La Stele di Nora.
Fu
rinvenuta nel 1773, Nella cinta muraria del Convento dei Mercedari a Pula, da un professore di lingue orientali dell'Ateneo Cagliaritano, padre Giacinto Hinz. Rollston ammonisce contro la sconsiderata valutazione degli oggetti archeologici ed epigrafici fuori contesto.
Qualcuno è persino giunto ad ipotizzare la possibilità che si tratti di un
falso, come avviene per molti reperti ‘unici’ (Disco di Festo, ad es.). La stele è attribuita al XI-VII
secolo a.C. e considerata un reperto da mettersi in relazione con l’antica
città sardo- fenicia di Nora (Nora fu fondata nell'VIII secolo dai Fenici e fu cartaginese dal VI).
Vari personaggi, a vario titolo e con
differente preparazione, si sono cimentati nella traduzione del testo della stele.
Le
prime due versioni sono in qualche modo simili tra loro. Le successive sono
purtroppo non concordanti con quelle, né tra loro.
A) William H. Shea,
( M.D., PHD Archaeology, Univ.
Of Michigan) The Dedication on the
Nora Stone, in Vetus Testamentum,
1991, 241-245. Egli ritiene
che Tarshish sia in Spagna.
1. BTRŠŠ || a Tarshish,
2. WGRŠH' || e egli
scacciò
3. BŠRDNŠ || in
Sardegna.
4. LMH'ŠL || Lui è al sicuro.
5. MSB'M || Le sue truppe sono al sicuro.
6. LKTNBN || Milkaton,
figlio
7. ŠBNNGD || di
Shubon il precedente
8. LPNY || comandante.
B) Frank Moore Cross jr. (Hancock Professor of Hebrew and Other Oriental Languages Emeritus at Harvard University), An Interpretation of the Nora Stone, in Bulletin of
the American Schools of Oriental Research, 1972, Vol. 208, pp. 13-19. Ritiene trattarsi di
Tarsis in Sardegna. Milkaton sarebbe un generale di re Pummay di Tiro (noto
come Pigmalione). Secondo Cross l’iscrizione documenterebbe la
colonizzazione fenicia della parte meridionale dell'isola. (in azzurro le parti
mancanti o ipotizzate).
1.
[a. Lui combatté (?)]
2.
[b. con
le popolazioni sarde (?)]
3. a
Tarshish
4. ed egli
li scacciò.
5. Tra le
popolazioni sarde
6. lui è [adesso] in pace,
7. (e) il
suo esercito è in pace:
8. Milkaton
figlio di
9.
Shubna (Shebna),
10.
generale del (re) Pummay.
C) Giovanni Maria Semerano (bibliotecario di Ostuni,
filologo studioso di lingue orientali) avanza un'altra interpretazione del testo:
ET RŠ Š NGR Š EA B
ŠRDN ŠLM ET ŠM SBT MLK T NB NŠ BN NGR LPN J
"Accanto è il sacello, quello che l'ambasciatore di Ea in Sardegna ha edificato: questa memoria esprime il voto che il re per iscritto espone: elevi la costruzione l'ambasciatore davanti all'isola." |
D)Salvatore
Dedola (sardo laureato in glottologia con tesi in germanistica) propone la
seguente traduzione:
BT RŠ Š NGR Š H' BŠRDN
ŠLM H' ŠLM SB' (*) MLKTNBN Š BN NGR LPNY
"[Questo è] il tempio principale di Nora che lui [il dedicante] in Sardegna ha visitato in segno di pace [o: per compiere un voto sacrificale, un olocausto]. Chi augura pace (o: visita in segno di pace) è S,b' figlio di Milkaton, che edificò Nora davanti all'isola [di Capo Pula]." E) Herbert Sauren (prof. emeritus Univ. Cattol. Louvain La Neuve, Belgio) Offre una traduzione ancora differente (proponendo una datazione molto tarda del manufatto, da lui attribuita al I sec. a.C.):
Ed è la
massa omogenea del vino nuovo.
Ecco i
giovani marciano nella pigiatrice.
All’inizio
pigiano ai piedi per fare una massa uguale.
La massa
omogenea non deve mostrare sbagli.
Noi siamo
giovani forti, molto forti.
Per te la
natura è un mistero.
Ciò che è
mistero sono i giovani.
Tutto è
nella vendemmia.
D) Kamal Suleiman Salibi (storico Libanese, professore di storia alla A.U.B., orientalista e studioso di lingue semitiche)
« PER QUELLI DEL TIRSU, i TIRSESI (i TURSHA, gli Etruschi) : « LA TOTALITÀ DEGLI ARALDI (Le trombe della Fama) « PER QUELLI DI SARDEGNA : « LAMAHAŠU, LAMASSU (dèi protettori) « PER GLI UOMINI DI KITTIN (il paese dei Giusti) « PER I VIVI « PER LA PERENNIZZAZIONE DELLE LUNAZIONI « PER L’ABBONDANZA ». E) Luigi Amedeo Sanna (professore sardo di lettere in pensione) propende per la seguente: |
[NR YH]/
'BTRŠŠ/ W GRŠ H 'A/ B ŠRDN Š/ LM H 'A ŠL/ M SB'A M/ LKT NRN L/ BN NGR/ LPHSY
"Luce di YH/ in Tharros/ e in Cornus/ Lui A/BA SHARDAN/ Shalom Lui Toro/ Shalom SABA/ Dono di Nora/ per il figlio di NOGAR/ LEPHISY".
"Luce di YH/ in Tharros/ e in Cornus/ Lui A/BA SHARDAN/ Shalom Lui Toro/ Shalom SABA/ Dono di Nora/ per il figlio di NOGAR/ LEPHISY".
Anche
vari storici si sono pronunciati al riguardo, facendo ipotesi affatto differenti: non esistono dati storici utilizzabili.
Si
può propendere per questa o quella tesi , a seconda delle proprie inclinazioni.
Ma non si può dire di conoscere la verità storica, per via della scarsità di evidenze, di
documenti simili in altre lingue (la stessa stele è di fatto incompleta), di resoconti
attendibili e di altri elementi utili.
Quando
di uno stesso testo si hanno traduzioni troppo differenti, si deve per forza concludere
che si è molto lontani dall’averne tradotto la lingua e quindi compreso il
significato.
Questa è – al momento – l’unica conclusione abbastanza fondata che
si può logicamente dedurre da quanto sopra.
Da ultimo, visto che ho postato teorie di cani e porci sulla Stele di Nora, ritengo giusto aggiungere quest'ultima ipotesi - da leggersi con un sorriso - formulata da un certo "Abramo in Valle Bormida", che almeno non pretende d'essere un epigrafista.
Geografia della stele di Nora
Cosi' come l'iscrizione di Busca, il cippo di Fiesole e la mappa padovana, anche la stele di Nora sembra essere una "iscrizione geografica":
I nomi cambiano ma spesso la tendenza e' quella di tornare ai nomi piu' antichi. La localita' Uta (che corrisponde alla casella T della mappa) nell'epoca antica veniva detta Ity e Yra, poi divenne Villanova, Villanueva, Itta, Utta, Ura e infine Uta. Ci sono quindi molti cambiamenti ma la lettera T e' rimasta. Allo stesso modo si presume che i nomi di altri luoghi abbiano avuto le loro trasformazioni mantenendo pero' il legame anche a distanza di duemila e più anni con le lettere della mappa.
Ovviamente tutto questo non toglie che le parole della mappa costituiscano una frase di senso compiuto. Anzi, e' molto utile ricordare una frase intera sapendo che la medesima frase e' la descrizione geografica dell'intera regione.
Un caso di nome cambiato e' quello di Cagliari che come "KLR" ha le lettere mescolate rispetto al nome Karalis (KRL) con cui era conosciuta anticamente. Esistono quindi due significati diversi legati alle sequenze KLR e KRL che pero' possono essere slegati dal perche' siano proprio queste le lettere con cui sono stati formati tali due nomi (nella mappa, sopra Cagliari ci sono le due caselle KL). L'ultima riga della stele sono le lettere LPNY, che significano "davanti", cosi' come la zona della Sardegna che possiamo considerare la parte davanti e' proprio quella meridionale dove ha inizio la principale pianura sarda. Se poi consideriamo che senza il prefisso L- le tre lettere PNY significano "faccia" e' immediato pensare alla parola greca "kara" (che significa appunto testa, faccia) che si dice sia l'origine del nome Karalis (il nome antico di Cagliari), la principale localita' sarda posta sulla costa meridionale indicata da tali lettere PNY.
In questa stele, la lettera fenicia L viene usata, come nel cippo di Fiesole, per indicare i fiumi. Nella stele le lettere L sono disposte lungo la costa e indicano appunto le foci del fiume Tirso, del fiume Flumini Mannu, del fiume Flumendosa e del fiume Cedrino. Manca all'appello una lettera L con cui indicare la foce del fiume Coghinas ma esaminando bene la prima riga della stele abbiamo che le lettere "BTR ss" significano "dividere a meta' il numero sei" per cui la parola risultante e' il fenicio "sLs" (il numero tre) in cui e' presente tale lettera L indicante la foce del fiume Coghinas.