martedì 2 aprile 2013

MAREMOTO NEL MEDITERRANEO



I sedimenti nel Mediterraneo 
parlano di Maremoto nel 365 dopo Cristo.

 Un terremoto di grande intensità 8/8.5 della Scala Richter sembra avere causato, circa 1600 anni fa, un enorme maremoto nel Mare Mediterraneo, secondo una ricostruzione dei fatti effettuata da una squadra guidata da Alina Polonia, dell'Istituto di Scienze Marine (ISMAR). L'Istituto fa capo al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed ha recentemente pubblicato sulla Rivista Nature i risultati delle ricerche in corso.



 Shaded relief map of topography/bathymetry of the central and eastern Mediterranean Sea: Global Bathymetry and Elevation Data from SRTM30_PLUS [Credit: Becker et al., 2009]


La scoperta è ulteriormente supportata dalla presenza al largo delle coste siciliane,  di una zona profonda di sedimenti marini che misurano in spessore anche fino a 25 metri, sul fondo della quale si trovano più grossolani materiali trasportati a quella profondità da una catastrofica forza delle correnti d'acqua.

I depositi sono descritti scientificamente come Torbiditi di Augias (o omogeniti di Augias) (*) ed occupano una parte piuttosto estesa  del Mediterraneo orientale. E' stata formulata una serie di teorie per spiegare la loro origine e presenza: la più accreditata  rimanda all'esplosione del Vulcano Thera-Santorini, avvenuta nel ristretto intervallo di anni tra il 1627/1600 a.C. e che fu responsabile probabilmente della scomparsa della Civiltà Minoica. Si trattò di un'esplosione vulcanica di scala VEI 5, una delle più forti in assoluto mai avvenute al mondo.

Secondo la squadra di A. Polonia le cause dell'enorme quantità di materiale sedimentario  sarebbero invece da riconoscersi in un altro maremoto, che avvenne in seguito ad un terremoto distruttivo che colpì Creta nel 365 dopo Cristo, con una magnitudo presumibile di 8/8.5 della scala Richter.

Il lavoro pubblicato su Nature rileva che il maremoto  causato dal terremoto fu paragonabile a quello che avvenne nel 2004 nell'isola di Sumatra e probabilmente determinò effetti distruttivi simili sulle zone costiere.

Si è giunti a queste conclusioni a mezzo lo studio di una grande quantità di dati geofisici e geologici, includenti l'immagine acustica ad alta risoluzione dei depositi sedimentari e lo studio dei campioni sedimentari prelevati dal letto marino a 4000 metri di profondità.

E' stato possibile eseguire una precisa datazione stratigrafica dei depositi e stabilire che essi provengono da numerose zone differenti del Mare Mediterraneo.

E' provato che un terremoto ed il conseguente maremoto possono strappare enormi quantità di materiale costiero, che in seguito vanno a raccogliersi sotto forma di sedimenti nelle zone più profonde del bacino marino. 

Anche annalisti del passato - come ad esempio lo storico latino Ammiano Marcellino - documentano l'episodio,riportando l'effetto devastante di un grande maremoto che colpì la città egizia di Alessandria nel giugno del 365 dopo Cristo, il 21 di luglio.
Lo scrittore descrive enormi onde, che causarono molto estesa distruzione e migliaia di morti a 700 chilometri di distanza dall'epicentro del terremoto.
In realtà, la ricerca ha permesso di stabilire che altri episodi simili, anche di maggiori proporzioni, erano avvenuti in precedenza nel tempo. Questo dato interessante suggerisce che l'episodio scoperto e descritto non è stato unico, nel Mare Mediterraneo.
 A. Polonia sostiene che il tempo di ripetizione del fenomeno è comunque piuttosto alto: circa 15.000 anni.

Esempio di torbiditi sulla terraferma

(*) Le torbiditi sono sedimenti clastici (sia terrigeni che carbonatici). Sono prodotte dalla deposizione di sedimenti ad opera di correnti ricche di materiale in sospensione e notevolmente più dense della massa d'acqua in cui si muovono, definite " correnti torbide".