Il Collasso della fine dell’Età del Bronzo.
Si passò dal Bronzo al Ferro.
Caddero Città fortificate, Regni ed Imperi apparentemente
indistruttibili, fino ad allora padroni del Mondo Antico.
Si passò dal potere assoluto delle Aristocrazie Nobili ad un ‘epoca
rurale e modesta, in un grande e sincrono salto indietro nel tempo, ‘inspiegabile’
fino a qualche anno fa. Alcune lingue e scritture si persero per sempre.
L'unica e romanzata spiegazione - talvolta solamente adombrata, talaltra chiaramente espressa - è quella dei fantomatici 'popoli del mare'.
Molti documentari presentano così, in modo sensazionalistico e
misterioso quell’epoca.
Nessuno dei moderni era lì allora, per cui nessuno può oggi
testimoniare in dettaglio ciò che successe allora. E' vero che si tratta di un
lungo lasso di tempo, in cui molto accadde... Ma è altrettanto vero che tutti
gli studi (multi-disciplinari, guarda un po': talvolta insieme, talvolta
separatamente, ma tutti sinergicamente), permettono - seppure per sommi capi -
di ricostruire un quadro complesso, di lenta ed inesorabile evoluzione, che ormai
è generalmente accettato e che è convincente oltre che realistico.
Credo si possa riassumerlo così:
1) Nei decenni precedenti al collasso: ripetuti episodi di
siccità, anche prolungata, che hanno condotto alla desertificazione di molte
aree prima produttive. La Paleo Climatologia lo ha dimostrato senza ombra di
dubbio (ma ne esistono tracce negli annali di vari paesi, oltre che in scritti,
cui prima non era stata data alcuna credibilità, sembrando essi solo scritti
letterari: vedi "La Maledizione di Accad", ad esempio, oppure anche le "Storie" di Erodoto, riguardo al motivo per cui i 'Tirreni' avrebbero lasciato l'Anatolia).
2) L'aumento storicamente documentato del prezzo del grano: talvolta molto al disopra del
triplo. Si parla anche di prezzi più che decuplicati (i paesi produttori
'facevano cartello' già allora: Hatti, Egitto e l'attuale Palestina, allora
Egiziana).
3) Inizio del crollo definitivo di società che non erano
produttrici di grano e che erano già in partenza società economicamente molto
sbilanciate (es.: i Micenei, che scambiavano il loro metallo con il grano e che
pertanto dipendevano completamente dai produttori, per la sopravvivenza delle
loro popolazioni).
4) Terremoti e maremoti, negli anni immediatamente precedenti al
Collasso della fine dell'Età del Bronzo: avvennero provatamente (Paleo
Geologia, marina e terrestre) solamente nel Mediterraneo orientale (i maremoti
del Mediterraneo occidentale sono fantarcheologia) e furono la causa di molti
dei fenomeni che in molti casi sono ancora dati per sconosciuti e non spiegati. Le linee di faglia del Medio oriente sono tra le più attive ed intricate nel Mondo intero.
5) Destabilizzazione dei poteri centrali di tutti gli stati del
mondo allora conosciuto. I motivi sono già presenti 'in nuce' in quanto già
detto: carestia, calo di ogni produttività, impossibilità dei vertici a pagare
i vari livelli gerarchici della struttura statale, malattia (epidemie per inquinamento delle acque, bestiame morto, etc), fuga dalle coste, furti, violenze personali e razzie, disordini
sociali, anarchia, pericoli a tutti i livelli. Paura ed abbandono dei
campi e dei paesi di origine, fuggendo con ogni propria possibile proprietà
trasportabile, specie gli animali. La via preferita? Quella marina, ovviamente:
allora meno pericolosa di quella terreste, attraverso un'orografia spesso
sconvolta e talvolta già difficile in partenza (si pensi all'attuale Turchia,
alla catena del Tauro etc).
6) Fuga di molti gruppi piccoli e grandi, di svariata origine,
via mare, ma anche via terra: verso dove? Verso la Terra Promessa (chiedo scusa
se divento troppo poetico!) che sarebbe stata, poi, qualsiasi terra produttrice
di grano: una di esse era l'Egitto. Un'altra, la Palestina. Non la Turchia, che
era stata completamente sconvolta dalle Tempeste Sismiche (che non sono sciami
sismici, si prega di controllare il significato geologico dei termini): i Kaska
delle coste del Mar Nero ne approfittarono comunque, per dare il colpo mortale
al loro tradizionale nemico da 600 anni (per molto tempo, furono ritenuti gli
unici responsabili della distruzione di Hatti, esattamente come i fantomatici
'Popoli del Mare' furono ritenuti i responsabile del Collasso della fine
dell'Età del Bronzo).
7) L'Egitto interpretò i molti arrivi (che noi chiamiamo oggi di
volta in volta 'migrazione', richiesta di asilo', 'infiltrazione', soltanto
occasionalmente 'invasione' e solo eccezionalmente 'conflitto armato' (ci
furono certamente ANCHE di quelli) come le successive ondate di invasioni da
parte di una confederazione di eserciti armati organizzati ed uniti contro lo
stato Egizio.
8) La caduta di molti stati preparò il terreno per una nuova età
(che noi chiamiamo del Ferro) che sarebbe stata meno rutilante di bronzo, meno
affollata di luccicanti armature e molto più semplicemente rurale: era finita
l'epoca degli eroi e delle aristocrazie nobili detentrici del potere
(certamente: ci sarebbe voluto ancora molto tempo, ma i semi erano stati
sparsi). Il cambio fu repentino e doloroso: per molti anni ancora - prima del
primo acciaio - il ferro dette risultati inferiori all'ormai perfetto strumento
di bronzo. Per molto tempo ci si era chiesto perché mai fosse stata abbandonata
una lega (il Bronzo) nella quale si era raggiunta la perfezione, per
abbracciare una tecnologia basata su un metallo (il Ferro) che permetteva
risultati molto inferiori e che tali sarebbero rimasti ancora per molti anni.
9) Interruzione dei commerci via terra e specialmente via mare,
che erano stati fino ad allora gestiti dalle grandi aristocrazie nobili, che
non c'erano più. Interruzione conseguente dell'arrivo dello Stagno dai lontani
paesi che ne avevano. Impossibilità di ottenere altro bronzo. Il ferro, invece,
è ubiquitario.
10) Perdita di alcune lingue scritte e parlate.
11) L’Archeologia non trova nella maggioranza delle città
‘distrutte dai Popoli del Mare’ segni di distruzione ossidionale da parte
dell’uomo (manca il ritrovamento di punte di lancia, di freccia e di altre
armi; manca la spoliazione dei cadaveri; l’entità della distruzione è sovrumana,
non umana; la qualità delle distruzione è mono direzionale, come quella
sismica; le città distrutte si trovano presso le faglie più attive del mondo;
allora si costruiva su strati alluvionali instabili, o su precedenti rovine;
alcune città constano di più di 40 strati: è mai possibile che ogni volta
fossero distrutte da assedi?). Il nome di alcune città è diventato – già in
antico – sinonimo di distruzione: da Harm Megiddo deriva il vocabolo Biblico
Armageddon.
Si potrebbe continuare, così: ma è richiesto troppo spazio. Credo
però che questo già sia sufficiente per argomentare contro i troppo numerosi
aggettivi negativi che alcuni documentaristi usano ancora oggi per ‘il
misterioso Collasso della Fine dell’Età del Bronzo’. Certamente, l’uso di aggettivi come: ‘inspiegato’ 'sconosciuto',
'ancora ignoto', 'non ben compreso ancora oggi' etc etc, permette di aumentare
la suspence.
Ma non si tratta di buona divulgazione: si tratta di cattiva
informazione.
Come in quei documentari nei quali si parla ancora della bava
batterica del varano di Komodo, che è un vecchio mito sfatato da molti
anni, ormai.
Il varano non possiede una bava piena di batteri
(almeno, non più di noi): il varano possiede vere e proprie ghiandole velenifere
con le quali inietta un veleno potentemente anti coagulante, che infatti ha
ragione in poche ore di vittime anche molto voluminose, per via delle vaste
emorragie interne che provoca. Nessuna infezione da batteri potrebbe essere mai
così rapida. I cosiddetti 'popoli del mare' sono come la bava del varano: non sono mai esistiti davvero.
Non ce n'è traccia reale né prima, né dopo i famigerati fatti di cui sarebbero stati responsabili. E le distruzioni attribuite loro furono prodotte da terribili forze naturali.