No: non è uno scherzo - viste le recenti elezioni, i
ballottaggi e la chiara esistenza del "partito della
pagnotta" - è invece una cosa vera e strana, ancora non
ben conosciuta né interpretata, che forse è una pre-
scrittura del Bronzo Europeo.
I Brotlaibidole (in tedesco, “idoli a forma di pagnotta”) sono tavolette di pietra o di terracotta risalenti all'età del bronzo,
in particolare al periodo compreso tra Bronzo Antico evoluto e Bronzo Medio
avanzato (2100 a.C. - 1400 a.C.).
Sono
stati fin ora rinvenuti circa 300 esemplari di Brotlaibidole in diverse
località dell'Europa centro-orientale e centro-meridionale, in particolare
nella zona a sud del lago di Garda (Pare che una sia stata trovata anche nel Messinese, a S. Angelo del Brolo, in una località che anticamente si chiamava "Lysicon" e sarebbe poi appartenuta alla futura Magna Grecia).
Pure se sparse in zone anche
molto distanti tra loro,questi manufatti presentano costantemente segni
geometrici impressi su piccoli solchi orizzontali, molto simili tra loro sia
nella forma sia nella disposizione generale, tanto da lasciare pensare ad una
comunità culturale unica..
Le tavolette
‘a forma di pagnotta’ sono ricoperte da incisioni raffiguranti successioni di
figure geometriche, quali cerchi, righe, punti, croci. La funzione delle
tavolette non è chiara e il significato delle incisioni non è stato ancora
decifrato. Ecco perché sono chiamate anche “tavolette enigmatiche”.
Forse si tratta di un CODICE sconosciuto,
che per molti secoli fu inciso su reperti sparsi per mezza Europa. Il nome
tedesco della definizione deriva dalla lingua dei primi scopritori di questi
manufatti. Adesso esiste un progetto internazionale volto al chiarimento dello
scopo per cui questi oggetti furono fatti, in primo luogo, e poi usati per così
tanto tempo. Se si tratta di un codice, si cercherà di decifrarlo.
C’è chi ha ipotizzato che fossero
una specie di “assegni” ante litteram: impegni finanziari assunti nelle
trattative commerciali di allora. Alcuni di questi idoli sono raccolti nel
Museo Dell’Alto Mantovano, (Cavriana, Mantova), che ha anche ospitato - nel 2010 - una Mostra Convegno internazionale.
Di fatto,circa 4000 anni fa, cioè
in piena Età del Bronzo, le popolazioni dell’Italia Centro-Settentrionale
possedevano un codice in comune con gli abitanti di una vasta area dell’Europa
centro-orientale.
Questo codice era impresso su manufatti di terracotta, oppure
inciso su pietre. Le dimensioni sono modeste e l’ingombro è pressappoco quello
di un odierno telefono portatile: per questo motivo si tratta di oggetti
adattissimi ad essere trasportati anche per lunghe distanze senza troppa
fatica.
Ne sono stati rinvenuti circa trecento.
Significato e funzione sono ancora sconosciuti: nessuno degli studiosi è stato
finora capace di risolvere il rebus delle “tavolette enigmatiche”.
A parte l’ipotesi di assegni o
cambiali, altri hanno fatto invece l’ipotesi di talismani – che sembra a molti
più credibile – oppure altri oggetti di significato comunque rituale. Ma resta
il sospetto che possa trattarsi comunque di un qualche (ancora oscuro) sistema
di registrazione.
Le tavolette contengono segni di vario genere appartenenti ad una
gamma non troppo vasta: righe, cerchi, punti, croci, triangoli, quadrati, rettangoli.
Erano un supporto – non deperibile
– per conservare informazioni o messaggi. Erano usate da popolazioni distanti
tra loro e anche parecchio differenti, dedite all’agricoltura ed in qualche
modo correlate tra loro da scambi e contatti che per l’epoca possiamo definire
frequenti.
Si può avere un’idea migliore
della vastità dell’area in cui queste tavolette sono state trovate, riassumendo
i nomi attuali degli Stati che essa comprende : Germania, Austria, Repubblica
Ceca, Polonia, Romania, Italia Settentrionale (specialmente ed eminentemente la
zona del Lago di Garda).
Proprio da Mantova (Adalberto
Piccoli, che si occupa dal 1976 di queste tavolette e ne ha personalmente
reperite sette) è partita l’idea di riunire le forze e le idee internazionali, allo scopo di
dirimere la questione. Logico che partecipi anche un Istituto di Linguistica,
Letteratura e Scienze della Comunicazione (quello di Verona), oltre a quello di
Optoelettronica dell’Università di Brescia (nella speranza che scansioni
tridimensionali dei reperti aiutino a comprendere sia le tecniche di
lavorazione, sia l’eventuale reiterazione dei segni in rapporto all’identificazione
di un’eventuale lingua).
Sarà importante – la fine di una
auspicabile decifrazione – creare un catalogo, che riporti in chiaro tutti gli
esemplari noti, in modo da renderli accessibili facilmente a tutti gli
studiosi.
Anche per questo motivo è stato
inaugurato un sito dell’Internet: www.tavoletteenigmatiche.it
, nel quale figureranno tutti i dati utili disponibili aggiornati.
Si pensa di rendere il sito
interattivo, in modo che possa anche ricevere eventuali segnalazioni, anche in
forma anonima: questo dovrebbe permettere a quei privati che ne posseggono
qualcuna di compilare una scheda di segnalazione e postare immagini anche senza
essere individuati.
Si spera che la collaborazione
internazionale permetta prima o poi di decifrare questa pre-scrittura, che non a caso
scomparve nel Bronzo Recente, proprio quando cominciò a farsi più forte l’influenza del
Mediterraneo Orientale, attraverso sempre più numerosi contatti, che introdusse
un sistema più sofisticato ed avanzato di scrittura. Quello - Ormai affermato e di successo - della Cultura Micenea. Micenea.