martedì 18 giugno 2013

NUOVA SARDEGNA: CARO TRAGHETTI


Caro traghetti

la Regione fa causa agli armatori


La Regione: oltre alla sanzione inflitta dall’Antitrust, le compagnie “condannate” dovranno subito pagare i danni e risarcire la Sardegna

- Mi sembra giusto che la Regione Sardegna chieda un risarcimento per essere stata danneggiata dallo spropositato aumento dei prezzi dei traghetti (= minore quantità di turisti e maggior costo dei trasporti nel commercio).
- Non vedo che cosa c'entri l'Agenzia delle Entrate, che incasserebbe la multa di 8 milioni (per farne che cosa? a favore di chi?).
- Chi risarcirà gli utenti (noi), che hanno dovuto cambiare destinazione per le loro vacanze, oppure ridurre notevolmente la lunghezza delle stesse, dato il lievitare assurdo dei prezzi?




CAGLIARI. La Regione non molla la presa. La sanzione (otto milioni in tutto) inflitta nei giorni dall’Antitrust alle compagnie marittime private per il cartello del 2011, con in più anche la diffida a «non ripetere in futuro comportamenti analoghi», è solo il primo passo di «quello che dovrà essere un effettivo risarcimento per i danni subiti dalla Sardegna». È questo il senso della delibera con cui la giunta regionale, su proposta del presidente Ugo Cappellacci, ha dato mandato all’Area legale (gli avvocati della Regione) di «avviare tutte le azioni idonee per perseguire la condotta già sanzionata dall’Antitrust delle società Moby, Snav, Grandi Navi Veloci e Marinvest», che sono le quattro compagnie condannate. Nella delibera sono riportati ampi stralci della decisione del Garante per la concorrenza e in particolare quelli che fanno riferimento ai «danni patiti dalla Sardegna (leggi calo delle presenze turistiche nel 2011, mentre in quello stesso anno le compagnie aumentarono il fatturato) a causa di un’intesa in dispregio alla concorrenza». È difficile dire a quanto possano ammontare i danni e se il futuro calcolo avrà come base gli otto milioni di sanzione (che tra l’altro sarà incassata com’è ovvio dall’Agenzia delle Entrate), ma è molto probabile che, alla fine, possa essere quantificata sul minor numero di passeggeri imbarcati da e per la Sardegna nel 2011.
Tavolo trasporti. In vista del vertice di venerdì, a Cagliari, col ministro alle infrastrutture Maurizio Lupi, all’ordine del giorno dell’incontro ci sarà proprio la vertenza trasporti marittimi, ieri il governatore Cappellacci si è confrontato con le associazioni di categoria degli autotrasportatori. Alla fine dell’incontro Vilal Devoto ha emesso un cuomunicato in cui è scritto: «Rinforziamo l'azione finalizzata alla ridiscussione della convenzione con Cin-Tirrenia e confermiamo la volontà di chiedere una sterilizzazione degli aumenti. . In parallelo, la Regione ha attivato le procedure per le misure a sostegno degli autrasportatori che operano sulle tratte Sardegna-Continente al fine di arrivare ad un trasporto ecocompatibile e ridurre i chilometri percorsi dai mezzi al minimo indispensabile per raggiungere i porti». Al tavolo, con un loro dossier, si sono presentate anche Confartigianato e Cna. La prima ha dichiarato: «Finalmente in Regione si riparla di trasporti anche se ora situazione ora è veramente critica e continuerà a essere così fino a quando la Sardegna non avrà un Piano regionale dei trasporti e continuerà invece a dar voce a leggi o provvedimenti spezzettati che finora non hanno sortito al cun effetto». La Cna, dal canto suo, ha emesso un comunicato in cui dopo aver confermato che «l’apertura del tavolo è un fatto positivo e atteso da lungo tempo dalle associazioni», è «oggi indispensabile che «la Sardegna scelga un nuovo modello di continuità territoriale nel trasporto merci e passeggeri, per evitare che la Sardegna continui a essere tagliata fuori dalla competizione nel mercato dell’autotrasporto e in quello turistico». La riunione si è conclusa con l’impegno che la Regione all’incontro col ministro si presenterà con un documento unitario per rivendicare pari dignità nei trasporti. Questa la conclusione delle associazioni: «Aspettiamo di conoscere la bozza del dossier, ma sia chiaro, l’emergenza è tale che non saranno o ammesse più deroghe o promesse».