Esiste ancora!
E' una roccia, è un tronco antico e nodoso, tetragono a tutte le false mode dei perditempo di oggi ed altri inutili grilli per il capo.
E ci sarà per molto tempo ancora: ne dà già oggi tutti i segni e tutte le prove. Galleggerà, come un sughero in ogni tempesta culturale e supererà qualsiasi ostacolo finanziario o scoglio burocratico, lo so. E lo sa anche lei, modestamente, garbatamente!
E' la Sardegna Vera, amico mio: le altre sono imitazioni corrotte di qualche cosa d'altro, che non è destinato a durare e che non è sardo...
Questa, invece, è la Sardegna che senza tanti proclami altisonanti e senza tacchi a spillo (magari in sandali, oppure scalza) le cose prima le pensa bene e poi le fa davvero: con o senza aiuti esterni. Con semplicità, con competenza e con rigore.
Semplicemente perché certe cose vanno fatte, in quanto doverose e sacrosante.
Va oltre, va avanti...
E' la Sardegna che insegna ai giovani sardi ad essere curiosi sulla propria identità e sulla propria origine.
E' quella che insegna loro, sorridendo e quasi giocando, la serissima verità scientifica e documentata sul loro passato antico.
Ognuno di essi ricorderà per sempre il piacere della ricerca del vero se stesso. Ricorderà il metodo dell'esperimento e ne conserverà la gioia vitale che i loro insegnanti sanno trasmettere loro, con occhi accesi dalla stessa curiosità dei bambini.
E questo avviene non nella grande metropoli munita di università e di vasti mezzi ed interessi, ma in un piccolo centro, poco noto ai sardi stessi e sconosciuto ai turisti: lì la spinta culturale è così forte da richiamare l'attenzione e l'interesse persino dell'Università di nome.
Lì ho trovato quella Sardegna che cerca in ogni modo di salvare le vestigia di un passato unico e struggente, irripetibile e bello: le domus de janas più belle, purtroppo anche fragili ed in pericolo.
L'urgenza del momento ha dato forza all'immaginazione ed un filo tagliente all'ingegno, spingendo perfino le riviste specialistiche continentali ad interessarsene e convincendole della necessità di una raccolta di fondi.
Questa è la Sardegna Vera, amico mio, non le altre.
Qui l'arrendevolezza lamentosa del "vorrei, ma non posso", tanto in voga presso alcuni isolani, non è la benvenuta: qui si vuole il Bene della Sardegna e del suo patrimonio passato e futuro e qui lo si raggiungerà, certamente. Come?
Pensando, escogitando, lavorando, sperimentando.
Niente chiacchiere inutili, niente fantasticherie, niente false teorie o miraggi.
Ne parlerò meglio e più estesamente nel mio prossimo post.
Ma ci tenevo, amico mio, a dartene notizia subito: la Sardegna Vera, quella buona, quella che ti convince con i suoi tesori, quella che è destinata a vincere le sue battaglie, esiste ancora, esiste davvero e non è affatto un sogno.
E se avrai pazienza, amico mio, domani te la mostro. Con gioia.