E' stato scoperto il più antico fossile di primato in assoluto.
La notizia è di massima importanza e potrebbe costringerci a modificare molte idee apparentemente affermate nella nostra intera Storia Evolutiva.
La notizia è stata data da una squadra internazionale di ricercatori: si è trovato un reperto fossile , appartenente ad un primate: si tratta del più antico scheletro fossile di primate conosciuto al mondo: è di 55 milioni di anni fa. Appartiene ad un genere e ad una specie del tutto sconosciuti in precedenza: è stato chiamato "Archicebus Achilles" (il nome sarebbe stato scelto per via delle caratteristiche del tallone e delle caviglie, con un evidente richiamo alla cultura occidentale).
Pesava appena 20-30 grammi e la sua taglia era infatti quella di un topolino.Questo minuscolo esserino saltellava al suolo e si arrampicava sugli alberi. Era lungo meno di 10 cm e possedeva una lunga coda. Appariva esernamente molto simile al tarsio, ma i piedi erano quelli di un piccolo primate non antropomorfo, con braccia, gambe e denti di un primate primitivo. aveva piccole cavità oculari, a differenza del tarsio, che possiede occhi molto grandi che gli conferiscono l'atteggiamento 'spaventato'. Probabilmente si muoveva con la grande frenetica velocità che possiedono gli animali con metabolismo accelerato, di giorno, a differenza dell'odierno notturno tarsio, che ne discende e vive oggi nel Sudest Asiatico.
Sono occorsi più di dieci anni per riuscire a stabilire che si trattava del più antico di tutti i primati mai scoperti (finora, il record apparteneva al Darwinius Masillae, ritrovato in Germania: Archicebus è ben 7 milioni di anni più antico).
Il fossile è stato rinvenuto sul fondo di un lago della Cina Meridionale, nella provincia di Hubei, vicino all'attuale corso del fiume Yangtze.
Questo "nuovo" antichissimo fossile è di fondamentale importanza per spiegare un evento centrale nell'evoluzione dei primati e dell'uomo: la divergenza tra le linee evolutive che hanno condotto alle moderne scimmie ed all'uomo (tutti insieme detti 'antropoidi') da una parte e quella che ha portato fino al tarsio odierno (i tarsoidi). L'articolo originale è comparso ieri sul prestigioso Nature.
*Il fatto è che in Africa non sono mai stati reperiti fossili di primati così antichi (sono tutti molto più recenti, sia Australopitecus , sia Ramipitecus).
*Il fatto è che in Africa non sono mai stati reperiti fossili di primati così antichi (sono tutti molto più recenti, sia Australopitecus , sia Ramipitecus).
Questa scoperta quindi, potrebbe aggiunge un tassello
determinante alla teoria dell'origine asiatica dei primati, che
avvenne più probabilmente 65 milioni di anni fa, dopo
l'estinzione dei dinosauri. Dall'Asia, sarebbe poi partito un
movimento di colonizzazione, che avrebbe portato i primati
fino al suolo Africano, dal quale circa 200.000 anni fa
sarebbe infine nato l'Homo Sapiens.
L'aspetto della Terra all'epoca.
In quei tempi, tutte le terre emerse erano prossime all'Equatore, avevano un clima caldo, con abbondanti piogge, con presenza di vegetazione verdissima, rigogliosa ed abbondante: anche in quella che oggi è l'Alaska crescevano felci e palme. L'Europa era congiuntada una parte al NordAmerica e dall'altra all'Africa, L'Asia era invece già separata: gli scienziati hanno le prove che - 38.000 anni fa - alcuni primati abbiano affrontato le acque aperte e siano giunti in Africa.
La squadra internazionale che ha studiato lo scheletro dell'Archicebo era guidata dal Dr. Xijun Ni dell'Istituto di Paleontologia e Paleoantropologia dell'Accademia delle Scienze Cinese di Pechino. I suoi collaboratori includono il Dr. Christopher Beard del Carnegie Museum of Natural History in Pittsburgh; il Dr. Daniel Gebo della Northern Illinois University; la Dr. Marian Dagosto della Northwestern University in Chicago; il Dr. Jin Meng e il Dr. John Flynn dell' American Museum of Natural History in New York; e il Dr. Paul Tafforeau dell' European Synchrotron Radiation Facility in Grenoble, France. Secondo il dott. Ni, l'Archicebo è la prima occasione in cui abbiamo un'immagine abbastanza completa di un primate così vicino al punto di divergenza tra il tarsio e gli antropoidi.
Rappresnta un grande passo avanti nella conoscenza delle prime fasi evolutive dei primati e degli esseri umani.
Archicebus achilles
Lo scheletro dell'Archicebo è circa 7 milioni d'anni più vecchio deliprecedenti primati più antichi, che includevano il Darwinius di Messel in Germania ed il Notharctus dal Bacino di Bridger nel Wyoming. In più l'Archicebo appartiene ad un ramo completamente separato dell'albero evolutivo dei primati che si trova molto più vicino alla linea evolutiva delle scimmie e degli esseri umani. D'altro canto il Darwinius e il Notharctus sono gli antichi parenti dei Lemuri viventi oggi: il ramo più distante - nell'albero familiare - dagli umani e dagli altri antropoidi.
Il Dr. Christopher Beard, i cui lavori sulle Eoscimmie ed altri fossili di primati dalla Cina e dal Myanmar hanno posto lAsia al centro della più antica evoluzione dei primati, sostiene che l'Archicebus differisce radicalmente da qualsiasi altro primate, fossile o vivente, conosciuto alla Scienza. Sembra più uno strano ibrido con i piedi di una piccola scimmia le braccia e le gambe ed i denti di un primate molto primitivo ed un cranio primitivo con occhi sorprendentemente piccoli. Ci costringerà a riscrivere la linea evolutiva degli antropoidi.
Le analisi statistiche usate per calcolare quello che sarebbe potuto essere il peso di un Archicebo adulto e che ne hanno permesso la ricostruzione, mostrano che era più piccolo del più piccolo dei primati attuali, che sono i lemuri-topo pigmei del Madagascar. Archicebus probabilmente pesava circa un'oncia, cioé tra i 20 ed i 30 grammi . Il Dr. Daniel Gebo, esperto d'evoluzione dell'anatomia dei primati , suggerisce che le sue piccole dimensioni lasciano pensare che all'inizio tutti i più antichi primati - antenati del tarsio e degli antropoidi - fossero minuscoli. Cob buona pace dei sostenitori della tesi che fossero delle dimensioni di alcune attuali scimmie.
La Dr. Marian Dagosto rileva che anche se l' Archicebus sembra essere un elemento molto precoce lungo la linea dei tarsoidi, esso assomiglia anche ai più antichi antropoidi in molte caratteristiche, inclusi gli occhi piccoli ed i piedi scimmieschi. Ciò suggerisce che il comune antenato dei tersoidi e degli antropoidi era in qualche modo più simile a noi di quanto si pensasse originariamente.
The evolutionary relationships among primates and their potential relatives, and among the major lineages within the Primate order have been debated intensively for many years. "To test these different hypotheses and determine the phylogenetic position of the new primate, we developed a massive data matrix including more than 1000 anatomical characters and scored for 157 mammals," said Dr. Jin Meng.
Archicebus achilles
Lo scheletro dell'Archicebo è circa 7 milioni d'anni più vecchio deliprecedenti primati più antichi, che includevano il Darwinius di Messel in Germania ed il Notharctus dal Bacino di Bridger nel Wyoming. In più l'Archicebo appartiene ad un ramo completamente separato dell'albero evolutivo dei primati che si trova molto più vicino alla linea evolutiva delle scimmie e degli esseri umani. D'altro canto il Darwinius e il Notharctus sono gli antichi parenti dei Lemuri viventi oggi: il ramo più distante - nell'albero familiare - dagli umani e dagli altri antropoidi.
Il Dr. Christopher Beard, i cui lavori sulle Eoscimmie ed altri fossili di primati dalla Cina e dal Myanmar hanno posto lAsia al centro della più antica evoluzione dei primati, sostiene che l'Archicebus differisce radicalmente da qualsiasi altro primate, fossile o vivente, conosciuto alla Scienza. Sembra più uno strano ibrido con i piedi di una piccola scimmia le braccia e le gambe ed i denti di un primate molto primitivo ed un cranio primitivo con occhi sorprendentemente piccoli. Ci costringerà a riscrivere la linea evolutiva degli antropoidi.
Le analisi statistiche usate per calcolare quello che sarebbe potuto essere il peso di un Archicebo adulto e che ne hanno permesso la ricostruzione, mostrano che era più piccolo del più piccolo dei primati attuali, che sono i lemuri-topo pigmei del Madagascar. Archicebus probabilmente pesava circa un'oncia, cioé tra i 20 ed i 30 grammi . Il Dr. Daniel Gebo, esperto d'evoluzione dell'anatomia dei primati , suggerisce che le sue piccole dimensioni lasciano pensare che all'inizio tutti i più antichi primati - antenati del tarsio e degli antropoidi - fossero minuscoli. Cob buona pace dei sostenitori della tesi che fossero delle dimensioni di alcune attuali scimmie.
Rappresentazione a colori di Archicebus achilles, ricostruzione a partire dalla ricostruzione computerizzata dai resti archeologici [Credit CAS/Xijun Ni] |
The evolutionary relationships among primates and their potential relatives, and among the major lineages within the Primate order have been debated intensively for many years. "To test these different hypotheses and determine the phylogenetic position of the new primate, we developed a massive data matrix including more than 1000 anatomical characters and scored for 157 mammals," said Dr. Jin Meng.
Il motivo del nome.
Il "nuovo" fossile deriva il proprio nome dal Greco 'arche' (iniziale, primo) e 'kebos' (scimmia dalla coda lunga). Il nome di specie 'achilles' (dal mitico guerriero Greco Achille) è ispirato dalla particolare anatomia della regione della caviglia.
Questa può sembrare - vista superficialmente - una notizia di scarso interesse. Ma si tratta di un fatto veramente epocale nel mondo scientifico, frutto del lavoro integrato di molte discipline e di svariate e costose tecnologie, destinato a cambiare molte vedute apparentemente consolidate e molte sezioni di libri di testo...
Source: Carnegie Museum of Natural History [June 05, 2013]
Questa può sembrare - vista superficialmente - una notizia di scarso interesse. Ma si tratta di un fatto veramente epocale nel mondo scientifico, frutto del lavoro integrato di molte discipline e di svariate e costose tecnologie, destinato a cambiare molte vedute apparentemente consolidate e molte sezioni di libri di testo...
Source: Carnegie Museum of Natural History [June 05, 2013]