Situazione del turismo in Sardegna
I dati statistici sull’attività turistica nel 2012, resi noti di
recente, consentono di fare un esame della situazione. La raccolta dei dati è
stata razionalizzata e si conta in futuro di avere i dati con maggior rapidità
e precisione che in passato. È sperabile che questo serva per gli interventi da
assumere per migliorare la situazione, cosa che peraltro si può dire non sia
mai avvenuta.
Conoscere la situazione è molto importante se si prendono concrete
iniziative, ma non serve a nulla se si resta immobili o quasi com’è avvenuto
finora. Qui verrà esteso il confronto non solo all’anno precedente ma anche
agli ultimi anni, dal 2007, risalendo fino al 1996-7 (ultimi anni di cui si
dispone di un’ampia serie di dati). Si tratta di un periodo di circa 15 anni
che può consentire un esame approfondito. I dati basilari sono gli arrivi e le
presenze, ma l’esame riguarda le presenze che sono il dato più attendibile
(quello degli arrivi non è molto significativo: dovrebbe rappresentare
il numero delle persone – e cioè dei turisti – ma non è veritiero
perché se un turista si ferma una settimana e cambia albergo tutti i giorni viene considerato come se si trattasse di
sette persone diverse e non sempre della stessa).
Le presenze indicano i giorni di soggiorno e si può ritenerlo valido per individuare sostanzialmente l’attività turistica. Peraltro sia le presenze che gli arrivi comprendono sia i turisti sia coloro che viaggiano per lavoro ma è quasi impossibile distinguere meglio.
Nel 2012 rispetto al 2011 si è avuto un decremento delle presenze del 16% che fa seguito ad altri decrementi negli anni precedenti.
Negli anni dal 2007 al 2010 si era arrivati ad oltre 12 milioni di presenze, poi nel 2011 si era scesi a 11.800.000, adesso si è arrivati a 9.600.000. In due anni la perdita è stata di 2,5 milioni di presenze, pari al 20%. Nel 1997 le presenze complessive erano state 8.234.000. Non si conoscono ancora i dati finali in Italia del 2012 ma il rapporto è stato nel 2011 del 3,04%, nel 2010 del 3,24%, mentre nel 1997 si era al 2,82%.
Le presenze indicano i giorni di soggiorno e si può ritenerlo valido per individuare sostanzialmente l’attività turistica. Peraltro sia le presenze che gli arrivi comprendono sia i turisti sia coloro che viaggiano per lavoro ma è quasi impossibile distinguere meglio.
Nel 2012 rispetto al 2011 si è avuto un decremento delle presenze del 16% che fa seguito ad altri decrementi negli anni precedenti.
Negli anni dal 2007 al 2010 si era arrivati ad oltre 12 milioni di presenze, poi nel 2011 si era scesi a 11.800.000, adesso si è arrivati a 9.600.000. In due anni la perdita è stata di 2,5 milioni di presenze, pari al 20%. Nel 1997 le presenze complessive erano state 8.234.000. Non si conoscono ancora i dati finali in Italia del 2012 ma il rapporto è stato nel 2011 del 3,04%, nel 2010 del 3,24%, mentre nel 1997 si era al 2,82%.
Da notare che la maggior perdita si è avuta in Gallura, la regione
più avanzata nel settore: nel 2007 e 2008 si erano superati i 5 milioni di presenze
che sono scese a poco più di 3.800.000 con una perdita di oltre il 26%. Ma di questo
si riparlerà più ampiamente in seguito.
La diminuzione riguarda soprattutto gli italiani, con un -21,6% ed un -33% rispetto al 2010.
La diminuzione riguarda soprattutto gli italiani, con un -21,6% ed un -33% rispetto al 2010.
Le presenze di stranieri sono diminuite del 7% rispetto al 2011
mentre sono aumentate del 3% rispetto al 2010.
È importante rilevare che le presenze di stranieri (4.147.000)
sono state allo stesso livello degli anni dal 2007 al 2010 (attorno ai 4
milioni), mentre nel 2011 furono quasi 4,5 milioni. Nel 1997 gli stranieri
erano stati 1.736.000.
Pertanto è diminuita la quota di italiani: in passato costituivano
i due terzi mentre ora sono scesi a poco più della metà ed è aumentata in
proporzione la quota di stranieri. Il numero degli esercizi ricettivi e dei
posti letto per quanto riguarda gli alberghi è rimasto pressoché invariato
negli ultimi anni (attualmente sono circa 105 mila), per cui con il decremento
delle presenze è diminuita l’attività e soprattutto la redditività.
Nel 1996 vi erano 64.500 posti letto alberghieri. Si può avere un’idea
della situazione facendo un rapporto tra il numero delle presenze ed i posti
letto: nel 2012 il rapporto tra 7.000.000 di presenze alberghiere rispetto a
105.000 posti letto è 66.6, nel 2010 è stato 79, nel 1996 era 81.
Negli esercizi complementari, che comprendono le case per ferie,
gli ostelli, le affittacamere, gli agriturismo, vi è una diminuzione (78.500
nel 2012 contro 81.500 nel 2011, 83.000 nel 2010, 95.000 nel 2008 e 68.300 nel
1996). Il rapporto analogo è di 31.8 nel 2012, 45,8 nel 2010, 33,7 nel 1996.
La forte diminuzione non è facilmente spiegabile, è difficile
interpretare questi dati in quanto sono variati i criteri di classificazione.
Inoltre, dovrebbero comprendere gli agriturismo ma vi sono molti
dubbi sulla precisione dei loro dati.
A parte vengono considerati i B&B, cioè le piccole strutture
di privati che affittano una o due camere nel proprio appartamento (attualmente
5.160 posti letto contro 9.250 nel 2010) ma la loro attività è modestissima, meno
di 100.000 presenze nel 2012 (55% di italiani e 45% di stranieri) in aumento rispetto
al 2011 (65.000) ed al 2010 (62.000).
La diminuzione delle presenze si è verificata in tutti mesi dell’anno
ma soprattutto nei mesi di maggior richiesta turistica da giugno a settembre,
un milione tra luglio e agosto. In particolare sono diminuite le presenze di
italiani. È sempre altissima la concentrazione, rispetto al passato non vi è
stato alcun miglioramento. Nel semestre da Maggio ad Ottobre si ha oltre il 92% di presenze, nei quattro mesi
da Giugno a Settembre oltre l’83%. Nel 2012 si è scesi di un punto e
addirittura di 2-3 punti nei mesi di Luglio-Agosto, ma questo è solo un
miglioramento apparente.
È interessante verificare da dove vengono i turisti.
Per quanto riguarda gli italiani la Lombardia è la regione da cui proviene la maggior parte dei turisti che hanno fatto registrare 1.286.000 presenze, sensibilmente diminuiti rispetto al 2011 (1.590.000, -15,5%) ed al 2010 (1.860.000, -30%). Poi vengono i sardi (916.000 contro 1.018.000, -10%, e 1.034.000, -11,6%), terzi i laziali (653.000 contro 960.000, -32%, e 1.113.000, -41,3%), poi piemontesi, toscani, veneti ed emiliani.
Per quanto riguarda gli italiani la Lombardia è la regione da cui proviene la maggior parte dei turisti che hanno fatto registrare 1.286.000 presenze, sensibilmente diminuiti rispetto al 2011 (1.590.000, -15,5%) ed al 2010 (1.860.000, -30%). Poi vengono i sardi (916.000 contro 1.018.000, -10%, e 1.034.000, -11,6%), terzi i laziali (653.000 contro 960.000, -32%, e 1.113.000, -41,3%), poi piemontesi, toscani, veneti ed emiliani.
Come si è detto, le presenze di stranieri sono da anni allo stesso
livello, senza grandi variazioni. Nel 2012 vi è stato un limitato aumento di
austriaci e svizzeri mentre sono diminuiti quelli di altre nazionalità. La
maggior parte provengono da paesi dell’Unione Europea, 3.230.000 nel 2012,
484.000 nel 2011, 3.159.000 nel 2010.
I tedeschi sono i primi (1.129.000, -6,8%, 1.212.000 del 2011 e 1.213.000 del 2010), al secondo posto i francesi (739.000, -2,4%, 757.000 del 2010, notevolmente aumentati rispetto ai 462.000 del 2010). Seguono gli inglesi (300.175, -4,8%, 315.000 e 292.000).
I tedeschi sono i primi (1.129.000, -6,8%, 1.212.000 del 2011 e 1.213.000 del 2010), al secondo posto i francesi (739.000, -2,4%, 757.000 del 2010, notevolmente aumentati rispetto ai 462.000 del 2010). Seguono gli inglesi (300.175, -4,8%, 315.000 e 292.000).
Notevole la perdita degli spagnoli con 167.000 presenze rispetto
alle 263.000 del 2011 (-36,6%, nel 2010 erano state 228.000).
Da altri paesi europei si sono avute 702.000 presenze nel 2012,
740.000 nel 2011, 633.000 nel 2010. Gli svizzeri sono stati 434.000 (+5,3%), 412.000 e 407.000.
Poi i russi: 150.000 rispetto a 160.000 del 2011 e 105.000 del
2010.
Le presenze provenienti dai paesi extraeuropei sono relativamente
modeste: 205.000 nel 2012, 243.000 nel 2011, 31.000 nel 2010. Non si conosce il
dettaglio ma dovrebbero comprendere sia nord e sud americani, giapponesi,
cinesi, arabi e qualunque altra provenienza. Evidentemente si tratta di cifre
molto basse.
In un prossimo articolo si approfondirà l’analisi ma certamente
tra i motivi fondamentalivi sono innanzitutto il problema dei trasporti e
quello della crisi economica in molti paesi europei e soprattutto in Italia. È per
questo che si sono posti in evidenza i dati precedenti al 2010, quando per i
trasporti marittimi è cessata la concorrenza ed è aumentato sensibilmente il costo del viaggio.
Ma non è solo questo: è tutto il sistema turistico in Sardegna che
è in crisi.
Autore:
Gianfranco Leccis
Messaggero sardo online