La maledizione di Tut, anno 1923
Nel Novembre 1922 Howard Carter localizzò l'ingresso della romba di Tutankhamon.
Nel Febbraio, egli e la sua squadra tolsero i sigilli dalle porte della Camera Sepolcrale. Ma appena due mesi dopo, il 5 di Aprile, il finanziatore della spedizione - Lord Carnavon - morì nella sua stanza d'albergo al Cairo, per un infezione batterica causata da una puntura di zanzara.
I mezzi d'informazione subito specularono sul fatto che Carnavon fosse stato vittima della "maledizione di Tutankhamon". Tale maledizione minacciava di morte tutti coloro che avessero osato violare la sua tomba. I giornali aggiunsero altri dettagli di fantasia al loro racconto della morte di Lord Carnavon, per esempio col descrivere come tutte le luci del Cairo si fossero attenuate al momento della sua morte (Il che - comunque - non sarebbe affatto stata un'evenienza eccezionale: anzi era piuttosto frequente , all'epoca, che l'erogazione della corrente subisse interruzioni.).
Nel decennio successivo, altri membri della spedizione morirono. I mezzi di comunicazione in ogni occasione simile riprendevano il vecchio tema della maledizione di Tut, che continuava a compiere il proprio cammino. Intervenne pesino uno scienziato - Herbert Winlock - per assicurare che quelle morti non erano al di fuori di ciò che ci si sarebbe aspettati nella media: di fatto, delle circa 20 persone che avevano preso parte alla spedizione e all'apertura della tomba, solamente 6 erano decedute nel 1934. Doveva trattarsi di una maledizione piuttosto debole.
Molti giornali raccontarono che la squadra archeologica di Carter aveva avuto occasione di vedere e leggere - ma avrebbe anche scelto d'ignorare - un avvertimento, posto sulla tomba del Faraone, che recitava:" Morte verrà veloce sulle sue ali a colui che toccherà la tomba del Faraone". Ma in realtà tale iscrizione non è mai esistita. L'idea che che ci fosse, invece, pare sia originata da una cattiva traduzione - operata da parte di qualche giornale - di un'iscrizione rinvenuta nella tomba, su di una statua di una dea alata. L'iscrizione conteneva una formula magica tratta dal Libro Egiziano dei Morti ed era intesa a procurare la vita eterna.
Uno studio pubblicato nel 2002 nel British Medical Journal non ha riscontrato alcuna significativa differenza nella sopravvivenza di coloro che "furono esposti alla maledizione" rispetto a coloro che non lo furono. Lo stesso Howard Carter, l'uomo che avrebbe dovuto essere più di chiunque altro il bersaglio di detta maledizione, morì nel 1939 all'età di 64 anni, completamente immune dalla maledizione.
La verità - circa la Maledizione di Tutankhamon - è che si tratta di una favola metropolitana, inventata dai giornali all'unico scopo di aumentare le vendite....
Nel Febbraio, egli e la sua squadra tolsero i sigilli dalle porte della Camera Sepolcrale. Ma appena due mesi dopo, il 5 di Aprile, il finanziatore della spedizione - Lord Carnavon - morì nella sua stanza d'albergo al Cairo, per un infezione batterica causata da una puntura di zanzara.
I mezzi d'informazione subito specularono sul fatto che Carnavon fosse stato vittima della "maledizione di Tutankhamon". Tale maledizione minacciava di morte tutti coloro che avessero osato violare la sua tomba. I giornali aggiunsero altri dettagli di fantasia al loro racconto della morte di Lord Carnavon, per esempio col descrivere come tutte le luci del Cairo si fossero attenuate al momento della sua morte (Il che - comunque - non sarebbe affatto stata un'evenienza eccezionale: anzi era piuttosto frequente , all'epoca, che l'erogazione della corrente subisse interruzioni.).
Nel decennio successivo, altri membri della spedizione morirono. I mezzi di comunicazione in ogni occasione simile riprendevano il vecchio tema della maledizione di Tut, che continuava a compiere il proprio cammino. Intervenne pesino uno scienziato - Herbert Winlock - per assicurare che quelle morti non erano al di fuori di ciò che ci si sarebbe aspettati nella media: di fatto, delle circa 20 persone che avevano preso parte alla spedizione e all'apertura della tomba, solamente 6 erano decedute nel 1934. Doveva trattarsi di una maledizione piuttosto debole.
Molti giornali raccontarono che la squadra archeologica di Carter aveva avuto occasione di vedere e leggere - ma avrebbe anche scelto d'ignorare - un avvertimento, posto sulla tomba del Faraone, che recitava:" Morte verrà veloce sulle sue ali a colui che toccherà la tomba del Faraone". Ma in realtà tale iscrizione non è mai esistita. L'idea che che ci fosse, invece, pare sia originata da una cattiva traduzione - operata da parte di qualche giornale - di un'iscrizione rinvenuta nella tomba, su di una statua di una dea alata. L'iscrizione conteneva una formula magica tratta dal Libro Egiziano dei Morti ed era intesa a procurare la vita eterna.
Uno studio pubblicato nel 2002 nel British Medical Journal non ha riscontrato alcuna significativa differenza nella sopravvivenza di coloro che "furono esposti alla maledizione" rispetto a coloro che non lo furono. Lo stesso Howard Carter, l'uomo che avrebbe dovuto essere più di chiunque altro il bersaglio di detta maledizione, morì nel 1939 all'età di 64 anni, completamente immune dalla maledizione.
La verità - circa la Maledizione di Tutankhamon - è che si tratta di una favola metropolitana, inventata dai giornali all'unico scopo di aumentare le vendite....
Links and References
- Silverman, David. (Summer 1987). "The Curse of the Curse of the Pharaohs." Expedition. 29(2).
- Nelson, Mark. (Dec 21, 2002). "The mummy's curse: historical cohort study." British Medical Journal. 325: 1482-1484.
- Hoving, Thomas. (1979). Tutankhamun: The Untold Story. Simon & Schuster.