Se la moral suasion non è politically correct si rischia il
misunderstanding
(in corsivo colorato: mie aggiunte a questo garbato e spiritoso articolo)
Lungi da me l'idea di abbracciare la
bandiera italianista e scatenare una guerra agli inglesismi presenti nel
lessico quotidiano e, in particolare, in quello giornalistico. Sarebbe una
battaglia persa. Ma un uso più moderato dell'idioma britannico aiuterebbe e
contenere la sfrenata esterofilia linguistica che da qualche anno a questa
parte sparge qua e là rumors, showdown, showcase e standing ovation a
sproposito.
Odo un rumor - Usare il verbo estero quando non
esiste un corrispettivo italiano sarebbe la regola, ma oggi assistiamo a una
continua e indebita (ma anche inebetita) ingerenza di inglesismi anche laddove
l’italiano calzerebbe a pennello (un esempio? L’Italiano possiede
l’appropriatissimo vocabolo ‘maremoto’, ma i giornalisti italiani hanno adottato
dai colleghi inglesi il termine giapponese ‘tsunami’, che l’Inglese è costretto
ad adottare non avendone uno proprio). Che dire delle standing ovation,
perfettamente traducibili con ovazioni eventualmente da tributare in piedi con
uno scrosciante applauso? In
realtà, l’Ovazione era un rito romano di trionfo (un trionfo minore, ma
solenne, perché anch’esso decretato dal Senato) per un generale vittorioso, che
entrava in città non su una biga dai cavalli bianchi (come nel trionfo
maggiore) ma procedendo a piedi, indossando la toga praetexta (non la toga
picta) e la ‘corona ovalis’ (di mirto, non d’alloro) tra le ali della folla
inneggiante, il che implica che tutti fossero già necessariamente in piedi e
che non ne sia mai esistita una versione in cui anche uno solo dei partecipanti
potesse stare seduto. L’etimologia è sempre stata discussa, fino
dall’antichità: non sappiamo con precisione se derivi dall’ovino sacrificato al
termine della cerimonia, oppure dal grido di gioia delle baccanti (evoé) oppure
anche dalle grida “O! O!” dei militari festanti . Oppure gli antipaticissimi
rumors che forse non tutti sanno non essere rumori (qualche folle esegeta li ha
così tradotti) ma voci, dicerie. Ecco l'italiano è talmente carico di sinonimi
che a volte i surrogati esteri infastidiscono anziché no.
Reporters (corrispondenti). occhio
alle frontiere
- Fra le prime complici vittime del reato di italiese, ci sono i
giornalisti. E se le redazioni sono ormai diventate newsroom, che possiamo fare
contro la moral suasion? La persuasione è ormai fuori moda mentre appoggio e
sostegno hanno dovuto soccombere di fronte al più smart endorsement. Ma qui si
arriva all’aberrazione degli inglesismi italianizzati come la voce del verbo
“endorsare”. Caso a parte meritevole di nota è il termine “insorgenti”: un vero
assassinio dell’italiano. Trattasi di traduzione dall’inglese insurgent. Ma in
italiano non si diceva “insorti” e “insurrezione”? Pregasi sfogliare un vecchio
manuale di storia (E perché non un vocabolario d’Italiano? Scannerizzare è
brutto e falso come schiavizzare, che hanno sostituito ‘fare una scansione’
oppure ‘asservire’ per colpa di giornalisti decerebrati, di ignoranti della
lingua e di altri 'tipi misti', per dirla con Dalla).
Il bug idiomatico - Vada per i computer e tutto il
corredo informatico di (files e directories) hardware, software (che sono
comunque materiali e programmi), mouse e internet provider o upgrade (che pure
sono sistemi e aggiornamenti). La realtà virtuale è dominata da brevetti
anglosassoni e parlare di calcolatori farebbe sembrare il discorso antidiluviano.
Senza contare che alcuni termini sono forse intraducibili o interpretabili con
sforzi e rischi di incomprensioni. Ma anche l’informatichese sconfina
facendo danni ovunque. Qualche giorno fa un giornalista di La7 ha parlato di
“riti di inizializzazione”, e non si è trattato di una svista perché la follia
è stata ripetuta per due volte nel servizio televisivo.
Inglesismi +773% (solo sullo
scritto) - Dal
2000 ad oggi, l'uso di termini inglesi nella lingua italiana scritta (orale non
pervenuta) è aumentato del 773%. L'indagine è stata condotta da
AgostiniAssociati.it, società italiana attiva nel settore della traduzione, su
un campione di 58 milioni di parole prodotte da aziende italiane.
Ti devo briffare prima del meeting - Ed è soprattutto nelle aziende,
dove è di casa il business, i meeting e i briefing, che il fenomeno raggiunge
livelli esilaranti. “Fammi questo benchmark asap (as soon as possible: al più
presto) perché abbiamo una deadline molto challenge”. L’aziendalese
più spinto lascia all’italiano giusto le preposizioni, ma in questo mondo
semianglofono “se non sei skillato e performante, sei fuori target”. Prendete
un termine semplice come “consegna”. Non è più trendy “delivery”? Ma il salto
mortale carpiato idiomatico si raggiunge col verbo “deliverare”. Di che fare
rivoltare nella tomba Dante, Manzoni e Grazia Deledda. Io mi limito ad agitarmi
sulla sedia.
Vorrei informare la gentile signora
che a rivoltarsi nelle proprie tombe sono molti di più di quelli che ella cita: anche numerosissimi
personaggi che non appartennero mai alla Letteratura: innumerevoli personaggi
noti e meno noti, che vedono sminuite, travisate ed ignorate le loro
acquisizioni e calpestati e trascurati i propri meriti e lasciti alla nostra
attuale società e cultura (?).
Il tutto è sacrificato al mondo
dell’Informazione Superficiale, Incompetente o Malintesa e brucia troppo
spesso consumandosi sugli altari della Pubblicità, divinità vorace come una
Vongola (sì, Pasuco, proprio la famosa Vongola Vorace del Golfo, una divinità
terribile e famelica, cui si diffonde nell’aere quotidianamente il profumo (o
il lezzo) di un’involontaria offerta d’Ignoranza Globale in Tivvù, sui
quotidiani ed alle Radio).
Naturalmente, ciò avviene in Tempo Reale, non
con il vero significato di questa espressione infelice (‘tempo reale’ = tempo lavorativo
necessario per compiere un’opera, un lavoro: opposto a ‘tempo effettivo’, che è un periodo di tempo più lungo, perché include al tempo reale anche i tempi morti e cioè le pause pranzo, le interruzioni per feste o
fine settimana, il tempo necessario all’arrivo dei materiali, etc), bensì con
il significato che l’Incultura Imperante ha attribuito a questa espressione
(tempo reale = ‘in diretta’, 'momento per momento', 'contemporaneamente', 'subito').
A rivoltarsi - signorina o signora Claudia Mura - è la Cultura, tutta, di
fronte all’Incultura Proterva ed Imperante, i cui paladini divengono sempre più
numerosi, pullulando come vermi ingordi nel loro fango grasso, sempre più rumorosi (diverso da 'rumor' e più affine a 'noise') .