case per ferie, gli ostelli, le affittacamere, gli agriturismo, vi è una diminuzione (78.500 nel 2012 contro 81.500 nel 2011, 83.000 nel 2010, 95.000 nel 2008 e 68.300 nel 1996). Il rapporto analogo è di 31.8 nel 2012, 45,8 nel 2010, 33,7 nel 1996.
La forte diminuzione non è facilmente spiegabile, è difficile interpretare questi dati in quanto sono variati i criteri di classificazione.
Inoltre, dovrebbero comprendere gli agriturismo ma vi sono molti dubbi sulla precisione dei loro dati.
A parte vengono considerati i B&B, cioè le piccole strutture di privati che affittano una o due camere nel proprio appartamento (attualmente 5.160 posti letto contro 9.250 nel 2010) ma la loro attività è modestissima, meno di 100.000 presenze nel 2012 (55% di italiani e 45% di stranieri) in aumento rispetto al 2011 (65.000) ed al 2010 (62.000).
La diminuzione delle presenze si è verificata in tutti mesi dell’anno ma soprattutto nei mesi di maggior richiesta turistica da giugno a settembre, un milione tra luglio e agosto. In particolare sono diminuite le presenze di italiani. È sempre altissima la concentrazione, rispetto al passato non vi è stato alcun miglioramento. Nel semestre da Maggio ad Ottobre si ha oltre il 92% di presenze, nei quattro mesi da Giugno a Settembre oltre l’83%. Nel 2012 si è scesi di un punto e addirittura di 2-3 punti nei mesi di Luglio-Agosto, ma questo è solo un miglioramento apparente.

È interessante verificare da dove vengono i turisti. 
Per quanto riguarda gli italiani la Lombardia è la regione da cui proviene la maggior parte dei turisti che hanno fatto registrare 1.286.000 presenze, sensibilmente diminuiti rispetto al 2011 (1.590.000, -15,5%) ed al 2010 (1.860.000, -30%). Poi vengono i sardi (916.000 contro 1.018.000, -10%, e 1.034.000, -11,6%), terzi i laziali (653.000 contro 960.000, -32%, e 1.113.000, -41,3%), poi piemontesi, toscani, veneti ed emiliani.
Come si è detto, le presenze di stranieri sono da anni allo stesso livello, senza grandi variazioni. Nel 2012 vi è stato un limitato aumento di austriaci e svizzeri mentre sono diminuiti quelli di altre nazionalità. La maggior parte provengono da paesi dell’Unione Europea, 3.230.000 nel 2012, 484.000 nel 2011, 3.159.000 nel 2010.
 I tedeschi sono i primi (1.129.000, -6,8%, 1.212.000 del 2011 e 1.213.000 del 2010), al secondo posto i francesi (739.000, -2,4%, 757.000 del 2010, notevolmente aumentati rispetto ai 462.000 del 2010). Seguono gli inglesi (300.175, -4,8%, 315.000 e 292.000).
Notevole la perdita degli spagnoli con 167.000 presenze rispetto alle 263.000 del 2011 (-36,6%, nel 2010 erano state 228.000).
Da altri paesi europei si sono avute 702.000 presenze nel 2012, 740.000 nel 2011, 633.000 nel 2010. Gli svizzeri sono  stati 434.000 (+5,3%), 412.000 e 407.000.
Poi i russi: 150.000 rispetto a 160.000 del 2011 e 105.000 del 2010.
Le presenze provenienti dai paesi extraeuropei sono relativamente modeste: 205.000 nel 2012, 243.000 nel 2011, 31.000 nel 2010. Non si conosce il dettaglio ma dovrebbero comprendere sia nord e sud americani, giapponesi, cinesi, arabi e qualunque altra provenienza. Evidentemente si tratta di cifre molto basse.

In un prossimo articolo si approfondirà l’analisi ma certamente tra i motivi fondamentalivi sono innanzitutto il problema dei trasporti e quello della crisi economica in molti paesi europei e soprattutto in Italia. È per questo che si sono posti in evidenza i dati precedenti al 2010, quando per i trasporti marittimi è cessata la concorrenza ed è aumentato sensibilmente il costo del viaggio.

Ma non è solo questo: è tutto il sistema turistico in Sardegna che è in crisi.

Autore:

Gianfranco Leccis

Messaggero sardo online