venerdì 26 aprile 2013

Chi distrusse Micene.



Micene fu distrutta - più probabilmente - da un terremoto.



I Micenei sono considerati  i primi Greci. Hanno ispirato e forse tirato le fila della leggendaria 'Guerra di Troia'. Ad essi si sono ispirate opere famose nel mondo, come l'Iliade e l'Odissea.
La loro cultura si è interrotta 'improvvisamente' nel 1200 a.C. circa: è uno dei marcatori dell'inizio di un'età buia in Grecia. 
La scomparsa di Micene costituisce uno dei numerosi misteri mediterranei.  Numerose e varie ipotesi sono state costruite a spiegarla: si va dall'aggressione di invasori vari, alla rivolta di classi popolari o servili.

Earthquakes may have destroyed Mycenae
VEDUTA AEREA DI MICENE (a dx in basso, la Porta dei Leoni).
Alcuni ricercatori includono oggi  - tra le più probabili cause della distruzione e dell'abbandono della potente Città Stato - uno dei frequenti terremoti che scuotono la regione (di fatto attraversata da una delle più intricate e fitte intersezioni mondiali di linee di faglia estremamente attive).
Anche le rovine del palazzo fortificato di Tirinto potrebbe avere subito la medesima sorte ed i geologi sperano di trovare prove sostanziali che confermino questa ipotesi. La Tirinto Micenea era una città costruita su di una rupe calcarea, fortificata con mura così possenti che erano definite 'Ciclopiche', adombrando la leggenda che solamente il mitico gigante monocolo avrebbe avuto la forza necessaria per portarvi ed assemblare quelle enormi pietre.
Le mura di Tirinto sono alte circa 10 metri e spesse fino ad 8 metri, composte di blocchi del peso che raggiunge le 13 tonnellate: un'opera stupefacente, ottenuta solamente con forza animale ed umana.

 Klaus-G. Hinzen, sismologo dell'Università tedesca di Colonia e direttore della ricerca ha presentato i risultati preliminari del lavoro della sua squadra  il 19 di Aprile, al meeting annuale della  Seismological Society of America, che si è tenuto a Salt Lake City. 

Hinzen ed i suoi collaboratori hanno creato un modello 3D dell'antica città di Tirinto, basato dulle scansioni laser effettuate sulle strutture superstiti. 
L'obiettivo è quello di determinare se il crollo del muro potrebbe essere stato causato solo da un evento sismico e non altro.  Le scansioni geofisiche delle rocce sedimentarie e degli strati  sottostanti la superficie del sito forniranno tutte le informazioni necessarie per illustrare anche graficamente come il terreno si sarebbe comportato in caso di scosse sismiche.

Naturalmente, il lavoro è complicato anche dal fatto che i resti sono stati rimaneggiati: ad esempio, Heinrich Schliemann (niente altro che un 'archeologo amatoriale', in realtà, malgrado la cultura e la passione) fece spostare molti degli enormi blocchi  nel 1884. Episodi analoghi avvennero più tardi, nei restauri del XX secolo. 
La ricerca ha quindi fatto ricorso anche alle più antiche foto d'archivio relative al sito, in modo da recuperare la memoria di almeno alcuni tratti di mura non interessati da tali spostamenti. Questi tratti sono stati sottoposti alla ricerca.
Oltre a tutte le metodiche tradizionali, si userà anche la luminescenza ottica sugli strati di suolo sottostante alle muira, in modo da stabilire se queste siano cadute nel medesimo tempo, indicando così un terremoto.


Copertina del libro di Amos Nur - geologo americano - che dimostra come appaiono le vittime di un terremoto in uno scavo archeologico di una città Micenea: non sepolti in una tomba apposita, bensì schiacciati sotto tonnellate di crollo (si notino le numerose fratture multiple di ossa lunghe ed ossa piatte); i resti non sono stati composti in una posizione (notare l'atteggiamento protettivo dei due genitori verso il bimbo, tra le braccia della madre) ma sono immortalati nell'istante della morte; non sono stati depredati degli oggetti preziosi; non presentano ferite 'belliche', nè sono presenti punte di freccia o altre armi che possano fare pensare a motivi di guerra.

Si tratta di una sfida enorme. Proprio a causa dei cambiamenti successivi a cui è andato incontro il sito. Alla fine dello studio, però, si potrà avere una rappresentazione  credibile dell'aspetto primitivo di alcune parti della città.

Un'altra difficoltà sta nel trovare quale sia stato il terremoto responsabile della distruzione e quindi del successivo declino di Micene. Non esistono né annali che descrivano un terremoto violento, né leggende che ne parlino o vi facciano accenno.
 In più, la regione stessa del sito è relativamente meno interessata delle altre regioni greche dalle linee di faglia più attive. Le zone circostanti sono state interessate da una notevole attività di subduzione, ma non direttamente le zone archeologiche citate.

Ma si deve prendere in considerazione un fenomeno particolare, a cui prima non si era prestata alcuna attenzione, dato che non si conoscevano ancora le leggi di trasmissione delle onde in genere. La scelta Micenea del sito in cui costruire una città fortificata si focalizzava su colline calcaree circondate da terreni sedimentari.  E' oggi noto che proprio in questi punti si concentra lo scuotimento causato dal terremoto, anche per onde provenienti da epicentri in zone distanti. In più, le onde - di qualsiasi tipo esse siano - restano 'intrappolate' nella cima del rilevo e lì causano il maggiore danno.
In conclusione, le zone che i Micenei reputavano più protette dai danni provenienti dall'uomo sono in realtà le più esposte al danno geologico sismico.

Sarà studiato anche il centro di Midea, anch'essa città micenea. Il gruppo ha condotto inoltre una serie di studi anche sui terremoti antichi a Roma, in Germania e specialmente in Turchia (la zona sismica maggiore di tutto il pianeta, in cui avvennero con certezza quei terremoti che scatenarono tutte le fantasie - oggi dimostratesi scientificamente infondate - di una distruzione bellica attribuita ai Popoli del Mare).


Fonte ed autore : Becky Oskin |  OurAmazingPlanet [23 Aprile 2013]