Pintadera dal villaggio S'Urbale (Teti), Sardegna, periodo del bronzo (foto: Sardegna Cultura). |
Pintadere della Cultura Cucuteni (5500 a.C.) i costruttori delle più grandi città all'epoca. |
Pintadera
da Wikipedia:
La pintadera (pl. pintadere) è un reperto archeologico in ceramica o terracotta di forma circolare, caratterizzata da un disegno geometrico usato come stampo o timbro per decorare il corpo, il pane o i tessuti.
È tipica di diverse culture preistoriche, come gli aborigeni Guanci nelle isole Canarie, della civiltà nuragica in Sardegna, della cultura dei vasi a bocca quadrata nell'Italia settentrionale e delle protopalafitte di Bad Buchau. Presentano delle affinità con le brotlaibidole dei balcani.
Il marchio del Banco di Sardegna riprende l'immagine stilizzata di una pintadera nuragica.
Enciclopedie on line:
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Da: L'Enciclopedia Treccani d'Arte Antica:
di E. Castaldi
PINTADERA. - Termine ripreso dalla letteratura etnologica e in uso negli studi di preistoria, per indicare una classe di stampi in terracotta di piccole dimensioni e di forme geometriche recanti da un lato una presa, generalmente forata, e dall'altro, motivi di vario genere incisi su superficie piana destinati ad essere riprodotti mediante colore sull'epidermide; tale la loro funzione presso gli antichi abitatori del Messico, come riferito nel 1519 da cronisti spagnoli (donde il nome). Fondata, e non in contrasto con l'uso della decorazione corporale, l'opinione che vuole questi strumenti usati per pratiche magico-profilattiche; essi poterono essere utilizzati per la stampigliatura di tessuti, di superfici vascolari o, genericamente, quali sigilli, mentre è da escludere l'interpretazione che vede nellepintaderas dei manici di spazzole.
La riproduzione dei motivi decorativi è ottenuta premendo il timbro spalmato di materia colorante sulla superficie da decorare, avendo cura di escludere la presenza di colore dalle zone incise che hanno solo funzione negativa.
L'impiego delle pintaderas, già riscontrato in varie circoscritte zone delle aree euro-asiatica, afro-atlantica, americana ed asiatico-orientale durante periodi pre-e protostorici, sopravvive presso talune popolazioni primitive dell'America.
Derivate con probabilità da più antichi sigilli orientali in pietra in uso sin dagli inizî del IV millennio a. C., si diffusero da oriente a occidente a partire dalla metà del III millennio a. C. I primi ritrovamenti si ebbero dai tell di Gözlü Küle (Tarso) e di Hissarlik (Troia, a partire dalla seconda città); e la diffusione, come risulta dal repertorio decorativo e tipologico, avvenne almeno lungo due vie principali: meridionale l'una, settentrionale l'altra. La documentazione più cospicua è quella data dall'area euro-asiatica (Anatolia, Balcani, Egeo, bacino danubiano, Italia con diffusioni marginali in Russia e nelle isole britanniche). Le pintaderas si presentano, in sezione, sotto forma triangolare, trapezoidale, circolare e, nel tipo nord-occidentale, spprattutto troncoconica. La base varia dal rettangolo allo pseudo-rettangolo, al cerchio, all'ellisse. La decorazione presenta motivi geometrico-lineari e consiste in raggi, croci delimitanti spazi riempiti da triangoli, cerchielli, punti variamente disposti. Rari i motivi curvilinei: un solo esemplare, dalla Caverna dell'Erba (Puglia), ha forma peculiare e motivi spiraliformi. Le forme cilindriche, poco frequenti, si rinvengono, a partire da tempi protostorici, solo nel continente americano che pur presenta, riguardo alla tipologia e alla decorazione, caratteri che lo legano al centro genetico dell'Asia Minore. Pseudo-pintaderas vengono chiamati oggetti analoghi a quelli descritti ma appiattiti da entrambi i lati perché privi di appendice prensile. Particolarmente curati nella fattura (alcuni esemplari presentano anche una verniciatura), si presume avessero valore contabile o fossero una rappresentazione estremamente stilizzata dell'idolo femminile.
Bibl.: A. Issel, Scavi recenti nella caverna delle Arene Candide in Liguria, inBullettino di Paletnologia Italiana, XII, 1886; J. Déchelette, Manuel d'Archéologie, I, Parigi 1924; C. F. A. Schaeffer, Stratigraphie comparée et chronologie de l'Asie Occidentale, Londra 1948; P. Laviosa Zambotti, Le più antiche culture agricole europee, Milano 1947; id., Origini e diffusione della civiltà, Milano 1947; id., I Balcani e l'Italia nella preistoria, in Origines, Como 1954; C. W. Blegen, J. L. Caskey, M. Rawson, J. Sperling, Troy, voll. I-II, Princeton 1950-51; V. G. Childe, The Danube in Prehistory, Oxford 1950; id., Prehistoric Migrations in Europe, Oslo 1950; id., L'Orient préhistorique, Parigi 1953; L. Bernabò Brea, Gli scavi nella Caverna delle Arene Candide, Parte I, vol. II, Bordighea 1956; O. Cornaggia Castiglioni, Origini e diffusioni delle pintaderas preistoriche euro-asiatiche, in Rivista di Scienze preistoriche, XI, fasc. 1-4, 1956.
(E. Castaldi)
Copia della pintadera rinvenuta presso il Nuraghe Santu Antine |
Enciclopedia Italiana :
PINTADERA. - Stampo o sigillo di pietra, di terracotta, di legno, di corno di cervo o d'altra materia con un disegno inciso o intagliato, che serva per stamparlo ripetute volte sull'epidermide del corpo. Caratteristiche delle antiche popolazioni delle Isole Canarie, le pintaderas vennero trovate anche altrove (suggelli preistorici del Derbyshire).
Il termine è adoperato, per estensione, a indicare gli stampi che s'impiegano dal popolo per adornare con disegni e altri lavori la faccia superiore del pane, prima di infarinarlo, del burro, del formaggio e di altre cose.
In Italia se ne trovano per il formaggio (Abruzzo), per il burro (Alpi), per il pane (Calabria). In quest'ultima regione sono notevoli i duplici suggelli di legno, che col nome di muccasa i pastori costruiscono e adornano di segni e di figure speciali ad uso delle famiglie, le quali li adoperano per bollare il pane. I muccasa, come gli altri stampi, hanno carattere di marche di proprietà.
Qualcuno si stupirà, nel leggere che la pintadera nasce nel Neolitico, ma in Sardegna è usata anche molto più tardi, nel periodo del Bronzo (è stata trovata nei 'villaggi nuragici'). Io non mi stupisco tanto di questo, quanto del fatto che alcuni strologatori vi leggano calendari per misurare il tempo. Credo siano gli stessi che raccontano dei coccodrilli albini e ciechi nelle fogne di New York.