Un Neurochirurgo piemontese (della "Città della Scienza e della Salute" di Torino) - forse in cerca di facile pubblicità mediatica - ha trovato il modo di rilasciare un'intervista che figura sulla rivista "Oggi", in edicola questa settimana. Rilasciando un buon numero di dettagli tecnici che giustificano la sua convinzione, Sergio Canavero ha dichiarato d'essere abbastanza certo che - entro al massimo un paio d'anni - si potrà procedere ad un trapianto di testa sull'essere umano.
Il progetto non è suo: si chiama Haven/Gemini Project ed è apparso su una rivista scientifica: "Surgical Neurology International".
Il progetto illustra la possibilità teorica di unire il corpo di un donatore (presumibilmente deceduto per trauma cranico senza lesioni d'altri organi, o per un fatto ischemico acuto massivo) ad un ricevente paraplegico o affetto da una malattia muscolare degenerativa fortemente invalidante. La procedura implica la capacità di connettere tra loro i due differenti tratti del midollo spinale (con le numerose centinaia di migliaia di nervi che le percorrono). Un progetto che - per il momento, almeno - qui in Italia è vietato per legge.
Sembrerà buffo, ma sul suolo italico sono oggi vietati i trapianti di encefalo e di genitali, il che rende conto del grande interesse affettivo che lega gli Italiani al loro secondo organo preferito (il cervello, più probabilmente).
Tra i dettagli tecnici che renderebbero possibile questa meraviglia rientrerebbero i 'fusògeni' (sigillanti chimici di membrana), che sarebbero in grado di restituire la propria integrità originale ad una fibra nervosa recisa. Non è dato sapere come non sbagliarsi tra fibra e fibra, connettendo tra loro il capo di una e la coda di un'altra.
Non mancano le accuse di 'Fantascienza', da parte di colleghi neurochirurghi.
Canavero non è certamente l'ultimo arrivato: ha lavorato sperimentalmente sulle scimmie (macachi), ma i suoi detrattori sono molto scettici sul fatto che si possa impunemente passare dalla scimmia all'uomo, in così breve tempo. Alessandro Nanni Costa (Direttore del Centro Trapianti Nazionale) preferisce richiamari al 'buon senso comune', ricordando che - oltre ad essere un intervento vietato - si tratta di un organo di cui ci sfugge ancora troppo per potere pensare ad un simile intervento.
Da parte sua l'ordinario di Neurochirurgia dell'Università Cattolica taccia l'argomento di "Fantascienza" ancora inapplicabile alla clinica quotidiana, ricordando che si è provato in passato a ripristinare la funzionalità del midollo lesionato a mezzo ponti biologici che permettano alle fibre nervose di riempire la soluzione di continuo della lesione (superando la discrepanza esistente tra la crescita delle cellule della Glia di rivestimento, molto più veloci, e quelle di conduzione, molto più lente).
C'è da tenere conto delle implicazioni Etiche (Bioetiche, in questo caso).
Più che "un trapianto di testa", intanto, si tratterebbe più propriamente di un trapianto di corpo. Il corpo è strettamente connesso con il cervello originale, tanto che quest'ultimo - in realtà - si struttura su di esso e a seconda delle sue caratteristiche e possibilità, va considerata francamente errata l'idea che la testa di un individuo possa adattarsi a controllare il corpo di un altro...
Ma - soprattutto - è errato promulgare notizie simili per vie mediatiche, ingenerando così false attese e speranze "magiche" destinate ad essere disattese nei pazienti tetraplegici.