martedì 9 aprile 2013

IPB 10 - GIUSTINO II


 
L’Imperatore d’Oriente Giustino II (regno: 565 – 578 d.C.).

Si caratterizzò per essere capace e pio, con il restauro durante il suo impero, d’alcune chiese. 
Dichiarò ufficiale la tolleranza religiosa universale. Aveva sposato Sofia, nipote dell’Imperatrice Teodora. Le aveva costruito un palazzo (Sophiana) alla Periferia di Costantinopoli. Si rifiutò di pagare il tributo alla Persia, cui il padre Giustino I si era invece assoggettato, pur di avere la pace. 
La guerra, che si combattè attraverso l’Armenia, presto determinò in lui uno stato di depressione, anche perché la Persia gli rubava ricchi territori e anche solo un anno di tregua gli diventava costosissimo in termini economici…
 
Si concorda nel vedere in molte sue manifestazioni sintomi psichiatrici di schizofrenia (le contrarietà lo facevano diventare violento: cominciava a gettare via gli oggetti a caso. Emetteva strani versi d’animale senza motivo: pecora, cane, gatto. Donava soldi per richiederne subito dopo la restituzione. Tentò persino di fare indossare al Patriarca – una specie di Papa – un cappello da donna).
Sofia fece persino ricorso ad un famoso medico ebreo, Timoteus, anche se la religione Ortodossa glielo proibiva. In uno degli intervalli di lucidità, Giustino scelse Tiberio come successore, rendendosi conto di non potere governare.

Giustino era obeso, soffriva di gotta, si muoveva su un trono a rotelle nei rari momenti in cui lasciava il letto; “le sue interiora producevano pietre”, secondo uno dei suoi medici (Giovanni d’Efeso). Un episodio di ritenzione urinaria, seguito da infezione, l’uccise (Si può credere che le 'pietre' fossero calcoli urinari).

Secondo il suo medico Michele Siriano un’agonia di 9 giorni – in cui implorava una morte rapida a filo di spada – vide l’Imperatore lamentarsi e piangere per il dolore. Le cause per questi suoi sintomi potrebbero essere un grosso calcolo urinario, oppure un’Ipertrofia Prostatica o un tumore. Qualcuno, ha cercato di inserire nella stessa sindrome anche i sintomi neurologici, chiamando in causa la sifilide (che  secondo una teoria non sarebbe derivata dal Nuovo Mondo e quindi solo successiva alla scoperta dell’America). I medici esitavano ad operare l’Imperatore, temendo una punizione in caso di fallimento (un caso precoce di 'Medicina Difensiva'!). Alla fine, l’intervento si fece, con la rituale consegna del bisturi al medico da parte del paziente (un esemplare “consenso informato” figurato): non è chiaro il procedimento, ma sembra che implicasse una parziale amputazione del pene ed un catetere a permanenza.

Fu un insuccesso; malgrado altri procedimenti, dolore e ritenzione urinaria restarono (il calcolo - o l'ostruzione - era evidentemente più interno e più alto rispetto alla zona trattata): si aggiunsero dispnea (difficoltà respiratoria) e infezione. Naturalmente, tutto ciò fu determinato dalla mancanza, allora persino per l’imperatore, d’anestesia, d’antisepsi, d’antibiotici e di tutto il supporto postoperatorio che oggi sono ordinaria amministrazione per qualunque cittadino, per quanto plebeo.

 

Distrazione, disinteresse e disaffezione (causate dalla malattia) nei confronti dell’Italia, facilitò la conquista di quest’ultima da parte dei Longobardi d’Alboino, a partire dal 568. Ma i danni furono anche per il resto dell’Impero d’Oriente: gli Avari invasero la Mesia, la Tracia e l’Illiria ed i Persiani giunsero fino ad Antiochia.

Se certamente non tutto può essere fatto risalire unicamente ad una malattia urologica, d’altro canto quest’ultima non è del tutto estranea ai capovolgimenti mondiali che ci riguardano.

Un altro caso ancora in cui le affezioni urologiche hanno avuto conseguenze molto più grandi di quanto comunemente si potrebbe pensare…

Quando si dice "l’importanza della prevenzione"…