Tirreni
dall'area egeo-anatolica in Etruria
III- II millennio
a.C.
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La (ormai non più troppo) recente scoperta e decifrazione di iscrizioni etrusche sull'isola di
Lemno ha riproposto con forza il problema delle origini etrusche, anche
se il mondo accademico sembra non accorgersene.
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Le
iscrizioni lemnie, da quelle di Kaminia a quelle, numerose ma
frammentarie, da Efestia, dal Kabirion e da Myrina, risultano
appartenenti a una lingua etrusca molto arcaica, e in un alfabeto
derivato da quello greco a sua volta derivato da quello fenicio. Le
conseguenze sul piano storico sono che l'isola di Lemno era abitata fin
dal VII secolo, ma certamente anche prima, come mostrano le
testimonianze archeologiche, da una popolazione appartenente all'ethnos
tirrenico.
Questa
popolazione, a giudicare dagli elementi fonetici, morfologici e
lessicali affioranti nelle lingue anatoliche indeuropee, rendono sicura
la presenza di un sostrato antichissimo in Anatolia, sul quale si
sovrapposero popolazioni indeuropee. Queste popolazioni, a
giudicare dai dati archeologici che sempre più abbondanti raggiungono
gli studiosi, giunsero in Anatolia nel
III millennio, forse anche prima. L'ethnos di sostrato vi era
invece presente forse già dal XIII millennio, a giudicare dai risultati
dei recenti scavi in Anatolia sudorientale.
Queste
lingue di sostrato potevano essere il tirrenico, parlato nell'Anatolia
meridionale e occidentale, il hattico, parlato nell'Anatolia centrale,
dove stabilì il centro del potere l'impero ittita a partire dai primi
secoli del secondo millennio, forse anche il cario, parlato
nell'Anatolia sudoccidentale e altre, note o meno. Il tirrenico,
come il hattico, ha dato al luvio e all'ittita elementi fonetici,
morfologici e lessicali numerosi e inconfondibilmente di natura non
indeuropea, molti dei quali dal tirrenico d'Asia sono passati
nell'etrusco.
Non se ne danno qui esempi perché non è questa la sede per approfondire
l'argomento, ma lo studioso potrà trovare quanto gli serve nelle opere
`La Tirrenia Antica' (ed. Sansoni, Firenze,1983, 2 vol.), 'Il Paese dei
Tirreni' (Accademia Toscana di Scienze e Lettere, ed.Olschki, Fiirenze,
2001), le `Origini degli Etruschi' (ed. Nuova SI, Bologna, 2003).
Claudio
de Palma Firenze, 22.12.2006
E' un articolo datato, ormai, certamente in parte anche superato dai risultati scientifici chiari ed evidenti (riportati per intero in precedenti posts) ottenuti da altre Discipline. Ma non si può, né si deve, ignorare:. In fondo, anche la ricerca linguistica, produce i propri risultati più che dignitosi e spesso interessanti. Ed in questo caso si tratta di risultati filtrati attraverso i risultati della ricerca archeologica. Quindi, a tutti gli effetti, si tratta di un tentativo multidisciplinare.
Nessun risultato è per sempre. Si deve accettare il principio della precarietà dell'ultimo Consenso, intendendo con questo che l'ultima Verità può sempre essere modificata nel caso compaiano prove valide e scientificamente più convincenti che favoriscono un'altra tesi.
Ma - naturalmente - tale Tesi deve essere vagliata ed approvata da tutto il mondo scientifico competente nel caso in questione.